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SERIE A ELITE

IL CIELO D’ELITE E’ ROSSOBLU’

Foto FIR : Rovigo campione d’Italia ed una dedica speciale a Matteo Moscardi 

e così il cielo diventa improvvisamente rossoblù. Perchè è la prima meta di Rovigo, quell’intercetto e quella corsa, la aggressione sul difensore avversario, la continuità ad ogni costo, il tocco oltre l’ultima riga, sotto i pali, è questa la vera immagine di tutti gli ottanta minuti di Rovigo Campione d’Italia. Combattimento e spinta oltre ogni proprio errore, mai un passo indietro, carichi di falli nel primo tempo si chiudono in una difesa asfissiante, gli altri di mete ne fanno tre ma la cosa non fa paura, la pressione sull’avversario rimane la stessa.

Se è il cambio di passo del secondo tempo che certifica la conquista del titolo non c’è un minuto del match che non lo abbia raccontato. Rovigo non ha solo vinto una finale ha vinto tutti i fantasmi che troppo avevano pesato in altre circostanze. Rovigo che non sa fare punti, Rovigo che non sa giocare l’attacco, Rovigo e l’incertezza della mischia ordinata, tutto archiviato nel nome della Finale perchè i rossoblù sanno, a differenza degli avversari, che questa non è una partita come le altre, non ha nulla a che fare con le altre. I Derby d’Italia li hanno abituati ai match “diversi”, a guardarli in maniera diversa, una abitudine che li fa Campioni d’Italia.

Ma c’è anche un utilizzo perfetto, anzi, spettacolare, della propria rosa da parte di Coach Giazzon e dello staff tecnico, una scelta oculata ed azzeccartissima del primo XV e di tutti i tempi dei cambi, si aggiunga una tenuta fisica sul campo che supera di gran lunga gli avversari, una panchina pesante e motivatissima che quando entrano i tre cavalieri della seconda-terza linea i giochi sembrano davvero finiti.

Rovigo è Campione d’Italia ed è una sorpresa solo per coloro che non hanno visto le semifinali, artisti nello spegnere la luce agli avversari nel secondo tempo, i rossoblù vincono una partita che si chiama Finale ma, va ricordato, lo fanno da secondi in classifica e dopo aver superato alcuni schock non da poco.

Vincono un Derby d’Italia a fine novembre  in rimonta (28 – 26), entusiamante solo per i tifosi, in realtà lo perdono gli avversari ed i rossoblù hanno poco da sorridere; così la sconfitta di Natale proprio con il Viadana (23 – 26) è una conferma e suona infausto il campanellino della sconfitta di gennaio a Mogliano (12-19). Giazzon si dibatte in panchina ma perde male il Derby d’Italia di marzo (3-13) e malissimo  il ritorno con Viadana (62 -34). Tutte pagine che a Rovigo pesano, tanto.

Come si vede la marcia di Rovigo verso la Finale non è assolutamente trionfale come invece quella degli avversari, ma quello che conta, e si vede benissimo durante i Playoff, è che i rossoblù imparano tanto da tutto questo, non si lasciano dietro niente. Da questre parti se ne è convinti: la micidiale alternanza della rosa è frutto di tutto quel trambusto. Bravo Giazzon & Co. Anzi bravissimi.

Così Rovigo è Campione d’Italia, giocandosi tutto il bello ed il brutto di un campionato, portandoselo tutto in campo nell’ultima sfida, dopo le semifinali con due Derby d’Italia pesanti ed altrettanto significativi.

E così, direttamente dal campo, sale il giusto entusiasmo di una città in mischia.

VIADANA KO SENZA APPELLO … perchè le finali non sono un compitino da svolgere bene tecnicamente e poi “tanto siamo i più forti” che nel Polesine ancora schiumano quando ricordano quella frase di un Coach petrarchino “non sempre vincono i migliori”. Ma era vera. 

Viadana fa il miglior campionato e presenta la miglior rosa del torneo, con dei talenti assoluti, sequenze di gioco miste anche molto belle da vedere, i gialloneri fanno spettacolo per diciassette giornate, tutti, anche qui, si stravede per loro. Perdono davvero solo con il Petrarca tutte e due le volte e con uno scatenato Colorno al ritorno.

Poi i gialloneri scelgono di fare a meno della partita numero diciotto e così fanno a meno anche dei Playoff…. il resto si è visto. 

Dicono i dirigenti gialloneri:” Non si vince una partita così giocando solo un tempo“. Tutto vero, vero anche che il primo tempo, vissuto in superiorità numerica per oltre la metà già non prometteva nulla di buono, i gialloneri erano tutti presi a fare bene le cose ma c’era tanto bel rugby e poca Finale nei loro tacchetti.

Comunque sia andata però un dato incontrovertibile c’è: Viadana è prima forza del campionato. Due anni di dominio sono evidenti e chiari, la Società è rinata e funziona, il mondo giallonero è forte e ben presente, è un club che in larga parte degli ultimi due anni ci sarebbe piaciuto chiamare Aironi, per quella parte di ottimo ricordo che lo Zaffanella ha lasciato di se a quel tempo. Viadana c’è e fa un gran bene al gioco del rugby. Per ora deve bastare questo.

Forza rugby italiano.

 

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