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SERIE A ELITE

ELITE: UN GRANDE PETRARCA FA SUA LA FESTA

Il Petrarca vince alla grande il Derby d’Italia, lascia a secco gli eterni rivali rossoblù (niente mete in partita, zero punti in classifica), fa sua tutta la festa dei novant’anni del club di Rovigo, della quale il match era l’atto finale, una ciliegina sulla torta che fino al giorno prima sembrava già dei padroni di casa.

Ma il Derby è una cosa unica, chi dice che al Derby d’Italia può accadere di tutto ancora una volta ha avuto ragione.

Il Petrarca se lo porta a casa chiudendo con fare deciso e decisivo la serie negativa di quattro sconfitte consecutive (tre in campionato ed una in Coppa Italia) che erano costate, tra l’altro, la finale di coppa e la messa in discussione del’accesso ai playoff di campionato. Il turno di campionato invece dice che i padovani restano terzi ed è il Valorugby che si vede raggiunto al quarto posto dalle Fiamme Oro, ahi ahi Ahi.

LA FESTA Derby d’Italia di fuoco, oltre quattromila persone sugli spalti allo Stadio Battaglini attratte anche dalla grande festa del 90° compleanno rossoblù, oltre due giorni di eventi in città, cene e pranzi ovunque con i quattrocento (oltre 700 quelli contattati) giocatori vecchie glorie del Rovigo, fra i quali il mito Naas Botha, arrivati da “ovunque” a  ricevere il “cap” rossoblù. Cose che fanno la storia. In campo la fanfara dei Bersaglieri, i paracadusti che portano il pallone della partita dal cielo e mille altre situazioni. Una festa davvero bellissima, densa, emozionante, simbolo di una bellissima identità sportiva che cresce ancora, nonostante l’età! Ma il Derby è indiscutibilmente del Petrarca, i Neri vincono, rubano porprio la scena finale e si portano a casa la Adige Cup. Anche questo però passerà alla storia.

DERBY D’ITALIA La partita è una sola per i padovani, gli avversari invece si crogiolano in un up&down piuttosto sterile; ma è una bella partita, tesa anche se avara di veri colpi di scena.

Vince chi l’ha giocata come un Derby, tanto di cappello al Head Coach petrarchino Victor Jimenez che, cancellando le sue dichiarazioni dell’andata (“è solo una partita“), nella scelta del XV iniziale inserisce fra i parametri quello di “petrarchinità e sensibilità al derby”, così si ritrovano in campo una sequenza di super-motivati che non mollano per un solo secondo, che vogliono la partita più di ogni altra cosa. Funziona, eccome se funziona.

Per Rovigo non è lo stesso, specialmente nel secondo tempo fra i gesti dei rossoblù c’è troppo tecnicismo e meno aggressività, manca decisamente qualcosa per essere o farlo diventare “il match della vita”. Matteo Ferro ieri ad un certo punto era un po’ più solo.

PETRARCA Quasi perfetto, mette in piedi un muro difensivo insormontabile fatto di placcaggi a volte durissimi, a volte rincorsi, a volte intuiti preventivamente, la difesa è spesso avanzante, la dimensione della concentrazione è massima per ottanta minuti: i falli, troppi nel primo tempo, quasi scompaiono nel secondo.

Sviluppa attacco plurifase e con diverse modalità, anche combinate, centri ed ali servono per difendere e sfondare. La touche è a posto anche se il suo sviluppo di gioco a volte è troppo corto, mischia vincente, straripante nel secondo tempo. Il Petrarca cresce nello scorrere del match, diminuiscono gli errori, aumentano le sfide all’avversario: rubare in touche, imporsi sul punto di incontro. E’ davanti a questo che Rovigo piano piano retrocede.

Tutti top in campo ma Minozzi è super, fa un capolavoro in difesa, salva più volte il match dei Neri e semina panico sulla fascia, Citton c’è, attacca e difende, Michieletto decide che comanda lui, Botturi si trova immerso nei giochi dei grandi e si dimostra all’altezza, Ghigo segue la scia,  ma quello che piace tantissimo da queste parti è la continuità dei “due”: Cugini e Montilla, ottimi !! Top fra i top.

