Foto Mogliano Rugby / Alfio Guarise
Quarta giornata di Elite, partite da brividi, terminate con distacchi risicati, però partiamo con una considerazione generale.
Fischio d’inizio e via ! Eccoli ancora una volta schierati, gli arbitri italiani di Elite, quasi tutti con un futuro da Europosrt, o Dazn o Now Tv, insomma sono gli arbitri narratori, coloro che durante la partita fischiano e raccontano, danno delucidazioni, fanno capire le regole ai giocatori, giustificano i loro fischi, si accomodano benevoli davanti al giocatore infuriato e gli dicono che è “giallo”. Sono delle trottole viventi chiunque gli giri intorno e parli loro gli rispondono, una di queste trottole, all’occorrenza, ha pure sbagliato a chiamare a se il Capitano, già quale era più il Capitano?
Insomma, cari dirigenti CNA, Falzone, Russo, Mitrea e quant’altri: l’arbitro per farsi accettare deve fare come sopra? Siamo passati dall’arbitro preparato all’arbitro educatore? Dall’arbitro che si fa rispettare con i suoi errori all’arbitro che si giustifica? E quella storia che i giocatori del rugby fanno silenzio ed accettano il responso ? O quella che parla solo il Capitano? Sono concetti che avete fatto fuori voi per primi?
Siamo arrivati all’arbitro che non solo indica ai giocatori “live” i comportamenti da tenere durante l’azione di gioco (ormai cosa condita da tempo), ma che racconta tutto il suo fischio a chiunque lo avvicina ed ormai accade sempre, ad ogni fischio.
E’ anche incredibile che questi arbitri spieghino le regole a dei giocatori di Serie A Elite ! Ma è la stessa categoria arbitrale che poi non apre bocca e invita al silenzio i giocatori ad una partita di Serie B o di Under18 ? Fermiamoci qui va là.
Niente da fare, la grande promessa Valorugby vince ma è il Mogliano che convince. Aspetteremo ancora perchè lo squadrone emiliano possa essere convincente anche dopo la lettura delle formazioni. Non è bastata la rinuncia di Roberto Manghi a tutti i suoi ruoli nel team “granata” (oppure rossoneri? già ma quali sono i colori del Valorugby ? E poi sono ancora chiamati “Diavoli o no? L’identità un po’ langue e fa strano per un team nato da un principio identitario).
Alla fine il match viene deciso dal calo del Mogliano nel secondo tempo, una partita che si è giocata molto sul confronto delle maul e dove il punto di incontro ha cambiato proprietario nel corso del match.
Il Mogliano mostra una buona velocità e buona capacità di esercitare pressione, gioca un tempo completamente alla pari con i quotati avversari ed alla fine mette due preziosi punti sulla classifica. Lato biancoblù spiccano Avaca e Ferrarin (4/5 al piede), impressiona molto bene l’entrante Battara alla mediana di mischia, Christian Sangiorgi (classe ’96) fa due mete me è per molto altro che la sua è una ottima e determinante presenza ai fini del risultato del Mogliano. In generale un Mogliano decisamente competitivo pronto a smentire ogni Cassandra.
Il Valorugby dimostra fragilità incomprensibili per il team in campo, quando arriva sui cinque metri è potente con molte combinazioni, ma per il resto le opzioni sono ridotte. Nel primo tempo ci mette quasi quindici minuti per entrare nelle maglie del Mogliano, poi arranca sulle fasi statiche e subisce i continui ritorni avversari perdendo terreno a volte troppo facilmente. Gioca troppo a schemi, la fantasia sembra abolita e questo non è bene anche se produce la bellissima meta di Lazzarin che, ancora una volta, dimostra di avere una ottima visione del campo. Il clamoroso e davvero brutto buco in difesa che permette la meta degli avversari con Ve’eno è un sintomo sul quale la nuova linea tecnica del Valorugby dovrà lavorare molto. Si fa notare il solito ottimo Sbrocco, che risolve diverse questioni, ed il sapiente Newton. Il Valorugby? Mah staremo a vedere.
Due folate da dieci minuti, una per tempo, tutto il Colorno è qui, tutto il suo match è qui, niente di favoloso, niente bel gioco, niente virtuosismi, il cast eccezionale dei colornesi non fa nulla di più. Cioè, una cosa la fa, vince la partita. Ma anche per questo fanno molto le Fiamme Oro, sono loro che fanno possesso e territorio, fanno le migliori azioni da meta e non, fanno lo spettacolo della partita, fanno assaporare il vero rugby italiano, fanno la rimonta, fanno i tocchi magici (Canna è il top), fanno però anche tutti gli errori possibili di handling e tutti gli errori possibili in touche: Colorno sbaglia praticamente niente.
Sono le Fiamme Oro che mettono in mostra la gioielleria, i grandi nomi biancorossi restano celati, il player of the match è da scegliere fra i cremisi Giammarioli, stellare, o un Vian da capogiro; persino l’ottimo Hugo scompare di fronte a Canna. Ma i poliziotti fanno anche gli errori, quelli elementari, quelli per i quali a volte si critica questo campionato, i ragazzi del Colorno no, certi errori non li fanno, questa partita ci dà la prova che i biancorossi sono davvero in cammino verso il livello superiore.
Così, quando le Fiamme Oro hanno raggiunto un meritato vantaggio, comprimendo gli uomini di Casellato nella propria metà, arriva, ad un minuto dalla fine, il grande errore cremisi, un fallo da giallo che consegna al piede di Hugo il sorpasso sul fischio finale. Ha vinto Colorno e, in tutto quel cremisi, i suoi meriti luccicano davvero: perchè il rugby parte dai fondamentali. Un sincero applauso a Casellato & Frati.
Una nota, Gianluca Guidi, Coach delle Fiamme Oro, non era in panchina perchè squalificato per due mesi per “parole offensive e comportamento irriguardoso nei confronti dell’arbitro Alex Frasson” durante il precedente match con il Petrarca. Ci sta, capita si sbagli. Ma siamo sicuri che sia un errore “da Fiamme Oro”?
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Serie A Elite Maschile – IV giornata
Sitav Rugby Lyons v Rugby Viadana 1970 13-15 (1-4)
Mogliano Veneto Rugby v Valorugby Emilia 32-35 (2-5)
Fiamme Oro Rugby v HBS Colorno 27-29 (1-5)
Rangers Vicenza v Petrarca Rugby 3-45 (0-5)
Riposa: Femi-CZ Rovigo
Classifica: HBS Colorno e Petrarca Rugby 14; Rugby Viadana 1970 e Fiamme Oro Rugby 11; Sitav Rugby Lyons* 10; Valorugby Emilia 9; Femi-CZ Rovigo 8; Mogliano Veneto Rugby* 2; Rangers Vicenza* 1
*una in meno
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