Quello che davvero domenica scorsa è accaduto a Bologna, che ha portato alla elezione di Andrea Duodo come Presidente della FIR, è stata una grande prova di maturità e coraggio da parte del mondo dei Club.
E’ stato un voto compatto, che non ha ceduto alle lusinghe ed agli inviti reconditi del potente di turno, un voto positivo, dato ad un candidato che si è presentato come il “referente” del movimento e non il suo salvatore (anche se, visti i conti che sono stati lasciati forse ci sarà un po’ bisogno anche di quello), un voto che, quando la mattina è entrato nella sala assembleare, era già composto e schierato come poi si è visto. Un voto silenzioso e fortemente sentito.
Quella Assemblea ha poi scelto, senza compromessi, un Consiglio univoco, dandogli capacità di collaborare e crescere, certo tagliando di netto con il passato, ma soprattutto guardando al futuro.
E’ parsa una Assemblea che non avesse alcuna voglia di guardarsi indietro e quella di ” Andrea Duodo Presidente” pareva una scelta che venisse da lontano, da quando non sapeva ancora che si sarebbe chiamato “Andrea Duodo”.
L’Assemblea ha scelto una visione possibile, contro le fughe in avanti, ha scelto una proiezione manageriale contro il sistema del “Re assoluto”. Da questo punto di vista, pensateci, si potrebbe dire che è cambiato davvero tutto, il taglio con il passato è più profondo e di lungo termine di quanto sembri, sembra si sia entrati in una nuova epoca.
L’Assemblea del 15 settembre è stata prima di tutto una scelta di campo, uno stile “rugby” che è tornato in vita, che si è ripreso il suo spazio, i suoi valori, la sua dimensione italiana. Ha scelto la felicità e l’armonia.
Perchè è stato l’intervento di Gianni Fava che ha fatto tirare a tutti, ma proprio tutti, un sospiro di sollievo. E’ stato il miglior intervento ed il più denso di futuro, ha tagliato in due il mondo, descrivendo senza mezzi termini cosa ci eravamo persi in quelli anni di “lotta dura” e di scontri continui, cosa si era disperso in termini di umanità e relazioni, di crescita e di sviluppo del bene comune.
Perchè non si accorpa la propria under16 con quella del club vicino se il clima è pesante, cupo, di sterile contrapposizione, negativo. La precedente gestione procedeva invece così, tutti se ne erano accorti.
L’Assemblea ha votato per l’armonia, quindi ora siamo tornati tutti insieme, con tutte le nostre competizioni locali, le nostre piccole e grandi ritrosie, le nostre antipatie, i nostri continui distinguo. Ora però queste cose, così umane e normali, inestinguibili ma mutanti nel tempo, ora queste cose non fanno più politica federale, non saranno più oggetto addirittura di delibere del Consiglio Federale.
Duodo è Presidente e con lui una squadra da tanti auspicata, che copre bene nord e sud, grandi e piccoli, zone ad alta ed a bassa densità ovale. Sembra tutto sia al posto giusto, o quasi, guardando si capisce che potremmo farcela davvero ma saranno comunque quattro anni difficili.
Questo mondo di incapaci, perchè così la precedente gestione vedeva e descriveva il mondo dei Club, ha assestato il colpo migliore, ha dato prova di vederci bene, di saper scrivere il futuro del rugby senza nessuno che gli tenga la penna in mano.
Perchè c’è un dato lampante che, con questo voto deciso, selettivo, sicuro e largo, i Club hanno detto a voce alta a tutti, agli opinionisti esterni, ai dirigenti federali, fino a tutte le categorie che vanno in campo, i Club hanno detto: la FIR siamo noi, ricordatevelo.