
Non fermatevi al punteggio del Petrarca, ma forse sarebbe meglio dire del Colorno, andate più in là, c’è un vertice classifica che soffre pesantemente ed il meglio si vede, con un tocco di ansia, fre le “seconde”.
Così Colorno batte i padovani in fondo solo perchè interpreta fino in fondo il gioco del rugby dove ogni matche conta e si gioca fino alla fine, il Viadana se la cava senza il bonus, Valorugby fa il peggio che può e lascia il match ad un Rovigo bruttino ed alla fine è la partita fra Mogliano e Vicenza che merita la miglior menzione anche se, anche lì, brillare non è la parola chiave. .
Poi c’è il derby di Roma, passano agevolmente le Fiamme Oro anche se il primo tempo lo portano a casa i biancocelesti. Quattrocento spettatori per il derby del rugby della Capitale (che fa 2,8 milioni di abitanti), forse qualcuno a Roma si deve fare delle domande, darsi delle risposte e smettere di alzare la voce in Lega.
Ma che brutto Valorugby, stracarico di errori che neanche una Under12, e poi i falli, e poi gli errori al piede (Farolini 0/3), e poi il vagar per il campo in cerca di soluzioni e poi le corse (belle queste) che fruttano due mete alle quali seguono stati di confusione. Lato Valorugby non è stata sembrata nemmeno una partita di Serie A Elite, certe cose vano segnalate, una saga degli errori a questo livello merita la retrocessione automatica per manifesta incapacità. Certo, è una battuta, ma altrimenti non si riesce a raccontare quando male è andata e meno male che doveva essere un match clou. Violi &Co se ci siete battete un colpo : la barca forse non affonda ma viaggia tutta storta, inguardabile.
E Rovigo? Si adatta alla situazione, si coccola la sua incapacità di lavorare in attacco, ringrazia la sua difesa a tratti bucata a tratti altamente reattiva, il lavoro sul punto di incontro e le sue terze linee, Casado Sandri monumentale Player of the Match, ringrazia la regia ottima di Thmpson ed il suo 6/6 al piede, Rovigo fa un match in parte incosistente ma visto l’avversario di giornata più che sufficiente. Si può dare di più in rossoblù? Certo che si, ma il tema pare sia a lento svolgimento. Giazzon ha bisogno di aiuto?
Il Petrarca si siede durante il match, fa delle pause, a volte anche lunghe, specialmente nel secondo tempo, gli ultimi dieci minuti quando, dall’alto, si fa per dire, di un proprio vantaggio per 17 – 6, comincia a farfugliare, regalare falli, palloni e morale ai biancorossi che, palesemente, vogliono il match più di ogni altra cosa, sicuramente più dei loro avversari. La serie di errori che i tuttineri inforcano negli ultimi dieci minuti è di sapore epico e ricorda tanto il derby con Rovigo. Per dire che non è la prima volta e l’epilogo è lo stesso. Ma c’è nervosismo fra le file petrarchine, si vede, team non sereno, il giusto giallo su inutile fallo di Nostran, uno dei senatori, lo dimostra, il secondo fallo da giallo alla fine del match, quello che regala prima la palla e poi la partita al Colorno è altrettanto insensato, lo fa Jimenez, ancora troppo giovane per giocare da grande. Una segnalazione: la bella meta petrarchina al largo messa a terra dal giovane centro Destro è frutto di una combinazione con il “vecchio” Minozzi (si proprio quello li) ed il solito Lyle. Sono i trequarti la grande risorsa di questo Petrarca, chissà se l’ex-tallonatore e l’ex-mediano di mischia che dalla panchina gestiscono la squadra lo hanno definitivamente visto.
Il Colorno ? Buono, testardo più che tecnico, primo tempo da buttare poi rientra molto concentrato nel secondo tempo dove fa la partita, gioca meglio, anzi gioca davvero, mentre gli avversari vivacchiano, Ceballos, Batista e Hugo tengono alta la tensione mentre Ruffolo e Koffi (meno in vista del solito ma sempre presente) scavano il solco. Una prestazione migliore del solito ma i malesseri sono dietro l’angolo. Questo Colorno un obiettivo però lo dovrebbe avere, arrivare primo fra le seconde, è il minimo per il blasone che ha vestito fino allo scorso anno. Bravi biancorossi.
Mogliano non gioca benissimo e forse appena appena appena “bene” ma la sua ariosità e la sua convinzione fanno la differenza. Rispondere subito alla meta vicentina, una bella uscita da maul di Foroncelli, con un gioco al largo è stato il simbolo della sua giornata. Nel secondo tempo i biancoblù trovano più spazio ma è anche vero che lo cercano, presidiano, usano, lasciando ad una discreta gestione delle fasi statiche la possibilità di fare il gioco. Alla fine ne escono anche troppi errori (ma dopo che uno ha visto il Valorugby di giornata, passa un po’ tutto) ed una dimensione di punteggio maggiore del previsto. Questo Mogliano deve gestire meglio la sua giovane ansia, a volte darsi tempo durante il match, il fischio finale è sempre all’ottantesimo. Piaciuta molto la prova della prima linea del secondo tempo Aminu-Gallorini-Gasperini, svetta su tutti un fenomenale Nicholas Gasperini. Il Vicenza? Buono per una buona partita, un po’ troppo “pesante” per l’avversario di giornata, ma ha saputo mettere agli avversari tutti i dubbi che forse aveva programmato.
Una Serie A Elite che lavora sul testa-coda come capita spesso in questo periodo del massimo campionato italiano ma porta fuori (ed in Tv) troppi errori che non meritano l’appellativo di Elite. Di questo aspetto ci si deve tutti far carico, sia in ambito tecnico che di gestione del campionato, le cose devono modificarsi: il nostro rugby deve imparare a stare in campo davvero e le scelte/investimenti dei Club devono privilegiare la consistenza tecnica prima del risultato. Vogliamo cresscere !
