L’ESEMPIO COLORNO Sono 207 i punti subiti in 7 partite, solo l’ultima Lazio (256) ne ha subiti di più, dopo sette match 9 i punti in classifica, settimo o quart’ultimo, vedete voi. Il Rugby Colorno sembra davvero abbia abdicato, qualcuno dirà che lo si sapeva ma da queste parti dispiace, era bella la storia della Cenerentola parmigiana che dava il filo da torcere alle “grandi”, fino a che non era diventata anche lei una di loro.
Nell’ultimo turno ne ha presi 52 da Rovigo, ha fatto un continuo dentro e fuori dal match, la scarsa coerenza quest’anno è una sua caratteristica, mai un match in linea con il precedente. Però ne vinti due, con Lyons e Mogliano, che stanno dietro in classifica, ne ha persi cinque: con le prime quattro in classifica e con il Vicenza. Ecco perchè si è scritto “abdicato”.
Poi c’è quello che conta, come è messo in campo? Il gioco c’è ma non si vede, fragile in difesa, la mischia non è quella di prima, tanti giovani di belle speranza, poca dimestichezza, tutti bravi ma forse con la testa altrove. Qualcuno dice che al Colorno quest’anno forse manca un po’ di determinazione. Però c’è più cuore. Capisco allora che la cosa in casa colornese quasi piaccia.
Arrivato alla settima giornata, così vicino alla svolta d’inverno Colorno è la prima vera storia che questo campionato racconta a tutti noi. Ma in verità questo campionato non ci dice questo per raccontarci del Club di Stefano Cantoni in Serie A Elite, ma per dirci di se, di come siano labili e fragili le ascese in Serie A Elite e di come sia facile e, soprattutto, di come risulti rapido, doversene ritirare.
Colorno è un dramma ma non per se, non c’è crisi in questo dramma, non ci sono lacrime o rimorsi, rimpianti o screzi, c’è tanto realismo e amore per il rugby, per il proprio ambiente, per la propria gente ovale. E’ un “dramma” solo per chi ama il campionato, perdere una regina dispiace, avere una parte in meno a far la commedia che conta rovina lo spettacolo: insomma è un dramma per il campionato che perde quella che era diventata una protagonista scontata. Perchè questa nostra Serie A Elite è talmente bistrattata da diventare irriconoscente verso i suoi amici.
Ma gli addetti ai lavori sanno che i biancorossi hanno dovuto ritirare il guanto di sfida che avevano lanciato tre anni fa, si sono presi una pausa, questo campionato è troppo avaro di tutto per meritare una attenzione più lunga. Avaro di soddisfazioni per chi ci investe, avaro di risultati riconosciuti dal movimento, avaro di sbocchi per tecnici e giocatori, avaro di visibilità, avaro di economia e finanza, che ci vuole anche quella. Così qualcuno può anche abdicare e mettersi a fare tutto il possibile per “ricreare le condizioni” ma intanto…..
Questo Colorno non è un dramma per se ma solo per la Serie A Elite. Un campionato che ha una porta chiusa verso il futuro.
PETRARCA VINCE MA NON C’E’ RISCATTO Vince il Petrarca a Viadana, senza dubbio. Tiene il punto anche quando gli altri risalgono, gestisce bene le fasi di maggior impatto, cura il punto di inconTro ma soprattutto vince “alla mano”. Perchè è chiaro a molti che quest’anno la forza petrarchina sta nei tre quarti prima che negli avanti e la partita di questo settimo turno è vinta muovendo palla, consegnando fiducia ai veloci, sfruttuando nel gioco le complicità di reparto.
Un bel Petrarca, divertente ed animato. Ma la testa ancora no, non è a posto Molte fasi sono gestite in automatismo ma la squadra ha ancora paura di non potersi permettere la tranquillità vera e gioca con un pizzico di ansia di troppo, certi errori si ripetono, mancano sorrisi in campo.
Una vittoria comuque che non ha niente a che fare con la sconfitta con Rovigo del turno precedente, nessun riscatto. I malori sono stati assorbiti ma non guariti del tutto, il Petrarca ha dimostrato sempre certi limiti, inclusi i falli, ma non ha trovato un avversario capace di sfruttarli veramente. E comunque i Derby d’Italia si riscattano solo con il successivo Derby d’Italia, quello che sta in mezzo è un’altra storia.
VIADANA E’ CORTA Viadana perde l’occasione per dimostrarsi davvero la numero uno e da queste parti si è convinti che potesse fare di più, ma è mancata una spinta tecnica, qualche sostegno, un po’ più di fantasia. Forse anche la preparazione non è arrivata, cosa buona visti i tempi, in effetti è presto; ma soprattutto è mancato il “risolutore”, colui che ti prende e ti porta con se, la leadership tecnica che legge il campo prima dei soli avversari e/o delle proprie risorse. Ottimo Viadana ma forse di lui, proprio nel match clou, probabilmente non si è visto davvero tutto.
ALTRO CHE VALE Vicenza ferma la Lazio in rimonta, sul fango Mogliano e Lyons non riescono a farsi del male, il Valorugby ansima ma legge e costringe alle corde le Fiamme Oro. Tre piccoli e grandi verdetti di giornata che dicono molto di più di quello che sembra. In particolare uno: il Vicenza alla terza vittoria, gestita in uno scontro diretto salvezza, sesta posizione in campionato ed un paio di stelle a brillare in campo. Un incontenibile e straordinario Vunisa vince il Player of the match in attesa gli venga consegnato il premio alla carriera.
Forza Serie A Elite… e crepi l’avarizia.
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Serie A Élite Maschile, VII turno:
Rugby Viadana 1970 v Petrarca Rugby 20-28
Femi-CZ Rovigo Delta v HBS Colorno 52-24
Mogliano Veneto Rugby v Rugby Lyons 6-6
Fiamme Oro Rugby v Valorugby Emilia 16-20
Rangers Vicenza v Pol. SS Lazio1927 35-26
Classifica: Femi-CZ Rovigo 32; Rugby Viadana 1970 punti 29; Valorugby Emilia 27, Petrarca Rugby 26; Fiamme Oro Rugby 21; Rangers Vicenza 14; HBS Colorno 9; Mogliano Veneto Rugby 8; Sitav Lyons 2; Lazio Rugby 1927 2