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QUESTIONE D'ELITE

LE FIAMME ORO IN “ELITE” HANNO ANCORA SENSO ?

Se un team delle Fiamme Oro abbia senso inserito nella massima categoria del nostro sport non è un tema nuovo ma la cosa assume una nuova valenza ed un nuovo impulso dopo la costituzione della Lega Italiana Rugby e tutto quello che questo atto rappresenta.

Va detto però che un motivo forte sulla riapertura di questo tema è da imputare alle stesse Fiamme Oro Rugby che, con il loro comportamento politicamente iper-attivo di questi ultimissimi anni, hanno reso maggiormente evidente e, per qualcuno urgente, questo dibattito.

Una entità totalmente statale nel rugby italiano di vertice, una entità senza budget e, se vogliamo dire ne abbia uno allora è totalmente dello Stato italiano, una entità che distribuisce stipendi fissi e posti di lavoro statali ai giocatori che intercetta, poi sceglie e porta con se. E’ tutto ok? E’ tutto normale nella Serie A Elite di ieri, di oggi e….. di domani?

Le Fiamme Oro Rugby nascono a Padova nel 1955, subito vincono molto, sono il top del rugby italiano, sono soprattutto di quegli anni i cinque scudetti tricolori che portano in bacheca (uno è del ’68). Retrocedono dal massimo campionato nel 1978 e vengono così chiuse. Le Fiamme Oro Rugby riaprono nel 1985 a Milano presso il III Reparto Mobile e,  trasferite a Roma, cominciano la scalata verso la massima serie negli anni duemila sotto la guida di quello che anche oggi, dicono i corridoi, sia il suo primo “tifoso”:  Armando Forgione, nominato Prefetto e oggi Direttore  presso la Direzione Centrale per gli Affari Generali e le Politiche del personale della Polizia di Stato.

Le Fiamme Oro sono quindi nel massimo campionato nel 2012, è la Celtic League e l’uscita di Viadana dal campionato di Eccellenza che ne consente il ripescaggio.

Da quel momento le Fiamme Oro hanno, nel panorama politico del rugby, un atteggiamento sommesso, delicato, trasparente ma soprattutto apparentemente inattivo, la loro condizione di entità statale garantita, vaso di ferro fra i vasi di coccio è fin troppo palese e la riservatezza diventa un modo per mitigarne gli effetti sgraditi.

Le cose cambiano negli ultimi anni quando le Fiamme Oro si buttano nella gestione tecnica e politica del rugby, diventano anche perno evidente e non per forza dirimente (come era stato diverse volte in passato) del sistema rugby. Il protagonista odierno in cremisi è Tommaso Niglio che ha anche un passato nelle Fiamme Oro Rugby (fino al 2003) ma delle quali è soprattutto oggi Vice Presidente Vicario.

Tommaso Niglio, solo a scriverne il nome vengono i tremori ai polsi, in Polizia dal 1994 ex  Funzionario dei “Falchi” di Roma, ex Dirigente della Squadra Mobile prima di Terni, poi Latina, Salerno, L’Aquila, ci risulta Ex Dirigente del complesso comando di Polizia del Prenestino (Roma) ed oggi invece Dirigente dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico della Questura di Roma dove ha in capo le Volanti della Città di Roma. 

Un giorno mi raccontarono di un “apprezzamento” non positivo espresso da Tommaso Niglio verso questo spazio web, difficile per me non preoccuparsi i primi due minuti, un alto funzionario di Polizia che dice…. , poi scelsi di non crederci, le solite illazioni, i soliti giochetti, pensai, ma pur scegliendo così mi resi conto che una “quaestio” in effetti esiste.

Ma ce ne sono altre.

