Pochi giorni fa, durante l’Assemblea del Rugby Rovigo dedicata alla illustrazione del Bilancio, il suo Presidente Francesco Zambelli ha rilasciato una serie di dichiarazioni che hanno tracciato, ancora una volta, una linea di demarcazione chiara fra la realtà e la fantasia, fra il campo da gioco e gli stanzoni della Federazione.
Fra tutte quelle dichiarazioni vogliamo prenderne una sola e di questa poi solo un pezzo, ma vediamola intanto integralmente. Ha detto il Presidente Zambelli: ”L’impianto federale ha partorito un “mostro” a due teste. Quei due là sopra e sotto il nulla! A Benetton Treviso e Zebre in URC tutto. A noi del Top 10 deve bastare la soddisfazione di mettere in luce qualche giocatore che quelli sopra vengono a prendersi. Come si può pretendere che una squadra rappresentativa di niente, le Zebre, sia finanziata a scapito di chi come noi da quasi 90 anni fa questo sport?”
È una dichiarazione forte che pesa moltissimo nel panorama generale, l’avranno ascoltata in molti, alcuni con grande soddisfazione, i Presidenti di Società, non solo di Top10, altri con cipiglio, penso al Presidente Federale o i suoi Consiglieri, ma proprio i suoi, gli altri non lo so, ma forse no. L’avranno ascoltata con grande disappunto i dirigenti federali, i direttori, quegli immutabili dipendenti federali di alto livello , i veri capi di questa Federazione, coloro che, cambia il Presidente, ma loro non cambiano mai e, guarda caso, così non cambia niente neanche in Federazione.
Quella del Presidente rossoblù è una frase che fa clamore ma non trafigge nessun portone, è una frase più da scoraggiato che da combattente, tanto che “Il Gazzettino” riportando quell’intervento titola così:” La Rugby Rovigo si piega al “mostro” FIR” .
E’ una frase da sfiduciato che non va da nessuna parte? Magari si, ma oggi “il Nero” dedica queste poche righe a questo urlo di dolore che è talmente vero e talmente forte che vale cento volte di più di uno di “riscossa”.
Il riferimento, per le Zebre, peraltro citate, a questa squadra “rappresentativa di niente” che percepisce milioni a scapito di chi fa rugby davvero è magari un concetto romantico ma di una solidità impressionate.
Parla di quel famoso “rugby di base” dimenticato a favore di creature artificiali, di come queste ultime in effetti non abbiamo davvero una vita propria, ma abbiano solo il permesso e la forza di rubarla agli altri. Senza nulla restituire loro.
Siamo tutti avvolti in una narrazione federale che ci fa vedere che tutto comincia a finisce al vertice, come se sotto non ci fosse nulla, tutto è azzurro, uomini e donne, grandi e piccoli, questi fino ai diciassette anni. Tutto è vertice, tutto è FIR. La frase di Zambelli ci ricorda che tutto questo non è vero, nasce tutto altrove, fuori dal quel vertice, semmai da quel “fuori” viene spostato. Con la forza dei soldi. Che per questo non vengono spostati fuori dal “vertice”, per non condividere la “forza”.
Cosa ce ne facciamo di questa riflessione? Forse niente, però che bello averla sentita; bello ci sia qualcuno che la può ancora dire, senza temere che gli prosciughino i fondi, gli neghino finanziamenti, gli blocchino l’attività o gliela rendano più difficile.
Quindi oggi qui ci siamo dedicati al “niente”, ci siamo raccontati di questa frase di questo Presidente di Società che ha voluto ricordare a se stesso e a tutti noi che sarebbe meglio questo sport partisse dalla base per arrivare al vertice e non in contrario, che dovrebbe contare chi il rugby lo fa e non chi lo promette, chi investe nel rugby e non chi solo chiede investimenti, chi il rugby lo vive e non solo chi vive di rugby.
Avrà pure vinto il “mostro” ma, l’altro giorno, in quella Assemblea di quella Società di Top10, che avrebbe dovuto parlare solo del suo Bilancio, urca che gran schiaffo sonante si è preso.
.
Cliccate qui per il link de “Il Gazzettino” che riporta le dichiarazioni di Francesco Zambelli
Cliccate qui per il link de “Rugbymeet” che riporta sintesi delle dichiarazioni di Francesco Zambelli