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SERIE A ELITE

TOP10 AD ALTA TENSIONE: E’ ANCORA TUTTO DA DECIDERE

È un campionato bello avvincente che ci tiene ancora con il fiato sospeso, insomma un campionato ad alta tensione con dei team che sono arrivati a fine anno ed hanno ancora energie da spendere per giocarsi partite davvero belle stravolgendo equilibri che parevano consolidati. Perchè questa sedicesima giornata è stata davvero così.

LO SCHIAFFO Questa giornata, con i suoi risultati eccezionali, giocata a tutto ritmo, e uno schiaffo ai troppi italici detrattori del Top10. Anche quelli comodamente seduti proprio in FIR.

Per tutti gli esterofili, quelli che “ilrugbyitalianonondaemozioni“, tutti quelli che l’unico top è per quattordici,  che “senonèinglesenonèrugby“, a tutti quei presunti palati fini per i quali non c’è mai spazio per i nostri ragazzi del massimo campionato italiano, a tutti loro, questo Top10, con i suoi indubitabili alti e bassi, con le sue difficoltà enormi e le sue brutte contraddizioni, a loro questo Top10 regala in queste cardiopatiche fasi finali un simbolico spernacchiamento.

IL PERICOLO PETRARCA COMINCIA ADESSO? Rovigo è primo in classifica, rompe il dominio del Petrarca, suona più forte così la sirena dell’ultimo Derby d’Italia, per chi la vuol sentire. Il Petrarca abdica dalla prima posizione lo fa in sordina, perdendo senza demerito una partita che non meritava di vincere.

Il periodo dei padovani è di quelli bui, lo si sa da parecchio. Il Petrarca soffre forse anche la sua troppa dimestichezza con la vittoria, la sua rosa enorme, una sicurezza eccessiva sui mezzi tecnici, un eccesso di confidenza sugli automatismi tecnici e forse anche una competitività interna troppo alta. Poi c’è anche il distacco con la città ed il pubblico di casa che lo ha lasciato da mesi che rende tutto più difficile. Prima o poi i nodi vengono al pettine.

Forse però proprio di questo Petrarca bisogna aver paura, l’ambiente tuttonero è fatto apposta per questi momenti, non si conosce miglior punto di partenza di quello negativo appena descritto per “essere Petrarca” quindi, attenzione a questi tuttineri:  e se tutto ricominciasse proprio da qui e magari più forte di prima?

ROVIGO LEADER Ci arriva alla terz’ultima giornata ma è uno schema che parte da lontano. Non sono gli ultimi arrivati in rosa o gli schemi tattici di un Lodi legato alla miglior tradizione rossoblù, questo Rovigo è nato scomposto per essere aggiustato lungo la via, così è stato. Così il crescendo di quelli di Ferro e Lubian, perchè sono ancora loro l’anima, si è riversato prima di tutto su tutte le dirette concorrenti per il titolo, i rossoblù hanno paradossalmente sofferto di più le “piccole”, quindi è arrivato alla testa della classifica.

Se si guarda il percorso rossoblù più che un quadro stoico e vittorioso, come piace tanto alla narrazione della sua tifoseria, sembra una puntigliosa tabella numerica completata con pignoleria. Adesso per i rossoblù c’è l’urto finale, quello con i play-off perchè, comunque vada, Rovigo sul campionato ha già detto tutto. Hanno vinto.

CUORE ED ANCORA CUORE Che bello quel calcio finale che regala ai gialloneri di Calvisano la vittoria sui Campioni d’Italia (che difficile scriverlo ma è dannatamente vero: che bello!) non solo per il gesto tecnico ma per tutto quello che rappresenta.

C’era una squadra che si è autoretrocessa alla sua ultima uscita in Top10 sul proprio campo, sono gialloneri e in quel campo ci entrano con la maglia cucita sulla pelle, per dimostrare che quella valeva più di mille comunicati stampa.  Il drop che, all’ultimo secondo, regala la vittoria  è il simbolo di una volontà inesauribile di successo, la invidiabile sfrontatezza di chi vuol dimostrare di giocare prima per la sua gente  che non per il suo risultato.

In quel gesto ci sono vent’anni di Calvisano e sette scudetti. Che bello vedere il rugby quando si dipinge di questa volontà, quando il combattimento si astrae da classifiche e punteggi e diventa gusto di affermazione della volontà di squadra, quando la partita ha senso al di là ed al di sopra di retrocessioni o promozioni, diventa rappresentazione di un momento.

Perchè il rugby è questo, lo è sempre stato , siamo noi che a volte ne perdiamo il senso più profondo. Esattamente quel senso racchiuso nella organizzazione e nella esecuzione di quel calcio vincente. Ottimo questo Calvisano  che vince due partite in una.

CAMBIA TUTTO Viadana che vince contro le Fiamme Oro è l’epilogo di una partita dominata sul campo, tecnicamente e mentalmente, da quelli del Po. C’è poco da dire, dove andranno quelli delle Fiamme Oro a cercare la motivazioni di una sconfitta così bruciante, nel momento più importante degli ultimi anni, in un match sulla carta non impossibile, questo non si sa. Di sicuro la frase “essere all’altezza dei play-off” presuppone tutt’altro posizione sul campo. Il solito rebus cremisi. 

Il Valorugby rimane in quattrodici e vince. Tutti contenti? Proprio no. Saranno ancora nel mal di testa quelli di Manghi per capire come hanno fatto a subire tutto ed il suo contrario fino ad andare pesantemente sotto nel risultato. Anche perchè, ancora una volta, i Lyons sono bravissimi a farsi del male da soli, il giorno che perdono questa “vocazione masochista” cosa succede ad avversari come quelli, lo scorso fine settimana, di Reggio Emilia? Per le gatte da pelare rivolgersi ai Diavoli.

Colorno risale e mette fuori i poliziotti, il Valorugby sembra resistere ma i suoi prossimi due turni non sono facilissimi, i dubbi ci assalgono: come sarà la griglia play-off? Bho…. Cosa vogliamo di più da un campionato?

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Peroni Top10 Giornata XVI
Rugby Viadana 1970 v Fiamme Oro Rugby Roma 27-16
Transvecta Rugby Calvisano v Petrarca Rugby 20-19
Sitav Rugby Lyons V Valorugby Emilia 22-26 (1-5)
Femi CZ Rugby Rovigo Delta V CUS Torino 68-19 (5-0)
Mogliano Veneto Rugby V Colorno Rugby 20-31 (0-5)

Classifica: Femi-CZ Rovigo 61; Petrarca Rugby 58 punti; Valorugby Emilia 54; HBS Colorno 51; Fiamme Oro Rugby 50; Rugby Viadana 1970 44; Transvecta Calvisano 39; Sitav Rugby Lyons 24; Mogliano Veneto Rugby 16; Cus Torino Rugby 10

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