La Federazione neozelandese (NZR) ed il potente sindacato dei giocatori nezelandesi (NZRPA) hanno annunciato di aver raggiunto un importante accordo commerciale con un fondo di private equity americano (SilverLake) per la commercializzazione del rugby neozelandese.
Dopo due anni di trattative anche i neozelandesi fanno il loro tuffo nella finanza, la cosa è stata spesso in bilico per il timore si svendessero i “sacri valori” degli All Blacks ma adesso tutto è accaduto e tutto è a posto: a leggere i comunicati stampa pare che i patti parasociali siano alti venti centimetri di fogli di carta ma forse si sarà trattato solo di soldi.
Silver Lake investirà 200 milioni di dollari neozelandesi (118 milioni di euro) in una nuova società commerciale, si chiamerà NZR Commercial Co, che ospiterà “tutte le attività generatrici di reddito di NZR” (è proprio questa la formula usata da NZR per raccontarcelo), con un ulteriore co-investimento fino a 100 milioni di dollari neozelandesi da offrire agli investitori istituzionali con sede in Nuova Zelanda già nel 2022. Nella nota di NZR si racconta poi di altri “interventi” che verranno effettuati da questa NZR Commercial Co fra i quali uno è interessante ed è stato descritto così:” si tratta di un progetto denominato Global Rugby Opportunities per investire in attività legate al rugby al di fuori della Nuova Zelanda“.
Al di fuori dove? Nel Pacifico? Negli USA? In Giappone? Sudamerica? Dove metteranno radici questi interessi commerciali neozelandesi? In Europa?
Ecco che la cosa si fa interessante (eufemismo) perchè, tanto per farla breve, questo accordo commerciale USA-New Zealand pare non avere confini (del resto la finanza è la prima a non averne) e sembra quasi il viatico, dopo che già gli europei hanno venduto quote delle loro attività commerciali professionistiche al fondo CVC (Sei Nazioni, Premiership, URC), di uno scontro commerciale planetario a base di rugby.
Le parole “scontro commerciale” non sono niente di straordinario, si chiama anche “concorrenza”, è normale nel mercato e nel mercato degli investimenti ancora di più. Tutto assolutamente normale se non fosse che si pensava di doversi occupare solo di sport e che le partite con gli All Blacks si pensava doverle giocare solo nel rettangolo verde.
Adesso anche i neozelandesi hanno il loro fondo di “private equity” e possono sfoderare sani dollaroni per la loro crescita, ma guardiamo anche a due interessanti dettagli di questo accordo NZR & Silverlake.
Il primo: quando gli investimenti saranno conclusi SilverLake non avrà più del 8% della società NZR Commercial Co , perchè quella che conta è in effetti la guida commerciale (come in Europa ha fatto CVC)
La seconda è che SilverLake ha una impostazione commerciale votata al “digitale”, dice infatti a margine dell’accordo il suo CEO Stephen Evans:” Le tecnologie digitali stanno trasformando tutti gli sport, e non vediamo l’ora di portare la nostra rete globale e le nostre risorse per aiutare il rugby neozelandese a guidare l’innovazione e approfittare di tutte le opportunità future”. E allora mondo è ancora più piccolo
Pazienza qualche anno e sapremo se il rugby è davvero un affare.