Fantascienza? Invece pare proprio che…
Questa settimana Francesco Ascione incontrerà il Consiglio Federale e gli racconterà ben due cose: le attività svolte fino ad oggi in ambito internazionale ed un progetto che ha preparato con entusiasmo per dare il proprio contributo ai progetti federali della gestione di Marzio Innocenti. Rileggete sei volte: avete letto bene.
Qualcuno di voi avrà strabuzzato gli occhi: ma come ancora Francesco Ascione? In effetti era la figura che, appena eletto, il Presidente Innocenti aveva estromesso dalla gestione federale affidando il ruolo, massimo vertice dell’Area Tecnica, a Daniele Pacini (già vice di Ascione).
Francesco Ascione è una figura controversa, in federazione con ruoli dirigenziali dal 1996, prima come consulente, da qualche anno è stato assunto come dipendente da Alfredo Gavazzi. Sono di Francesco Ascione tutti i progetti che hanno, di fatto, affossato il rugby italiano, progetti che puntavano, almeno fino a ieri, in direzione diammetralmente opposta a quelli di Marzio Innocenti. Certamente Ascione non è mai stato un sostenitore di Innocenti e del cambiamento, quando questo è arrivato lui si è attaccato al posto di dipendente. Forse in attesa di una congrua buona uscita o, furbamente, di un nuovo incarico, che oltre a reintegrarlo avrebbe minato definitivamente l’immagine del neo-Presidente e dei suoi sostenitori.
Non si sa se la cosa è seria o vale per il gioco delle parti ma pare che alcuni consiglieri (ah quanto ci piacerebbe sapere chi sono questi geni!) abbiano chiesto ad Innocenti di appellarsi ad Ascione ed alla sua “esperienza” (da queste parti ci viene da aggiungere “distruttrice”) ed ora il Presidente, secondo indiscrezioni che girano nell’ambiente FIR, lo metterà davanti al Consiglio del 10 dicembre a raccontare quanto bene lui può fare al vento del cambiamento.
Così, in una atmosfera da “Gattopardo”, Ascione presenterebbe il suo progetto “Italian Qualified Exiles”, un progetto finalizzato al monitoraggio ed alla selezione dei giocatori all’estero che possano essere eleggibili per le Rappresentative Italiane. Un progetto che fa riferimento alle nuove normative di World Rugby sulla eleggibilità internazionale, che entreranno preso in vigore, e che punta a scovare e gestire talenti invece che a Benevento o Catania, a Foggia, Napoli e L’Aquila, nello United Kingdom, in Argentina, Australia e Sudafrica.
Un progettone che prevede Talent Camp in UK alimentati da un gruppo di Talent Scout e gestito da un gruppo di lavoro composto da allenatori e manager. A capo di tutto questo ci sarebbe Francesco Ascione, il quale acquisirebbe grazie alla nuova FIR nuovo prestigio internazionale e grande visibilità anche extra-continentale: un vero ministro!
Ora, sia chiaro, Francesco Ascione fa il suo gioco e nessuno ha dubbi che lui sia un gran prestigiatore, resta il fatto che se in passato le cose non hanno funzionato e/o sono stati fatti degli errori, la responsabilità pesa sul capo di chi comandava, quindi a lui. E’ una legge della vita ma soprattutto del “lavoro” e del cambiamento. Il primo che dovrebbe avere la creanza e lo stile di farsi da parte dovrebbe essere Francesco Ascione. Diversamente è il Presidente che sceglie.
Perchè quando le cose devono cambiare ci si aspetta che si passi anche dalle persone, l’aria nuova in FIR non si dà solo aprendo le finestre un’oretta al mattino presto. Le gambe degli uomini è il posto dove camminano le idee, per cambiare le seconde è bene farlo anche con le prime ma soprattutto ci piacerebbe tanto sapere se dentro questo italico stivale ci sono altre voci nuove, alcune magari più giovani ed anche un po’ “digitali” in grado di prendere in mano le redini di questo nostro rugby e dare la spinta al rinnovamento (già, renovatio).
E’ Winston Churchill quello che ci ha raccontato che “non sempre cambiare equivale a migliorare, ma per migliorare bisogna cambiare” . Forse è il caso che qualcuno si arrenda: le elezioni federali ci sono state a marzo. Loro avevano perso.