Come si stava alle Zebre? Cosa sta veramente cambiando con la nuova gestione?
Proviamo a vederlo partendo da una nuova usanza che si è insediata nel Club di Parma? Vale per i giocatori e funziona così: si tratta, a stagione ancora in corso, di alzarsi, andare dal Club, proporre la “rescissione con effetto immediato del contratto”, trovare un accordo e traferirsi il giorno dopo ad altro club. Questa cosa, mettetela come volete, sopra e sotto le cortine fumogene alzate dalle strutture federali, questa cosa “mi alzo e vado via”, non pare una cosa bellissima. Ma accade.
Tanto per restare negli ultimi dieci giorni alle Zebre Giosuè Zilocchi si è alzato, ha rescisso ed il giorno dopo era ai London Irish, Mattia Bellini lo stesso ma il giorno dopo era addirittura nell’altro Club italiano di URC, la Benetton Treviso.
Che l’ambiente sia un disastro ce ne da conferma (forse) involontariamente, in una intervista a Simone Battaggia nel suo Blog Meta dell’altro mondo (GdS), il nuovo Head Coach Federico Roselli che, dopo la sconfitta di pochi giorni fa a Newcastle, ha detto: “Certo eravamo amareggiati per la sconfitta, ma negli spogliatoi ho sentito anche commenti positivi. I ragazzi si erano divertiti, avevano ritrovato il piacere di una partita di rugby”. Urca e prima com’era? Avevano perso il piacere di giocare a rugby? L’affermazione è chiara e molto grave.
Questi e molti altri indizi sono indice di un ambiente Zebre non positivo (ad essere buoni), un indice che si riferisce però non tanto al presente quanto al passato, è una conseguenza di anni di gestione pessima, una cosa che emerge solo ora, solo ora è davvero ben visibile, perchè la nuova Dirigenza ha lasciato che venisse a galla che è un ottimo modo per iniziare a “depurare” l’aria….
Situazione di gran difficoltà alle Zebre che, dopo il cambio di gestione in FIR e l’allontanamento dei “capi” delle Zebre del passato, nessuno ha più intenzione ed interesse a nascondere. Quindi ora è ancor più chiaro che il “saluti ed arrivederci” dato a Bradley non era un errore. Idem quello a Checchinato.
Resta però un dubbio sul metodo che la gestione di Michele Dalai è costretta a seguire.
Quando ci viene annunciato che a Giugno sapremo il destino delle Zebre ma che queste hanno la sicurezza che giocheranno nella stessa condizione attuale fino al giugno 2023, che senso ha leggere dei rinnovi contrattuali ai giocatori per due anni ? (Rizzi, Krumov ed altri…)
Pensandoci bene la cosa è in effetti intricata, come ha detto Dalai a Front Office (clicca qui e guarda) chi vuole giocare in una squadra in perenne sospetta smobilitazione? Ma è anche vero che per cambiare “di posto” alle Zebre un anno per organizzarsi alla nuova situazione va dato. Qualunque sia.
La matassa sarà dura da sbrogliare, intanto però è partito il piccolo esodo, l’azzurro Zilocchi ha lasciato l’ovile ed è corso verso Albione e Bellini si è avvicinato a casa, così, di punto in bianco. Per non parlare di coloro che hanno già annunciato il prossimo anno giocheranno altrove ad esempio, è la truppa più grossa ed è importante perchè è la truppa di esperienza, i trentenni, che saranno da agosto al Rugby Colorno in Top10: Bisegni, Fabiani, Lovotti.
Insomma le cose a Parma stanno cambiando, come si evolveranno non si sa, però il cambiamento c’è.
La transizione è come sempre, amara e dolorosa, ma alle Zebre a quanto pare era già tutto amaro e doloroso da parecchi anni, a partire dalla filosofia “nonsivincemai-maquantobellisiamo-congliscudettidicalvisano” che ora non è più applicabile.
Una sola cosa viene da chiederla: le prossime Zebre o quello che saranno, ovunque saranno, firmino un “contratto” con la FIR che permetta loro di essere davvero un Club, con le sue ambizioni e le sue libertà di giocarsela. La stagione delle franchigie scendiletto adesso deve finire.