Nella foto: Clara Munarini
“Ehi Matte non ti sento, io vado ma non ti sento, va bene adesso ti sento, guardiamo il fallo del rosso… adesso Matte io vedo ma … ah si ti sento“. Questo è uno dei colloqui al buio del match Colorno Vs Fiamme Oro, undicesima giornata di Top10, giocata lo scorso fine settimana, chi parla è Clara Munarini che è stata chiamata dal suo TMO Matteo Liperini, il collegamento microfono evidentemente non è dei migliori anche se alla fine tutto funziona.
Se il dialogo qui sopra può sembrare una cosa banale, per certi versi si presta anche ad un pizzico di ilarità, in realtà è un evento importante per il rugby italiano perchè quella trascorsa è stata la prima giornata in assoluto in cui il massimo campionato nazionale, ora Top10, ha avuto il TMO durante lo svolgimento della stagione regolare. Un salto di qualità importante per tutto il nostro mondo della palla ovale.
Lo è anche per i nostri arbitri che si sono preparati nelle poche settimane precedenti a questa “prima volta” in modo specifico, si sono organizzati per avere la possibilità di coprire i cinque match del Top10. Perchè la cosa non è scontata, in una Nations come l’Italia dove il TMO di fatto non esisteva a meno che non si vedesse il Sei Nazioni o le franchigie (con arbitri sempre stranieri) va da se che i nostri arbitri non sono automaticamente tutti preparati ad affrontare ed ad utilizzare questo strumento. Il Cnar aveva mantenuto un team attivo in questo senso, ed abbiamo avuto designazioni anche all’estero come TMO, ma cinque match interni a settimana sono altra cosa.
In questo senso il dialogo della Munarini, preoccupata di non potere colloquiare con il suo collega TMO, di non poter eseguire con lui una corretta analisi della azione sottoposta a revisione video, rivela tutta l’ansia di tutti gli arbitri italiani che lo scorso fine settimana si sono cimentati con la novità.
Lo scorso venerdi sera è stato l’arbitro Manuel Bottino a “battezzare” per primo in assoluto il TMO in stagione regolare del Top10 (Valorugby VS Sitav Lyons) il suo collega con in mano la “moviolona” era niente meno che Marius Mitrea che del Top10 (e di Manuel) è anche il Responsabile Gruppo Arbitri Top10. Una cosa decisamente forte per un arbitro, serata decisamente impegnativa per il fischietto romano. E’ andato tutto bene per fortuna, poi coloro che hanno criticato il Bottino perchè ha chiamato in causa il TMO tre volte nei primi venti minuti sono solo astrusi fenomeni da dimenticare. Per saper gestire il TMO sono proprio questi i “discorsi” da cancellare: il TMO si usa quando si può e quando serve ma soprattutto quando lo decide l’arbitro.
Ecco allora che l’ansiogena e divertente mancanza di “Matte” da parte della Munarini e la risposta ai criticoni di cui sopra ci porta alla questione centrale del TMO : la centralità dell’arbitro.
Avere uno strumento come il TMO non cambia il rapporto fra l’arbitro e la partita, fra l’arbitro ed i giocatori, nulla cambia. La centralità del primo fischietto è basilare per fare in modo che questo dispositivo sia davvero produttivo. Se si pensa di poter invertire i ruoli il gioco è perso, se giocatori o tecnici pensano di poter gestire diversamente il rapporto in campo in funzione del TMO la deriva è sicura.
Dice tra l’altro la Circolare Informativa N° 23 2021/2022 del Cnar riportando i principi guida di World Rugby per l’uso del TMO:” Il TMO è uno strumento per aiutare gli arbitri e gli assistenti arbitro. L’arbitro non dovrebbe essere sottomesso al sistema. L’arbitro è responsabile della gestione del processo TMO. L’arbitro è colui che prende le decisioni e deve mantenere il controllo del gioco“. Come si dice: punto e a capo.
Il TMO è arrivato in Italia. Forza Rugby!
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