ROVIGO I rossoblù fanno anche bene, riescono a tenere  in mano territorio e possesso in ampi spazi del match, fanno tutt’altro che una brutta partita ma troppo spesso si trovano senza “piano B” in attacco e decisamente scarsi sia in touche, a livello di conquista, sia in mischia, a livello di lancio di gioco.

Subiscono il punto di incontro e, nel secondo tempo sembrano decidere per la difesa, non vedono quasi più i ventidue avversari e, come si diceva, perdono il senso del match e soprattuto del Derby.

Il gioco del Rovigo continua a non convincere ma è lassù in cima alla classifica ed un motivo eccome se c’è. Ora però, con l’aria da playoff che tira, i match valgono come “one to one”,  tutti sono solamente durissimi, senza pause, questo Rovigo deve darsi un assetto da gara più solido. Ora non c’è.

ADIGE CUP Unica pecca della organizzazione rossoblù è la dimenticata consegna della Adige Cup ai vincitori. La consegnerà, dopo una sorridente e pacata rimostranza, proprio chi scrive qui, la prende in consegna D’Amico che la porterà in spogliatoio. E non c’è altro da aggiungere. Ci sarebbe… ma no dai.

DERBY DEL PO Viadana perde la testa che una capolista non fa così. Tre cartellini, di cui uno rosso, portati a casa con tre falli brutti, spregevole il pugno. Una squadra disunita, che si affida alle magie del proprio “bravo” di turno (la meta di Farias all’inizio ne è un esempio) perde perchè la disciplina conta ma soprattutto a rugby si gioca in quindici. I gialloneri sono forti e si vede anche in questo match, ma la cosa ha un senso solo se giocano a rugby, magari tutti insieme.

Colorno fa un capolavoro, sta attaccato alla partita contrastando con un attacco potente (che bella la meta di sfondamento del solito ottimo Koffi) ed una difesa sufficiente (…non sempre quadrata….) le folate dei primi in classifica, risponde con la stessa durezza (anche i biancorossi si prendo un giallo ed alla fine ci saranno una meta di punizione a testa) e, appena i gialloneri perdono la testa, assestano il colpo con il proprio fuoriclasse: Ceballos.

Il Derby del Po apre con il fuoriclasse della riva sinistra, RogerFarias, e chiude con quello della riva destra: Ceballos. Ma è l’ultimo che vince, anche al piede 3/3, il giallonero 2/3.

Viadana male male, sembrava inconsapevole della posta in palio, poco maturo per l’occasione. Colorno, pensa se si fosse svegliato così qualche settimana prima…. .

Per Viadana la prossima è a Padova, sarà dura… per tutti.  Colorno riceve Rovigo, ovvero l’ultima delle quattro in testa con la quale quest’anno non ha ancora vinto, chissà se Gacia se la ride già !!

GLI ALTRI Mogliano mette decisamente sotto una Lazio adesso praticamente retrocessa, Umberto Casellato prova soluzioni nuove e sorride al successo, meritato.

Le Fiamme Oro prendono la partita tremendamente sul serio, del resto sono settimane che giocano sulla rincorsa, ce la fanno, sia a portare a casa il match con i cinque punti sia a spaventare i quattro in cima. Adesso i poliziotti sono a pari punti con gli Emiliani di Reggio al quarto posto ed il prossimo turno di campionato c’è proprio Valorugby Vs Fiamme Oro… urca !!

Prossimo turno infuocato: ci vediamo allo stadio ! Forza rugby italiano.

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Giornata 15 Serie A Elite  
Rugby Viadana 1970 v HBS Rugby Colorno 1975, 22-24 (1-4)
Fiamme Oro Rugby v Sitav Rugby Lyons, 32-19 (5-0)
Rangers R. Vicenza v Valorugby Emilia, 6-11 (1-4)
Mogliano Veneto Rugby v Pol. SS Lazio 1927, 47-13 (5-0)
Femi-CZ R. Rovigo v Rugby Petrarca, 3-13 (0-4)

Classifica: Rugby Viadana 1970 punti 61; Femi-CZ Rovigo 56; Petrarca Rugby 51; Fiamme Oro Rugby e Valorugby Emilia 48; HBS Colorno e Mogliano Veneto Rugby 34; Rangers Vicenza 20, Sitav Lyons 19; Lazio Rugby 1927 7

 

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