“Il Benetton Rugby è lieto di presentare la seconda divisa da gara, una maglia dal design innovativo e dall’impatto visivo straordinario…” . Urca, aspetta che ci guardo, chissà cosa avranno pensato quei tessili di Treviso, perchè loro sono là in cima, ogni cosa che fanno in effetti si stacca dalla terra del nostro rugby, quello normale, quello italiano, ecco si, diciamo così. E’ incontestabile che sono parecchie spanne più su.
E poi se quelli della Benetton fanno una maglia, accipicchia, è il loro mestiere, sarà sensazionale, creativa, innovativa, nuova, esclusiva, se non lo fanno loro che sono gli specialisti della moda , e poi, è si o no il vertice assoluto del rugby italiano?
Loro stessi, la Benetton, del resto descrivono questo loro progetto creativo come “un vero e proprio manifesto valoriale dal punto vista umano e sociale. Uguaglianza, rispetto, fiducia, sostegno e lealtà, valori societari, insiti nel rugby, vengono raffigurati da un albero che avvolge la maglia lungo il fronte ed il retro della stessa”. Il richiamo ai valori, va detto, è una gran bella cosa, su questo c’è poco da scherzare, possiamo dire alla Benetton solo un sincero “grazie”.
Il perchè abbiano scelto un albero non è argomento, voi avreste magari preferito un geranio, un pinguino o un impala, un bicchiere di whisky o un vasetto da notte, la creatività è aperta, non si discute. Loro poi spiegano anche che “l’albero, è emblema di vita e di crescita, vede le sue profonde radici essere sinonimo di stabilità e connessione con la terra”. Certo, per quelle cose lì, si presenta meglio un albero di tutti i nostri pensieracci, vasetto incluso (che se ci pensate però….vabbhè, lasciamo stare). Hanno vinto loro.
E’ anche vero che non staremo qui certo a questionare sull’albero che avvolge ecc ecc, del resto lo vedete l’albero sulla maglia vero? Chiaro no? E’ palese? E’ ovvio, manifesto, evidente, lampante, visibile, vero? L’albero e gomitoli inclusi. Tutto ok ! Del resto chi scrive vive di marketing e di design della strategia e non si può sparare sui piedi disconoscendo le scelte creative, anche se, ci sono occasioni (forse anche questa?), che lo farebbe volentieri per guadagnarsi un attimo di respiro, di libertà, dalla schiavitù della creatività.
Il tema vero, quello che proprio ha colpito la materia grigia opacizzata che mi ritrovo, è che quando ho visto questa seconda maglia della Benetton ho pensato che l’avevo già vista. Poi, subito dopo, mi sono detto: “impossibile, mica sono quelli in garage dietro casa mia, volonterosi “china” quelli , questi sono i designer della Benetton !!”
La prima cosa che si nota di questa “seconda maglia” è che i colori non hanno niente a che fare con la narrazione dei tifosi. E’ vero che la questione dei colori in Benetton è complessa. I suoi tifosi si sentono biancoverdi poi vanno allo stadio e si ritrovano in biancoceleste, passa la settimana ed al campo i loro beniamini sono tutti rosa-fucsia-nero, la volta dopo arancioni, poi verde-arancio, poi giallo-blù e via così.; allora tutti a tifare “leoni leoni” che con “forza biancoverdi” ormai non si gira più nessuno.
Ma torniamo a questa seconda maglia insomma, dove l’ho già vista? Mi ricorda qualcosa, una cosa simile, già vista, mi pare pure nel rugby, o era pallamano, o nuoto sincronizzato? O un manipolo di “old”? No no, era proprio rugby… ah si… dai….urca!!!!!! Le Zebreeeeeee ?
Ma no dai, non volevo, mi sto sbagliano, è…impossibile… designer….albero….fronte-retro… impatto visivo straordinario, …. impossibile, chiedo scusa, ho visto male, mi sono sicuramente sbagliato io, adesso cancello tutto. Ciao
…..
le Zebreeeeeeee ???????????????????