Rimbalzano ovunque le notizie sul fatto che otto su dieci Club del Top10 hanno firmato un documento di intenti per la costituzione della Lega dei Club. In teoria sarebbe il primo passo per la generazione di un nuovo torneo nazionale.
Bella notizia? Purtroppo tutte le indicazioni che si hanno fanno capire che forse questa cosa è partita almeno con il piede sbagliato.
Partiamo dall’inizio. Perchè costituire una Lega dei Club? Il motivo è quello di affidare ai team che partecipano al campionato la sua gestione, come per tutti i maggiori sport di squadra accade già adesso anche in Italia.
Ma perchè affidare la sua gestione ai Club? L’obiettivo è generalmente “scalare”: il primo, assoluto ed indispensabile, è quello di far crescere tecnicamente il campionato, poi dargli visibilità e larga promozione, quindi è più facile renderlo interessante al pubblico ampliandone potentemente l’audience, così da raccogliere maggiori contributi (argent, danè, schei…) dal mondo economico e dagli appassionati stessi per finanziare ancora crescita e sviluppo.
Ma se tutto questo fino ad oggi non è ancora accaduto con gli otto club che hanno firmato il documento di cui sopra perchè mai dovrebbe accadere domani? Oppure metà di loro ha risorse nascoste (argent, danè, schei…) e pronte ad essere investite nella prossima Lega? E le altre quattro Società, che invece quattro palanche le hanno già, sono già disposte a raddoppiarle? C’è tutto questo vituosismo nel Top10 e non ci si era accorti di nulla?
La costituzione di una Lega ex-novo è invece generalmente costituita dall’alto: si stabiliscono i paletti di ingresso (alti ed ambiziosi) e poi si vede chi vuole aderire. Un esempio è la recente costituzione della MLR (Major League Rugby) americana, nata nel 2017 che oggi conta 13 team divisi in due conference.
Se ad esempio si ponesse un livello di soli 2 milioni di budget annuo per l’ingresso nel nuovo campionato della nuova Lega italiana (come esempio è una miseria visto che il numero minimo dovrebbe oscillare fra i 3 e 4 milioni annui per partire… ma va bene così) almeno la metà di quegli otto firmatari non ce la farebbe ad entrare. Ci sono invece realtà nel territorio nazionale che, pur non essendo oggi in Top10, potrebbero aderire al progetto. Poi esiste la possibilità che altre realtà si possano “federare” per accedervi e via così.
La Lega deve servire ad allargare il rugby o a concederlo agli stessi di oggi che, ad oggi, non ce la fanno? Oppure la Lega è solo un modo per fare le stesse cose di oggi ma per i fatti propri e senza la FIR? In questo caso cominciamo pure a preparare il funerale al campionato.
Esiste un venticello malizioso che dice questa presunta costituzione della Lega sia anche un modo di alcune Società di Top10 per fare un dispettaccio al Presidente Innocenti. Insomma non sarebbe un gran progetto (di questo ce ne eravamo già accorti) ma prima di tutto una mossa politica, una mossa forte, roboante. Ma allora cosa c’entra con lo sport?
Ci si augura di essere smentiti su tutta la linea, per il bene del rugby, ma già il fatto che la cosa del documento e delle riunioni per la Lega sia stato segretato, sia nascosto, occultato, silenzioso e forse raccolto solo nella pancia di qualcuno, regala la misura della dirigenza che se ne occupa. Svegliatevi, non siamo nel settantadue ma nel duemilaventidue. In mezzo sono accadute un sacco di cose.
A funa è corta e ‘o puzzo è funno.