Il giorno 8 ottobre, secondo turno di Top10, il Rugby Colorno gioca a Parma, in casa delle Zebre, in un double-match dal sapore decisamente gustoso. I parmigiani di Top10 trasferiti quindi al Lanfranchi con il pubblico che potrà vedere alle 12.30 Colorno Vs Fiamme Oro e alle 16.00 Zebre Parma Vs Stormers.
Al di là della facile ma simpatica battuta (“i colornesi tornano sul luogo del delitto”) la cosa è senz’altro frutto di una collaborazione che, soprattutto lato Zebre, apre una fase nuova del rugby a Parma. Con la squadra federale che ora si chiama appunto “Zebre Parma” e punta alla specificità territoriale abbandonando il posizionamento sul “nord-ovest” ed i biancorossi del Presidente Cantoni che affermano, dopo il titolo nazionale femminile e quello della Under19, la loro meritata leadership sul parmigiano.
A guardarla così, un po’ da fuori, tralasciando spifferi ed altri commenti più o meno lusinghieri, è una collaborazione naturale che probabilmente presto diventerà sempre più “tecnica” e sempre più legata ad obiettivi sportivi locali. Le Zebre cercano un radicamento che per oltre dieci anni hanno negato e tradito (appunto Parma) e Colorno, che ha bisogno invece di supporto tecnico, si presta a coprirlo sull’onda di un suo rilancio prima di tutto sportivo che la Società ha gestito e che quest’anno punta al colpo grosso in Top10.
Staremo a vedere se vedremo ancora questo binomio, è una ottima iniziativa che va riproposta in stagione, qualora gradita dal pubblico
Ottima idea, quella di Colorno e Zebre, che rilancia però due temi.
Il primo è quello della collaborazione fra i club italiani di URC ed il territorio. Questa apertura delle Zebre sembra tracciare una direzione opposta a quella di Treviso, molti aperti al territorio i parmigiani, autarchici ed autoreferenziali quelli della marca veneta.
Il secondo è quello della crescita tecnica. Il fatto che alcuni club di Top10 possano aver accesso preferenziale alle risorse dei club di URC (Mogliano è già stata dichiarata come filiale in Top10 di Treviso) apre ad una “disparità” di mezzi e di gestione che potrebbe nel tempo diventare imbarazzante.
Sono questioni su cui riflettere, in entrambi i casi va valutato se non sia la FIR a dover stabilire gli ambiti di una governance su questi aspetti. Resta però il fatto che la cosa più urgente è sempre quella di poter disporre di un massimo campionato italiano capace, in tutte le sue componenti di club, si ribadisce, tutte, di generare e far crescere se stesso autonomamente. Ogni Club di Top10 deve mettere a disposizione risorse e mezzi di gestione, soprattutto tecnica, di Alto Livello.
Detto questo (serenamente) speriamo domani a Parma sia una gran festa. Forza rugby e forza Top10.