Insediato con gran sfarzo di comunicazione il nuovo CdA delle Zebre Parma, la franchigia italiana che gioca in URC e che campa da sempre sulle spalle della Federazione senza aver mai raccolto, forse proprio per questo, risultati significativi.
Le Zebre sono un caso sottaciuto di malagestione, la possibilità di nascondere fra le pieghe del Bilancio Federale le sue molte spese, ha impedito che diventassero un caso di malasportività nel panorama italiano. Presidenti improbabili e cambi di amministratori senza fine hanno contraddistinto gli anni di gestione che hanno fatto sembrare le Zebre un autobus e, non bastasse, con troppe fermate.
Il nuovo CdA raccoglie una brutta eredità, edulcorata da alcune vittorie in campo dell’ultima stagione (5 vittorie 1 pareggio e 12 sconfitte) e classificatasi comunque penultime, la vera storia difficile delle Zebre non è più da tempo quella vissuta in campo. Quest’anno poi di quello che accadeva in campo importava poco a tutti, giusto lo scarso pubblico che frequenta Moletolo ai match, perchè tutto l’interesse è stato puntato sul fatto che le Zebre potessero salutare Parma e trasferirsi, cambiare nome e salutare gli antichi… beh no, “fasti” decisamente no … diciamo … salutare i vecchi tempi. Stop.
Doveva andare tutto nella mani dell’imprenditore Alessandro Banzato e del suo Petrarca Rugby ed invece con una ritirata dell’utimo secondo le Zebre sono rimaste a pesare (tanto) sulle casse federali che hanno però provveduto ad una potente sforbiciata di fondi.
In questo contesto arriva il nuovo CdA delle Zebre, con la pancia vuota e la cassa a zero, in questo senso le Zebre sono senza’altro, almeno per come l’ha messa già il Presidente Duodo e la sua gestione, una delle poltrone meno ambite della galassia FIR.
Non bastasse il pasticcio di cui sopra, nemmeno il tempo di far respirare il nuovo CdA che già un paio di complessità lo colpivano, una fra queste le dichiarazioni pubbliche molto autorevoli dal Veneto che parlavano (ancora) di Zebre a Padova dal 2026/2027. Raimondo e Sandra avrebbero detto:” uffa che barba uffa che noia“.
Ma il nuovo CdA delle Zebre questa volta è uno di quelli solidi, gente che più problemi dai loro più ci sguazzano, altro che Zebre siamo nel compendio delle vere volpi federali, animali politici di lungo corso come il nuovo Presidente Gianni Fava o i Consiglieri Roberto Zanovello e Claudio Perruzza. Insomma questi qui se non avranno abbastanza problemi li creaeranno agli altri ed alla fine la “soluzione”, posto la FIR sappia esattamente quale sia, in qualche modo la troveranno.
Gianni Fava, che è ora il Presidente delle Zebre, è uno che ha le idee chiare ed è scarsamente soggetto a circonvenzione, zero a ricatti o manipolazioni, uno che va diritto, ha una lunghissima storia di dirigenza nel rugby federale, insomma pare sia nel posto giusto.
Roberto Zanovello da Consigliere Federale, ed anche dopo, da grande oppositore di Gavazzi prima ed Innocenti poi, è stato uno di quelli, il più efficace, che si divertiva a spulciare il Bilancio Federale per trovarci le poste “nascoste” delle Zebre, oggi quelle poste sono tutte sue.
Claudio Perruzza è il Segretario Federale FIR di Alfredo Gavazzi, licenziato da Innocenti, si dice abbia preso un compenso a sei cifre dalla FIR per cotanto affronto. Perruzza è ora rientato dalla finestra della gestione del Presidente Duodo, che non ha ancora fatto una nomina “nuova” neanche a pagarla oro, “il nuovo corso della FIR” raccoglie tutto dalle vecchie conoscenze dei tempi andati, dirigenti da sempre che più vetusti sono più diventano importanti, una sorta di gerontocrazia ovale che si è abbattuta ora anche sulle Zebre.
A questo gruppo di volpi è stato affidato il compito di farsi affiancare da due rappresentanti del territorio parmigiano, Carlo Ghisoni e Piermaria Saccani: guardare ed imparare.
Chissà perchè da queste parti, nonostante tutto, però a guardare al trio Fava-Zanovello-Perruzza viene in mente che forse questa volta le Zebre andranno davvero a posto, questi appartenenti alla dinastia del “vulpes vulpes” hanno competenze da vendere e capacità di scavare a fondo, se non trovano loro la “quadratura del cerchio” allora le Zebre possono chiudere o passare alla pallavolo.
Per il resto la tristezza di aver sempre da raccontare di problemi vecchi e di vecchie soluzioni, di vere novità in giro questa FIR ne produce gran poche. Forse nessuna. Ah già “le Zebre vanno a Padova…” , sai che novità. Anzi no restano a Parma (sai che novità).
Anzi no…