La querelle che ha scompaginato i rapporti fra le Società di Top10 e la FIR si muove in effetti su più fronti, dalla cancellazione dell’ascensore per i permit player alla metodologia di lavoro della fantomatica “Commissione per il Top10”, passando per l’assegnazione dei giocatori accademici. Il vero fronte però è, ovviamente, quello dei soldi.
Il Presidente Innocenti ha portato avanti, nei confronti dei club di Top10, una politica di lento restringimento dei cordoni della borsa, soprattutto volendo vincolare i loro contributi federali a delle specifiche attività (contributo TMO, gestione accademia interna, crescita tecnica e via così).
In sintesi si chiedeva alle società di Top10 di motivare le spese sui contributi ricevuti, cosa anche legittima ed interessante, a leggerla così, ma anche irrealistica se si pensa che, giusto o sbagliato che fosse, le società basavano la struttura stessa di molti bilanci sulla paghetta “libera e bella” della FIR. Su questo dobbiamo dire che alla fine si parla di ca 160.000 euro a testa più qualche prebenda ed i premi per le finaliste.
E’ stato però quando il Presidente ha detto espressamente che “i club di Top10 si devono sostenere da soli”, intendendo che lo stesso sviluppo e crescita del campionato se lo dovessero pagare i club, che è saltato il banco.
La posizione della FIR è conosciuta: noi paghiamo arbitri e TMO, formiamo molti giocatori di alto livello, abbiamo procurato la visibilità della RAI e tutte le partite vanno su Eleven Sports, organizziamo e gestiamo, adesso tocca ai Club.
Sulla questione dei soldi anche da queste parti si è fatto spesso l’esempio dei due Club di URC che ricevono milionate dalla FIR ma su questo punto la risposta della Federazione è chiara: URC ed EPCR ci danno circa sette milioni per far disputare a Benetton e Zebre torneo e coppe, se le due franchigie ne uscissero quei soldi non arriverebbero più.
La FIR sta in pratica dicendo che lei ci mette nelle due franchigie circa dieci milioni di euro l’anno, sette li riceve e uno va conteggiato nei soldi che sono dati ai club per avere i ragazzi per le nazionali. Vista così le franchigie, secondo la FIR, costano circa due milioni. La stessa cifra che la FIR mette per i club di Top10, un campionato che, dicono in FIR, non porta un euro ed è solo un costo.
Da queste parti il termine di paragone tra URC e Top10 posto in quei termini pare strumentale e fuorviante. Ci piacerebbe la FIR, solo per fare solo un esempio, contasse tutti i dodici anni di contributi alle franchigie per fare bilanci e comparazioni e poi magari accanto ci mettesse anche i risultati sportivi di franchigie e Nazionale (pari a zero). Perchè se questo non vale allora Innocenti ed il suo Consiglio Federale sono i più grandi sostenitori mai visti della politica del precedente Presidente Alfredo Gavazzi. Però…. fermiamoci qui.
Perchè è chiaro che il fossato così scavato dalla FIR e dal Presidente Innocenti fra se ed il Top10 è apparentemente incolmabile. Quindi, si diceva, fermiamoci qui perchè continuare a scavare non ha senso, quel fossato va invece riempito.
Non arrivano dai Club segnali concilianti pur essendo evidente a tutti che FIR e Club devono viaggiare insieme per raggiungere il risultato di un campionato attraente e competitivo.
I casi allora sono maldestramente due, o si continua questa battaglia FIR vs Top10 perdendo tempo e risorse preziose o, anche attraverso un tavolo di mediazione, si apre una negoziazione che non può che essere lunga e forse spinosa ma che troverà alla fine un grandissimo risultato per il rugby italiano.
Si tratta di essere consci del momento storico che attraversa il nostro rugby ed agire di conseguenza, con molta serietà ma anche moderazione e serenità, forti delle proprie idee e delle proprie risorse ma mettendo davanti a tutto il nostro magnifico sport e la sua crescita in Italia. Forza Rugby.