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A TITOLO PERSONALE

VIENE A GIOCARE DA NOI ? ABBIAMO UNA BELLA CLUB HOUSE !

di Umberto Casellato

Le novità sono sempre una cosa molto stimolante e, alla proposta di avere uno spazio personale dove poter scrivere i miei pensieri e le mie impressioni , mi sono subito entusiasmato. Lo faccio con grande passione, come è  nel mio carattere. Una ultima cosa in questo primo appuntamento la voglio sottolineare: questo non sarà per me uno spazio in cui voglio predicare delle “verità assolute”  ma solo  trasmettere delle considerazioni sul nostro movimento, siano o meno condivisibili da chi legge.

Ogni Presidente o Dirigente con cui ho parlato nella mia vita rugbistica ha sempre iniziato snocciolandomi numeri di atleti iscritti, l’importanza nel territorio del CLUB come aggregazione sociale finendo, come vero fiore all’occhiello di piccole medie e grandi società sparse su tutto il territorio, alla sua Club House.E’ vero che la Club House è fondamentale per la aggregazione di grandi e piccoli , vecchi e giovani , e aiuta questa nostra disciplina ad elevarsi mettendo al centro la amicizia e la condivisione di una passione,  concetti da altri quasi totalmente sconosciuti , ma siamo sicuri che sia veramente la cosa più importante ?  E’ così fondamentale  un cuoco che fa la pastasciutta o un autista che passa per case o istituti scolastici con il pulmino della società a raccogliere i ragazzi per andare al campo ad allenarsi? Comprare la macchina fabbrica ghiaccio serve più per gli spritz della club house o magari è meglio dislocarla in infermeria per riempire le borse del ghiaccio per gli atleti con traumi? E’ meglio  dare un terzo tempo ogni fine allenamento ai ragazzi  o palloni efficienti con il grip adeguato e materiale tecnico quali, per esempio,  scudi, sacchi da placcaggio per effettuare skills necessarie? Perché troppo spesso quando si ha uno spazio in una struttura sportiva destinata al rugby si pensa alla club house e non a una palestra funzionale  per fare crescere  fisicamente gli atleti  e prevenire infortuni? Perché quasi tutti i Presidenti  non mi hanno mai elencato in testa i successi sportivi del club (anche a livello giovanile), le competenze dei tecnici dei settori giovanili, gli spazi dedicati all’attività specifica quali palestra, campo piccolo coperto per skills individuali , macchina da mischia e altri strumenti per praticare a livello professionale la nostra disciplina? Un’idea me la sono fatta girando quasi tutto il Veneto e non solo nell’elite ovale e confermo che ci sono certo delle eccezioni, mosche bianche. Per raggiungere risultati sportivi, che non sono solo la vittoria di un campionato, ma anche la crescita tecnico-sportiva del club intensa come atleti prodotti per l’Eccellenza o ancora meglio per il PRO12, alla maggior parte dei Club manca una valida programmazione e non è sufficiente l’alibi della mancanza di risorse economiche. La professionalità per fare questo parte dal settore dirigente, sono loro i protagonisti di un vero cambio culturale del rugby italiano, perché loro sono il motore di tutte le società nel bene e nel male.  Alcuni club italiani sono lo specchio del mio pensiero,  la lungimiranza del loro settore dirigente li ha portati al vertice e continuano a restarci perché per loro oramai è un fatto culturale; altri invece hanno vissuto un periodo più o meno roseo ma, costruiti come castelli sulla sabbia, alla prima onda sono caduti.  Io sono un sognatore di natura , quindi  sono sicuro che con il tempo questo fattore “Dirigenza”, importantissimo, farà crescere tutte le altri componenti , fino a farci raggiungere i livelli europei.

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