Non vedo l’ora che sia Genova. Mi riferisco al tour della Nazionale, mi riferisco alla passione che ha trasudato il Plebiscito di Padova, in campo e fuori, dopo la bella vittoria contro Samoa. Mi riferisco a coloro che hanno detto che “era solo Samoa”, ma per carità: tacete.
KIERAN HA RAGIONE Innanzi tutto con Samoa l’Italia lo scorso fine settimana ha vinto per la terza volta nella sua storia, per cinque volte hanno vinto loro. In campo poi il parametro vittoria-Italia è stato evidente, sia in difesa (la vittoria dei primi venti minuti), sia in attacco (archiviata la partita nel primo tempo).
Ha detto molto bene Crowley: … Abbiamo difeso davvero benissimo nei primi 40 minuti, i ragazzi lì sono stati incredibili, e nei primi cinque minuti abbiamo risposto ai loro drive con grande efficacia, indirizzando la partita. In attacco siamo stati capaci di mettere loro molta pressione, sviluppando alcune giocate provate in queste settimane che si sono poi trasformate in mete…. Penso che ogni test-match rappresenti una prova difficile a questi livelli: Samoa è undicesima nel ranking, loro sono venuti in Italia per vincere la partita, esattamente come volevamo fare noi. Oggi abbiamo giocato bene, forzando i loro errori, dobbiamo evidenziare la nostra performance, piuttosto che sottostimare la loro”.
Non c’è niente da aggiungere il resto semmai è la dodicesima posizione acquisita nel Ranking mondiale. Altro ancora ce lo diciamo a Genova.
AUSTRALIA COTTA ? Il rugby australiano a quindici non se la passa un gran che ma la palla rimbalza e lor signori sanno giocare a rugby alla grande. La partita in Francia che i Wallabies hanno perso per un punto si è giocato su indisciplina e velocità. La prima per i tanti calci piazzati (e piazzati sul serio) che hanno dato alla sfida un sapore da “battaglia”, soprattutto sul punto d’incontro. La velocità perchè gli australiani su quella hanno fatto paura.
Alla fine la Francia grazie ad una corsa fenomenale di uno di ventisei anni che gioca a Clermont, Damian Penaud, a due placcaggi sbagliati degli australiani che pensavano, forse, che la linea fosse troppo alta per quello che poi è accaduto, ha portato a casa il punto in più che vale il match.
A Firenze avremo davanti questa Australia che ti fa venire il brivido dello scatto, che ti da la sensazione di un fulmine. Ma la difesa e la disciplina… beh…. . Se Crowley sa davvero forzare gli errori, qui è più difficile ma c’è materia su cui lavorare.
E poi vedremo a Genova.
SUDAFRICA DA RIVEDERE Perchè l’Irlanda è fortissima, schianta tutto in tutti i reparti, ma questo Sudafrica è solo da rivedere. Perde la partita che non sembra proprio così, certo gioca praticamente senza una mediana, sicuramente senza l’apertura che poi arriva il De Klerk, un po’ più ordinato del solito, e sembra di essere sulle stelle. Insomma che prova è stata? Mah.
No questo non è il Sudafrica sul quale si può dire qualcosa. Lento sulla linea e sterile dopo le fasi statiche, certo davanti aveva gli omini verdi che chiudevano tutto e spingevano a mille ma … Sudafrica da rivedere. Il prossimo turno gli Springboks sono contro la Francia, ne parliamo poi oppure… direttamente a Genova.
GENOVA PER NOI Non vedo l’ora di essere a Genova, capire se c’è qualcosa di vero in questo turbo azzurro che ha invaso Padova e che sembrava non fermarsi più, se davvero sappiamo correre e passare palla allo stesso tempo (inutile stupirsi per noi è anche così), se davvero sappiamo difendere sulla linea in due modi diversi nella stessa serie di fasi, se davvero siamo in grado di farci chiudere sui ventidue e uscire con il danno minimo o, pensate un po’, anche nessuno.
Genova per noi è uno scalino sotto il Mondiale che è vicino vicino, lo scalino che ci dice se sappiamo fare la Nation o solo la comparsa. Genova è quello che aspettiamo da tempo, la possibilità di sognare, magari non si vince ma si sale lo scalino lo stesso. E non ci poteva essere stadio più bello, tradizione più rude e scaltra di quella lì, quella che sta fra la Lanterna ed il ricordo di Bollesan, per vedere se ci vedono, ci contano, per vedere come ci andremo lì in Francia l’anno prossimo in un girone di fuoco a dire che, invece si, ci siamo anche noi.
Ci vediamo a Genova.