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QUESTIONE D'ELITE

LA SALDATURA CHE SERVE FRA I TECNICI DEL RUGBY

L’ultimo verdetto del Giudice Sportivo ha lasciato uno strascico più pesante di quello che sembra, proprio nelle ultime righe, appena sotto la dicitura  “Illeciti Tecnici a carico di tesserati – Interdizioni“. Sessanta giorni di squalifica per Umberto Casellato.

Scrive infatti il Giudice sportivo che il Coach è stato:”…segnalato a fine gara dall’arbitro e dagli assistenti arbitrali, infrazione Art. 028/01 lett. C) (comportamento irriguardoso nei confronti della terna arbitrale) reiterato, quarantacinque giorni di interdizione, sanzione inasprita ai sensi dell’art. 015/01 in  sessanta giorni di interdizione (dal 3/03/2022 al 1 Maggio 2022 compresi)”L’articolo 28 parla delle offese all’arbitro ed agli ufficiali di gara, il numero 15 parla della recidiva, dice in pratica che a Casellato questa cosa non è proprio nuova e quindi… pena inasprita.

Andare in campo per contestare l’arbitro non ha senso nel nostro sport, offendere non ce l’ha da nessuna parte. Però oggi non si parla di questo. Casellato ha fatto un errore grave e ci dispiace doverlo “usare” come esempio per il ragionamento che segue ma è lui che ha scelto di finire sul libro dei cattivi.

Il rugby italiano è in fase di rilancio su più livelli. Uno di questi riguarda il rilancio del massimo campionato attraverso la strada più logica ma anche difficile: la sua ricostruzione tecnica e sportiva. 

Rispetto a questo ad oggi la cosa più potente è stato l’ingresso sul campo del Top10 del TMO. Questo ha creato i presupposti per un notevole innalzamento del valore tecnico del match.

Il TMO durante la partita costringe  i giocatori a gesti tecnici migliori rispetto ai precedenti, al rispetto più puntuale di regole fino ad oggi osservate “all’acqua di rose”; costringe gli arbitri ad instaurare un rapporto più fitto e positivo con i giocatori in campo, a spiegare, a verificare in campo il proprio operato.

Il TMO inoltre ci rilascia immagini di elevato standard qualitativo per ogni partita, attraverso le quali analizzare ogni match ricavandone indicazioni di altissimo livello prima non presenti nel nostro rugby.

Tutto questo favorisce un progressivo infittirsi di contatti fra i due settori tecnici del nostro rugby: gli arbitri e gli allenatori. Questo è il punto centrale, sul quale è chiesto ad entrambe le categorie un alto livello di maturità e responsabilità. La rivalutazione oggettiva del Top10 e subito dopo di tutti gli altri campionati passa per una saldatura forte e duratura di queste due categorie.

Perchè siamo troppo indietro rispetto al resto dell’Europa ovale per permetterci di non remare insieme dalla stessa parte, perchè il miglioramento del gesto tecnico di ogni giocatore passa dall’allenamento settimanale con il Coach al fischio in campo del giorno della partita. Perchè il fatto stesso che il nostro rugby riesca ad essere anche spettacolo ed a riempire le tribune passa dalla unione di intenti di queste due categorie.

Per questo il gesto del Coach del Colorno va ahimè qui segnalato: perchè è una palese mancanza di comprensione di questa grande necessità di coesione fra le due grandi categorie tecniche del rugby. Non ci basta auspicare che non accada più, qui si vuole chiedere a tutti i “tecnici”, con fischietto o senza, di valutare come essere parte attiva di questo indispensabile cambiamento per il rilancio del rugby italiano.

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