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FIR E DINTORNI

E IL SEVEN? (NO DAI, STAVO SCHERZANDO)

Il nostro mondo ovale viaggia alla velocità di un bradipo nei fatti e di un missile ipersonico sulle  chiacchiere. Per queste ultime, effettivamente, qui ne aiutiamo la diffusione ma, diciamoci, la verità, ognuno fa il suo, se ci fossero più “fatti” avremmo meno vaniloqui da diffondere.

Così, se si vuole fare una lista delle cose sulle quali ci si aspetta una minima “soluzione” per il nostro rugby, la lista è talmente lunga che mancherebbe sempre qualcosa. Si , insomma, ci sarebbe sempre un motivo per chiedere “e questo ?”, poi “e quell’altro?” 

L’esempio del rugby Seven è calzante, è il top del rugby per il mondo sportivo mondiale, per il CONI si suppone anche sia così, visto che lo è per il CIO, ma in Italia la FIR sta spendendo più soldi per cercare di capire come sottrarre i sedicenni ai club e sventolarli in giro che non per dare una dimensione effettiva all’unica proiezione olimpica del nostro sport. Niente Olimpiadi, ma vuoi mettere?

Ecco, questo era solo un esempio, ma l’immagine è chiara. L’impressione è che il nostro rugby navighi a vista, pare chi ci guida non abbia una agenda ed un programma chiaro, oppure stia seguendo l’agenda di chi c’era prima.

Se volete un esempio ancora più chiaro del perchè questa ultima cosa sia tristemente possibile basta porsi una domanda: quanto sarebbe cambiato umore ed assetto totale del nostro rugby se Lamaro & Co avessero vinto due partite al Sei Nazioni?

Tantissimo vero ? In effetti è così ma,. se ci pensate, in realtà saremmo nella stessa posizione che siamo ora, nulla sarebbe cambiato sui campi d’Italia, nei campionati, nelle Accademie, nelle piccole e grandi Società, nelle scuole e nei patronati sportivi. La posizione del nostro rugby sarebbe esattamente quella che è ora ma…. sarebbe tutto più bello!!

Ecco, questo ci lascia l’idea che la FIR stia giocando da troppi anni , inclusi gli ultimi e quelli che viviamo, la partita de “l’immagine prima di tutto”, un gioco mediatico che tende a coprire la “sostanza” a vantaggio dell’immaginifico.

Così quella lista di priorità del nostro rugby è forse sepolta sotto una montagna di altre cose più “virtuali” e a noi, poveri mortali, di fronte al vuoto pneumatico dell’unico progetto conosciuto e dichiarato, diffuso e comunicato,  ovvero “vincere due partite al Sei Nazioni”, ci viene da chiedere cose tipo “ed il Seven?”.

L’invito a parlare di sostanza vale quindi prima di tutto per questo spazio web, speriamo qualcuno ce ne dia motivo, che ci sia prima o poi qualche notizia vera, che tocca il rugby vero, che alza il suo livello fra la gente, che si misura con le difficoltà di tutto il rugby italiano.

Speriamo che qualcuno ci dica le vere priorità, che non possono essere tutte, che qualcuno ci faccia vedere una strada più intelligente, lunga e duratura che non le due vittorie al Sei Nazioni.

Che poi, caro il mio bradipo, al Sei Nazioni le abbiamo perse tutte ancora…. e quindi, il Seven?

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