Tutti i club del rugby di Elite sono privati, vivono degli sponsor che trovano, dei titolari di impresa che li gestiscono e che versano nelle casse dei club propri averi per far proseguire l’attività, subiscono e combattono con logiche di mercato. Le Fiamme Oro non hanno alcun problema di budget, sono soldi pubblici assegnati. Punto. (ma però mi chiedo, perchè hanno sulle maglie due sponsor? E’ loro consentito come entità statali? Mah. Formalmente sarà sicuramente corretto)

I Club cercano i propri giocatori misurando gli ingaggi con  metriche a volte imbarazzanti dove uno stipendio in Elite parte anche da un minimo di rimborso spese di 500/700 euro al mese, quando arriva fra i 1200 ed i 1300 euro si è gran contenti. Contratti annuali, sport da precari.

I giocatori delle Fiamme Oro, che da anni rappresentano l’unico sicuro team professionistico all’interno del massimo campionato italiano,  percepiscono uno stipendio fisso del mondo della Polizia di Stato che si dice sia , medio, di 1300 euro, per tutti, automaticamente prorogabile post-carriera sportiva con adesione al Corpo di Polizia il cui ingresso è garantito.

Un futuro garantito, se Checco Zalone lo avesse saputo, nella sua logica cinematografica del posto fisso, avrebbe giocato a rugby. Nelle Fiamme Oro però.

Le domande, come si vede, sono un po’ sempre le stesse ma erano inutili fino a che il sistema puntava verso il basso, come prima della costituzione della Lega, ma ora il tragitto è l’opposto e le differenze si vedono. Così recentemente si ritorna a parlare di un punto di partenza difforme, insomma, una diversità che si farebbe anti-sportiva perchè non è garantito per le competizioni fra i Club privati e quello statale un identico punto di partenza.

Tommaso Niglio non è però solo al vertice delle Fiamme Oro ma è oggi anche l’attivissimo Vice Presidente della Lega Italiana Rugby dove, dicono i soliti bene informati, pare lui sia la spina nel fianco del Presidente Arletti (Viadana), uno dei leader della “opposizione” interna dentro la Lega.

Quindi ora le Fiamme oro sono al vertice della Lega, ma le Fiamme Oro possono decidere del budget minimo delle altre squadre quando loro di fatto non ce l’hanno, possono decidere del sistema dei permit player se il loro sistema dei giocatori è chiuso e garantito dallo Stato, possono, da Apparato dello Stato, negoziare da parte contro-parte all’interno di un consesso privato quale la Lega? Quindi, come fa un Apparato dello Stato, questo sono le Fiamme Oro, ad essere parte in causa non neutra in un dibattito politico fra privati e nelle relazioni con una organizzazione con personalità giuridica di diritto privato quale è la FIR ?

Come si vede le domande negli ultimi periodi sono cresciute.

Però se delle Fiamme Oro Rugby vogliamo ricordare tutto facciamolo anche per quella frotta sempre più ampia di bimbi e ragazzini, ragazzi e giovanotti che, partendo dalla per nulla “agevole” periferia romana giocano con la maglia della Polizia in quei quartieri e lo fanno nelle Under 8 10 12 14 16 18 proprio delle Fiamme Oro che assolvono così ad una funzione sociale davvero inestimabile.

Torniamo però ai “professionsiti”. Le Fiamme Oro hanno allora senso in una Lega professionistica di rugby, quale è l’ambizione di questa LIR, ha senso partecipino al gioco politico non da super-partes, ha senso schierino una squadra con regole diverse dagli altri e via così? La risposta non è più facile come un tempo.

Uno di quelli che la sanno lunga con il quale recentemente parlavo di questo dicendogli che secondo me, per quel che io posso capire, credo la posizione della squadra della Polizia sia in effetti legittima ma ogni giorno che passa sempre meno opportuna,  mi raccontò che aveva trovato non intelligente le Fiamme Oro avessero respinto l’ipotesi di essere il polo italiano del Seven Rugby di fatto ritirandosi così dal rugby a XV (ma poi , al tempo, chi respinse chi?).

Poi mi disse che lui suggeriva la copertura economica che lo Stato destina a questa squadra di rugby fosse usata per crearne tre o quattro sul territorio nazionale che militassero in serie B o A, (sud Italia?) comunque in serie minori: un ampliamento della destinazione sociale del rugby statale. La cosa tutt’oggi non mi convince ma ve la racconto lo stesso.

