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FIR E DINTORNI

FUGA PER LA VITTORIA: FIR E BENETTON NON SONO IL PARADISO

Franco Smith era l’uomo FIR più importante dell’Area Tecnica, era il Responsabile della gestione dell’Alto Livello ovvero il comandante in capo di tutto ciò che brilla di Azzurro o azzurrabile nel nostro rugby.  Era il capo del progetto di innalzamento del livello del nostro rugby. Mica bruscolini.

Franco Smith si è alzato dalla sua sedia ed ha detto che gli piace di più essere Head Coach di una franchigia scozzese (mica Sudafrica o Nuova Zelanda), esattamente Glasgow. Franco Smith ha detto basta FIR vado in Scozia, la Federazione ha dovuto accettare e, dopo le immancabile ridondanti apparizioni del Presidente Innocenti sulla questione, ha accettato di rescindere il contratto, il responsabile dell’Alto Livello ha tolto le tende, basta Italia, gioca in URC, lavora per altra Federazione, la SRU.

Monty Ioane è un iper-talentuoso tre quarti classe ’94 in forza alla Benetton dal 2017, australiano di origini samoane. Dal 2020 è il faro nel triangolo allargato della nostra Nazionale, lo abbiamo eletto e gli abbiamo dato la maglia azzurra per 14 caps;  stampa, web ed opinionisti vari hanno scaricato su di lui proprio nell’ultimo anno un tripudio altisonante ( giusto e meritato).

Però proprio quest’anno, in questi giorni, Monty Iaone ha detto che non vuole rientrare dalla sua Australia dove è andato a trascorrere le ferie, vuole rescindere il contratto e rimanere lì. Alla Benetton hanno fatto fuoco e fiamme ed il braccio di ferro è in corso. Comunque vada il segnale è chiaro.

VANNO VIA E NON TORNANO PIU’ … cominciava così un vecchio brano di Enrico Ruggeri “Portiere di notte” e l‘immagine di Smith che se ne va dopo che la stessa cosa ha fatto il Direttore Generale Signorini lascia quello stesso sapore malinconico del cantante milanese. I due livelli più alti fra le nomine di Innocenti dopo la sua elezione sono fuggiti dalla FIR. Il Presidente federale deve rivedere almeno i suoi personalissimi criteri di selezione (ma anche molte altre cose).

AZZURRO E’ PER SEMPRE Perchè in effetti Monty avrà i suoi meravigliosi motivi per dirci a fine luglio che non intende rispettare un contratto firmato con una delle nostre franchigie ma la cosa fa sempre… diciamo “brutto”. Resta il fatto che ci lascia a bocca aperta il fatto che  gli avevamo dato la maglia azzurra, ma si fa così, è questo il modo…. Va bene che si fa tutto a “contratto”, siamo nel professionismo eccetera, ma certe “cose”, certi valori….

Dette queste due cosine, che sono un contorno non trascurabile, tocca ora prendere nota della cosa più importante che accomuna queste due vicende: entrambe sono l’ultimo segnale, il più evidente, della totale mancanza di attrattiva del nostro rugby.

 IL PARADISO PUO’ ATTENDERE  Stare in FIR non è un Paradiso, stare nella nostra Federazione, al posto di comando dell’Alto Livello non è così “importante” come guidare una franchigia scozzese (ripeto: s c o z z e s e ). Un Coach come Smith, molto legato al nostro paese anche da vincoli personali, trova invece la motivazioni per dire “goodbye” (quanto poi abbia influito la comunicazione informale che il prossimo Head Coach azzurro sarà Brunello peggiora solo la situazione ).

Ioane, un talentuoso australiano, eletto ai massimi livelli del nostro rugby, messo in azzurro e piazzato sul piedistallo parte e non torna. Cosa vuoi che sia un contratto con Treviso? Giusto roba da avvocati.

Smith e Ioane hanno scelto di andare a vincere altrove, qui in effetti c’era gran poco in questo senso. Fuga per la vittoria?

In Italia non c’è alcun Paradiso, non c’è in Federazione ma non c’è nemmeno alla Benetton che negli ultimi anni è stata glorificata ed innalzata come modello sportivo e di successo (lasciamo stare se è vero o no, restiamo sulla grancassa). Ma vi ricordate anche quando si cercava un Head Coach per la Nazionale, toccata poi a Crowley, i “no” che sono piovuti sulla FIR?

La lenta erosione di ogni principio di attrattività del nostro Alto Livello iniziata con la fallimentare gestione del Presidente Alfredo Gavazzi non è stata in alcun modo interrotta dalla gestione Innocenti. Anzi quest’ultimo ci ha già rimesso ben di più.

Attrattività, ecco cosa manca alle strutture più “alte” del nostro rugby e se non riusciamo velocemente a recuperare questa dimensione non potremo più aspirare a grandi figure internazionali di supporto, a grandi giocatori, a grandi appuntamenti. Dobbiamo assolutamente muoverci velocemente su questo fronte. Ma, lasciateci dire, non esistono indizi che ci dimostrino che in Federazione ci sia qualcuno capace di capire e muovere questi tipi di fili.

Il paradiso può attendere, ma per quanto?

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