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Il bello di essere brutti

AAA.CERCASI MEDAGLIE, DA PRIMO POSTO, DA TOP10, DA #PASSIONEITALIANA

Hanno avuto la loro medaglia e la Coppa i vincitori del titolo italiano Under17, anche quelli Under19, qualche settimana prima i campioni d’Italia sia di sponda femminile che maschile avevano tirato su al cielo la coppa mordendo la medaglia fra i denti. Persino quelli del Touch Rugby hanno avuto la medaglia. Finite le scorte.

Niente da fare non ne hanno trovate più,  di cosa? Di medaglie e Coppe; una volta prenotate quelle che si è detto qui sopra si vede che erano finite o non ne facevano più. Infatti quando il CUS Torino è andato a Roma a giocarsi contro la Capitolina la vittoria del campionato di Serie A e l’accesso al Top10, arrivato il momento, dopo la vittoria ed il gran risultato raggiunto, di alzare una coppa o farsi dare un aggeggio qualsiasi da appendere al collo, non si è visto niente e nessuno.

Erano tutte finite, le medaglie e anche la coppa, oppure sono rimaste in coda in tangenziale, oppure il negozio era chiuso, il corriere in ritardo, oppure l’autista del furgoncino si era fermato da una amica che poi sai una cosa tira l’altra…, oppure i fornitori non avevano trovato un accordo sul prezzo con l’economo della FIR, che si chiama così mica per caso e si vede che non gli hanno fatto lo sconto. Può darsi che mancasse la materia prima per produrli o che Pacini avesse giurato di scolpirle personalmente una ad una ma poi sai te, gli impegni, le accademie, il Presidente che telefona di continuo, che già non è contento di lui, figurati se lo trova a intarsiare pezzi di ferro. Eppoi Pacì, mica ha vinto la Capitolina, daje.

Insomma questi sono arrivati da Torino e si sono giocati la partita della vita, hanno vinto e hanno riportato Torino in massima categoria nazionale dopo 42 anni e dopo… si sono dati la mano fra di loro. Perchè manco un dirigente federale di spicco pare ci fosse a dare pacche ufficiali sulle spalle , che mancando le medaglie, è un optional da austerity ma è un optional.

I ragazzi del CUS Torino hanno festeggiato lo stesso e poi, visto che dalla tangenziale non arrivava niente e nessuno, hanno deciso per la danza ed i riti tribali e sono risaliti al nord.

Raccontata così fa ridere o piangere ma in tutti i casi non è una cosa seria. Se invece si comincia a pensare alla questione del “merito sportivo” , ovvero il necessario riconoscimento che va dato e chi raggiunge un risultato nello sport, ovvero raggiunge un traguardo costato sacrifici ed impegno, abnegazione e duro lavoro, se la mettiamo così allora la questione prende altra piega.

Vista come qui sopra, la FIR che non si presenta a quella partita pronta a testimoniare il merito sportivo è una mancanza notevole, nessuna comunicazione ufficiale vale a scontare la cosa. Qualsiasi bega ci tirino fuori, incluso il loro burocraticissimo corredo di comunicati e stampati federali,  da queste parti non si è d’accordo. Ci sono delle cose su cui non si può sempre mediare, sul merito sportivo e sul suo riconoscimento durevole, a prova del tempo… su questo anche no.

Se poi, quelle medaglie, proprio adesso, Roberto Musiani, Segretario Generale della FIR, le ha trovate nel suo cassetto ed ha esclamato schiaffeggiandosi la fronte “ecco a cosa servono queste qua, adesso ho capito“, è sempre in tempo a mandarle in Piemonte e farle consegnare, con le dovute scuse. Lo può fare anche un dirigente federale della zona, darle una ad una a quei  ragazzi che hanno giocato e vinto, che hanno visto il loro traguardo più grande realizzarsi. E’ un ricordo indelebile che dura una vita, è il risultato di un pezzo di storia del nostro sport e fucina di racconti che si perderanno negli anni in Clubhouse. Ecco perchè, per queste cose, si è sempre in tempo: il rugby è passione che dura nel tempo.

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