L’atmosfera del Derby d’Italia è sempre particolare e lì si riesce a combinare dei belli scherzi. Ben organizzato dallo staf tecnico rossoblù e ben gestito in campo quello tirato al Petrarca in occasione di questo fine settimana, scherzetto pesante con Giazzon che cambia completamente le carte in tavola presentando una formazione pressochè inedita e poi dal campo il team rodigino che segue bene lo schema del match e se lo porta meritatamente a casa.
La partita però vale certo un altro Derby positivo, la Adige Cup e, più che mai, l’accesso alla finale scudetto contro l’altra qualificata: Viadana.
ROVIGO VS PETRARCA I rossoblù vincono forse soprattutto perchè fanno qualcosa di nuovo, in prima linea, in cabina di regia, nel mezzo del campo, una formazione inedita e motivatissima, con Lertora che alla fine conterà un 6/6 al piede, Giazzon scombina le carte e ci ricava una gabbia nella quale chiude bene il Petrarca nel scondo tempo impedendogli di giocare al suo solito.
Rovigo disciplinato, netto negli interventi, pochi errori, con una difesa solo leggermente superiore a quella di una settimana prima, quello che basta, ed un minimo di cinismo in più nelle fasi statiche (generalmente perso però il confronto in mischia). Troppe volte perde la palla sul punto e questa è cosa che andrà rivista in funzione della finalissima con gli escavatori gialloneri. Alla fine i rossoblù sono capaci di approfittare di ogni singola occasione loro posta, la meta invece è una scommessa casualmente vinta (e forse forse …) , il piede per i punti d’oro arriva dai tantissimi falli avversari. Gioca tatticamente con perfezione il secondo tempo e vince tanto che il finale con il drop di Thomson è solo per i ricordi al bar, la partita era già vinta da una decina di minuti per KO mentale degli avversari.
Il Petrarca è l’opposto degli avversari, stessa formazione di sempre, stesse mosse, stessa impostazione di sempre, di Petrarca ce ne è uno solo ed è tutto tutto fuorchè sorprendente e sconosciuto (in particolare agli avversari). Forse in una semifinale andata e ritorno si poteva fare di più.
I Neri entrano in campo e giocano bene, mostramo ancora una volta il proprio livello tecnico superiore dimostrando ancora una volta di non sapere cosa farsene, producono tanto, raccolgono poco e si prendono una meta “da polli” alla fine del primo tempo. Rientrano in campo (ma c’erano davvero?) e scompaiono dai radar, si caricano di falli e di errori, escono dal campo che la stagione è finita. Tutto quasi indolore da quanto “facile” è stato
Alla fine il giusto tripudio rossoblù, per tutti, anche per quelli che pensavano fosse tutto impossibile, ma da queste parti lo avevamo detto che al match precedente era tutto finito in “pareggio”. Adesso tocca alla finale a Parma il 31 maggio, la torcida rodigina è già in moto.
VIADANA FACILE FACILE Quattro mete in trenta minuti e tutto e chiuso sul ventotto a zero per il Viadana. Poi la partita va avanti, inutile ai fini del verdetto ma necessario per chiamarla “partita” che arrivi all’ottantesimo, ed il Valorugby si prende qualche soddisfazione arrotondando il punteggio mentre in campo c’è una specie di mattanza inguardabile.
Viadana affronta così la seconda semifinale facile facile e chiude quel suo “progettone”iniziato con la sua sconfitta (voluta) nell’ultima giornata di campionato quando aveva pesantemente perso dal Valorugby (evitando così di trovare le Fiamme Oro nelle semifinali, “tenendosi” per quelle il fragile team di Reggio Emilia).
Se la Lega Italiana Rugby contava sulle quattro semifinali per fare promozione TV del proprio sport e divulgazione del rugby ne ha avute due, quelle fra Rovigo e Petrarca, le altre non sono state all’altezza, spettacolo misero e senza il grado competitivo che si chiede a delle semifinali. Ma per questo il Presidente della Lega Guido Arletti, che è anche Presidente del Viadana, non deve fare molta strada per chiederne conto.
Adesso spazio alla Finale ( 31 maggio Parma) la cui organizzazione è stata affidata proprio alla Lega Italiana Rugby. Forza rugby italiano.
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