Discutere di questo non è cosa breve e, anche se il diritto di esistere del rugby della Polizia è una delle cose da difendere con le unghie e con i denti, i dati di cui sopra però ci sono, il dibattito oggi è sempre più forte e le Fiamme Oro dovranno guardare al proprio futuro con maggior realismo di quanto hanno fatto negli utlimi tempi.

7 Comments

7 Comments

  1. Paolo Bianchi

    5 Maggio 2025 at 13:05

    La soluzione migliore per il movimento sarebbe che le Fiamme Oro si facessero carico della Nazionale Seven, a tempo pieno e ritirandosi dal rugby a 15.
    15-20 ragazzi dedicati a tempo pieno solo a questa versione del rugby, e che prendono parte ai vari tornei in giro per il mondo, fino alle Olimpiadi (si spera).
    Credo sia la soluzione migliore e che dia maggiore visibilità alle Fiamme Oro.

  2. Davide

    5 Maggio 2025 at 15:51

    Secondo me vedi un problema dove in realtà non esiste. Se le FFOO avessero così tanto potere contrattuale, si vedrebbero arrivare mezzo Rovigo-Petrarca-Viadana ogni anno. Invece non è così.

  3. Luca

    6 Maggio 2025 at 09:50

    Penso che alla fine sia un non problema. Cavilli circa i quali possiamo discutere all’infinito ma alla fine bisogna guardare ai fatti e i fatti dicono che le Fiamme finora hanno fatto del bene al movimento essendo attivi nel centro sud italico. Anche, xchè no, assicurando un futuro ai ragazzi. Ovviamente non tutti possono essere ammessi alle Fiamme infatti le altre squadre “private” non rimangono sguarnite. Inoltre mi risulta non giochino stranieri. Anche questo penso sia positivo x il ns movimento

  4. Valeria Pio

    6 Maggio 2025 at 11:58

    Bellissimo articolo con tanti spunti di riflessione.
    Penso che le Fiamme Oro facciano bene ad esistere, soprattutto in un’Italia dove il professionismo nel rugby è ancora un’utopia. Rappresentano un’anomalia, è vero, ma anche un presidio di continuità e speranza in un sistema che spesso fatica a reggersi da solo. Il fatto che siano una squadra statale, con risorse garantite, può far discutere, ma è anche ciò che consente loro di mantenere viva una tradizione sportiva e offrire ai giocatori una prospettiva concreta. In un campionato dove molti vivono di sacrifici e rimborsi, forse servirebbe più un rafforzamento del sistema che l’eliminazione dell’eccezione.

  5. Davide

    6 Maggio 2025 at 12:23

    Pardon. Alla luce del nuovo articolo sulle dimissioni di Manghi apparso su Rugbymeet, capisco il vostro articolo: https://www.rugbymeet.com/news/418827898374/terremoto-nella-lega-dei-club-manghi-mi-faccio-da-parte

  6. Carmelo

    7 Maggio 2025 at 22:15

    Non sappiamo le dinamiche interne alla Lega, quindi se le prese di posizione del vicepresidente Tommaso Niglio siano o meno destabilizzanti, però non mi sognerei mettere in discussione l’esistenza delle FFOO nel panorama rugbistico italiano, troppo precario il professionismo, anche nel rugby di vertice, pur riconoscendo la loro anomalia, esse rappresentano una compagine strutturata, che svolge un compito importante a livello giovanile. Tra l’altro, anche se costituiscono un richiamo importante per tanti giovanI rugbisti, fino ad ad ora non hanno alterato gli equilibri tecnici del campionato italiano. Personalmente incoraggerei l’istituzione di altre squadre militari, in passato vie era la squadra interforze dell’esercito, la squadra della Marina, la squadra dell’Areonautica, quanto meno per fare un torneo nazionale 7’s interforze

  7. Mauro Nori

    8 Maggio 2025 at 08:06

    Non condivido nulla di quanto è stato detto e non solo per ciò che le FFOO hanno dato alla storia del rugby italiano, ma, e, soprattutto per ciò che offrono al nostro movimento sportivo.

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