L’argomento non fa dormire qualcuno a Parma, però è qualcuno di molto importante, fa sbattere la testa al muro a Treviso, che si rompe il muro, imbarazza quelli di Padova, che forse hanno un vantaggio sugli altri ma solo psicologico.
Anche se non è l’argomento numero uno di questa FIR, votata a territorio e rugby di base, piaccia o no ai paladini delle tre città la questione del rugby cosiddetto “celtico” è al centro degli schemi federali.
Circola uno spiffero che ogni secondo che passa sempre di più diventa una notizia (forse già lo è): per la partecipazione al Pro14 (o sedici) il vero nuovo progetto della FIR si chiamerebbe “Dogi”.
Un nome che dà i brividi a molti appassionati del nordest, i Dogi, la selezione ad inviti delle Venezie che fra il 1974 e gli anni Novanta si confrontò con il gotha del rugby mondiale.
FIR & Regione Veneto, li abbiamo visti a Venezia presentare il nuovo staff Azzurro e, secondo gli autorevoli spifferi di cui sopra, il Presidente Federale avrebbe acconsentito affinchè sia la stessa Regione Veneto a farsi prima promotrice di questo progetto. Sembrerebbe siano già pronte le convocazioni dell’Assessore allo Sport regionale Corazzari per vedere intorno ad un tavolo “serenissimo” intanto i padovani del Petrarca ed i trevigiani della Benetton. L’idea sarebbe quella di riunire i loro sforzi tecnici ed i loro propositi economici sotto l’egida storica dei Dogi.
La cosa non solo ha senso ma sarebbe una soluzione di grande impatto. E’ risaputo che quello dei “Dogi” è un progetto molto caro a Marzio Innocenti e che risponderebbe in maniera sensata ed importante ad una grande domanda: cosa c’è di più forte ed importante che non avere due franchigie sullo stesso territorio? Risposta: averne una sola che vince davvero.
Infatti l’idea di sezionare il Veneto, separare le risorse disponibili fra Padova e Treviso è in effetti una opzione di seconda categoria (piaccia o no a Padova)
L’idea di mantenere tutto come è adesso, ovvero il grande sogno di Treviso, visti i risultati sportivi degli ultimi otto anni e quelli delle recenti elezioni federali è una stupidaggine ed un non-senso.
L’idea che le franchigie siano tre è come dire che l’Assemblea del 13 Marzo non è esistita, anzi ha vinto qualcun altro, e quindi le risorse della FIR vengono destinate solo ed unicamente all’Alto Livello.
L’idea invece che sia la stessa Regione Veneto a promuovere un’unica grande franchigia, che si ispiri alla più luccicante tradizione di tutto il rugby del territorio delle Venezie e invece molto forte. Non solo per il ritorno sportivo, ma anche per quello economico. Proviamo ad immaginare il ritorno di immagine e di contatti che una regione a forte vocazione turistica e con un importante assetto produttivo come quella veneta avrebbe con un team sportivo che si fa rispettare in Europa e fa parlare di sé nel mondo.
Sarebbe anche un colpo vincente per tutta l’economia locale delle Venezie e c’è poco da impressionarsi per questo, perchè è così che si deve affrontare il professionismo oggi, quindi se il tema è quello economico, eccolo servito.
Se il sogno si chiama “Dogi” non sarà facile realizzarlo, ci sono decine di variabili che sfrecciano fra i campanili del nordest ma una cosa è sicura: tutto come è adesso non può restare perchè è provato, non funziona.
“Duri ai banchi“.