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SERIE A ELITE

SERIE A ELITE: ANNATA NEGATIVA. NON CRESCE NIENTE.

Non è stato un Campionato “bello”, è stato lo stesso campionato di sempre, un po’ meno.

Si intende della Serie A Elite che, dopo il giusto tempo trascorso dalla splendida vittoria rossoblù del titolo di annata, ora richiede senza’altro che la si guardi al di fuori della passione del momento e le si dia un giudizio generale, scevro dai particolari, dai singoli momenti top, insomma, per aggrapparsi agli specchi sarà per la prossima volta.

La Serie A Elite quest’anno è stata sempre la stessa cosa anzi, un po’ meno, ma il fatto che più allarma è che nulla è stato costruito fino a qui perchè la prossima stagione possa essere migliore. Perchè per la prossima stagione arrivano le prove vere.

Ma vediamo quella appena trascorsa.

In campo si è visto poco di diverso dal campionato precedente, il livello si è forse anche leggermente abbassato, del resto sono state meno le squadre davvero competitive, si è abbassato anche il tasso tecnico, nonostante i ritmi siano cresciuti, anzi forse proprio per quello sono stati ancora tanti gli errori ed i problemi tecnici. I tanti giovani in campo hanno generalmente portato tanta “gioventù” e poco d’altro, spesso scolastici ed inesperti. Sono stati però tanto premiati, soprattutto come player of the match, con un paternalismo dolcissimo e condivisibile. Il limite di un rugby che deve ancora crescere tanto.

Poi ci sono i giovani che fanno i professionisti, loro sono stati soprattutto legati alle Società in Elite che sono cugine di URC, questi hanno alzato la media “giovanile”, alcuni anche bravi, tutti insieme per nulla determinanti: senza la guida tecnica “giusta” affondavano anche loro.

Il campionato della disparità e della asimmetria di partenza, dove Società, giocatori, Coach, dirigenti, misurano sulla loro pelle ogni anno differenze di ingresso e di gestione a volte pesanti, non ha mutato in nulla la sua forma.

Convivono giocatori professionisti ed altri a rimborso spese, poi le vie di mezzo, gli stranieri se la passano forse un po’ meglio; fra tutti a qualcuno le Società trova ancora un lavoro stagionale per farlo tirare avanti. Grandi ragazzi: ci vuole davvero tanta passione.

La storiella dei giocatori di Serie A Elite che vanno in Nazionale è rimasta una mezza bufala per tutti (del resto, con il ritorno al timone della vecchia direzione tecnica….), Quesada ha fatto un paio di giri con il piccolissimo giro di stelline italiane che si sapeva, quindi diverse dichiarazioni stampa intelligenti, alcune strappalacrime. Il resto è pane solo per eventuali giocatori Accademici, ma anche per loro c’è un bel “forse”, visto che la politica federale punta di fatto sugli stranieri eleggibili.

In quasi tutti i match, salvo qualche italico magari vetusto e scafato, i migliori in campo sono stati gli stranieri. I punti di forza dei vari club si prendono all’estero e poi molti di loro fanno davvero la differenza. Guardate le quattro finaliste dei Playoff.

Gli arbitri? Brutta stagione. Molto male, fra snobberia ed arbitraggio dalla cabina di regia, errori ed interpretazioni personalissime, non hanno concorso in nessun modo ad alzare il livello. Alcuni di loro sono in Elite da troppo tempo. Il gruppo arbitri lavora evidentemente solo per portare due tre nomi “in alto”, dimenticando che il rugby comincia dalla Serie C, non finisce in C ….e neanche in URC.

Gli Head Coach, tutti bravi, anzi bravissimi. E tanto permalosi. Però, a dirla tutta, sarebbe giusto che la FIR pagasse ad alcuni di loro un viaggio di tre mesi in Nuova Zelanda e poi corsi di aggiornamento veri. Basterebbe licenziare una fettina degli inutili consulenti tecnici che ha la FIR e parte della valanga di sovrapposizioni di coach e staff tecnici  “azzurri” di tutte le età che la Federazione custodisce in splendida inutilità. Ecco trovato il budget per Auckland.

Pubblico presente in calo, interesse per il campionato in calo, non ci fossereo certi match (Derby d’Italia in testa) il campionato sarebbe già morto.

Ci sarebbe molto altro ma, insomma, tutto è praticamente come prima,  e niente che dica che possa cambiare, salvo che la FIR,  immobile e cristallizzata sulla pesante situazione economica, non lasci la patata alla litigiosissima Lega neo costituita.

La Lega Italiana Rugby ha brillato di gioia organizzando due Finali, quella della Coppa Italia e quella, appunto, della sua Serie A Elite. Tutto bene. Per il resto aspetta che i capi veri,  Franco Ascione e l’altro miracolato federale, Daniele Pacini, le dicano come sarà fatta la sua prossima  stagione. Il potere logora chi non ce l’ha.

Va ricordato che la Lega aveva posto come suo obiettivo quello di essere l’organizzatrice del prossimo campionato, il 2025/2026, se così non sarà il suo scioglimento sarà con tutta probabilità alle porte. Del resto la Lega ha potuto darsi, forse causa sabotatori interni, solo una organizzazione “Media & Eventi”, la parte tecnica è rimasta un sogno. Il Direttore Generale è dovuto uscire dalla Lega dopo averla creata e gestita per qualche tempoo, un segno evidente della immaturità di certi club, in questo quelli statali l’hanno fatta da padrone.

Bilancio 2024/2025 negativo, ci si aspettava molto di più, vedremo cosa saprà condire questa estate ma in tanti cominciano a chiedersi se valga davvero la pena, visto anche il suo costo, contare su questo campionato e sulla sua scarsa loquacità. Ce ne sono tanti altri di migliori in giro, in fondo in primis la  FIR a quelli davvero guarda.

Staremo a vedere, solo a vedere, che di chiacchiere siamo già pieni.

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