Daniele Pacini Direttore Tecnico FIR
Aumenta la pattuglia dei giocatori professionisti italiani che lasciano le nostre “franchigie” (nessuna delle due è tale ma ormai le chiamiamo così) Zebre e Benetton per andare a giocare all’estero. Faiva, Zilocchi, Zanon, Braley e Giammarioli sono gli ultimi annunci in questo senso e così crescono gli azzurri attuali e potenziali che preferiscono Francia o isole britanniche per giocare il rugby di Alto Livello.
A fronte di questo si sente in giro la seguente domanda: va bene si o no che i nostri giocatori “top” non restino in Italia? La domanda è palesemente tecnica.
Christian Marchetti per il Corriere dello Sport ha fatto questa domanda al Direttore Tecnico della FIR Daniele Pacini che ha risposto:” Ovvio che vorremmo tenere tutti i più forti in Italia, soprattutto se in giovane età. E che siamo lieti delle esperienze all’estero quando costoro raggiungono un livello tecnico adeguato. I risultati, anche delle Nazionali giovanili, sono sotto gli occhi di tutti e, quando arrivano, ecco anche le trattative. ‘Treviso negli ultimi tempi è riuscita a spegnere un po’ le sirene, ma le Zebre, con tutti i cambiamenti a livella tecnico e dirigenziale degli ultimi tempi, trovano maggiori problemi“.
Una non-risposta di alto livello ma che su un punto è chiara: la gestione è delle Società. Sono Treviso e Zebre, secondo Pacini, che sono operative ed interessate su questo fronte. Questo perchè evidentemente i contratti di questi giocatori non sono della FIR.
E così, candidamente, il Direttore Pacini si è trovato un altro problema da risolvere: chiarirsi sul destino degli azzurri. Restano sotto l’occhio delle strutture federali o possono muoversi come vogliono? Ogni risposta è legittima ma ne è richiesta una.
Osiamo dire: se la federazione pensa che questi giocatori debbano restare allora perchè lascia al palla ai due club di URC nella loro gestione? Se Pacini pensa che dovrebbero restare avochi a se i contratti, se invece pensa che il mondo è grande risponda alla domanda del Corriere dello Sport che Worcester, Montpellier e Benetton non cambia un gran che. Ma se è così la questione allora, perchè abbiamo creato le “franchigie” e speso una decina di milioni di euro all’anno per mantenerle negli ultimi dodici anni? Ooooopsssss
E non c’è niente da capire.