Foto Marco Basso: l’incandescente pubblico di Rovigo
Per la Finale di Serie A Elite fra Viadana e Petrarca del 2 giugno ore 17.30 allo Stadio “Sergio Lanfranchi” di Parma per l’assegnazione del 93° titolo di Campione d’Italia, è previsto uno stadio sold out.
Quella che vi racconto oggi è, come l’avrebbe chiamata il grande Totò, una quisquilia, una inezia, una pinzillacchera, che è talmente entrata nel mood narrativo di questo campionato che quasi ci avevo creduto anche io. Raccontarvela mi costerà forse qualche ingiuria da qualche maleducato dei social ma, ve lo dico, chisseneimporta.
Perchè in realtà in finale quest’anno non c’è Rovigo. Nelle ultime dieci edizioni disputate il Rovigo era andato in finale otto volte (tre volte vincitore del Titolo) portando con se negli stadi delle Finali la sua meravigliosa tifoseria. Meravigliosa ma forse un po’ troppo supponente nel pensare di essere in Italia l’unico pubblico del rugby italiano.
Perchè l’antifona del tifoso rossoblù che “se non ci siamo noi allo stadio fate un vuoto di gente” è una storia che è rimbalzata ovunque in tutte le salse in tutti questi anni; i social traboccano di queste affermazioni. Sono inezie, per carità, ma si era detto che oggi ci si occupava di quello.
La piazza rodigina è la più colorata e numerosa d’Italia ma, per fortuna, non è l’unica. Anche se loro pensano sia così. Quando terminò il derby del 12 maggio il primo tifoso rossoblù che incontrai, dopo avermi fatto le congratulazioni per l’accesso alla finale del “mio” Petrarca, mi disse una cosa tipo “adesso allo stadio a Parma senza di noi sarete in quattro gatti“. Sarebbe stata una battuta da nulla se questo “pensiero” non lo avessi sentito sui social e sui vari dialoghi decine e decine di volte negli ultimi anni (molti). L’ho pure trovato scritto su alcuni media, anche locali.
Invece per la Finale di quest’anno, senza la pur bellissima e numerosissima torcida rossoblù, il sold out c’è lo stesso. Lasciatemelo dire: tiè.
Quindi perchè questa triste (errata) consapevolezza rodigina di essere soli nell’universo? Non è un bel segnale, nè per il rugby, nè per Rovigo.
Non è un bel segnale per il nostro rugby perchè è il sintomo di una percezione di insuccesso, non lo è per Rovigo perchè è una consapevolezza di rinterzo, una continua regressione ai bei tempi andati.
Il rugby italiano da molto tempo è in forte difficoltà e la partecipazione fisica dello spettatore alle partite del massimo campionato è ormai a livelli molto bassi. La stessa città del Polesine, pur potendo vantare la migliore condizione numerica sulle sue tribune, è ben distante dai fasti del passato. Per molte Società è diventata negli anni sempre meno frequente avere un seguito numericamente almeno interessante per le partite in trasferta (Rovigo ancora si difende ma…).
Insomma la dinamica dei numeri fa sentire a qualcuno di essere “solo” ma forse per quel “qualcuno” è una sorta di primato, una sfida fra la passione propria e quella con le altre piazze ovali. Le quali dimostrano di non sapersi difendere benissimo.
A Reggio Emilia hanno di fatto cambiato colori sociali (ora sono granata?) per provare ad essere attrattivi, hanno di fatto utilizzato quelli della locale squadra di calcio, forse hanno avuto ragione. A Padova le stagioni giocate allo Stadio Plebiscito (ma anche una politica di comunicazione da zero in condotta) hanno distrutto le presenze alla partita, il ritorno al Centro Geremia ha portato bene ma la strada della riconquista dello “spazio” perso è lunga. Viadana ha puntato tutto sui risultati ed un certo “amarcord” da Aironi conquistando i cuori di molti ed un discreto ritorno allo stadio. Colorno ha costruito intorno a se una vera community ma i numeri allo stadio sono duri da alzare ancora, nonostante i risultati. Le altre hanno fatto quello che potevano.
Nonostante questo i risultati sono noti: qualcosa in più ma poco. Insomma, bassi. Ma a Rovigo stiano sereni, non sono comunque soli. Ma, ahimè e soprattutto, nemmeno loro sono fuori da quella mischia di difficoltà.
Cosa fare? I Club di Elite stanno stringendo un patto di collaborazione che dovrebbe addirittura portare alla firma ufficiale, entro pochi giorni, di costituzione di una Lega dei club la quale avrà, fra i suoi compiti anche quello di sollevare l’interesse verso il nostro mondo ovale “made in Italy”. Una prova difficile ma possibile.
Permettetemi (e fatevi una risata), il Derby d’Italia è ancora fresco ed un piccolo rispettoso sfottò ancora ci sta. Quindi a Rovigo stiano tranquilli, si sta lavorando contro la vostra solitudine, intanto noi si va a Parma con il sold out e questa volta non vi portiamo con noi. Però c’è la Diretta RAI2/DAZN e la Finale potete vederla alla tv, in tanti, anzi tantissimi.