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SERIE A ELITE

IL TOP12 CALA IL TRIS D’ASSI (IL DESTINO FAVORISCE CHI OSA)

Rovigo, Calvisano e Valorguby in cima a pari punti. Questo il tris di veri assi che domina il Top12. Silenzioso come non mai il Calvisano macina vittorie straripanti forte di un ritrovato equilibrio mischia-trequarti. Brunello è tornato in testa ai pensieri di tutti.

Valsugana e Verona hanno invece deciso che tornare indietro non deve essere per forza il proprio destino. I padovani sono in gran crescita, tecnica ed emotiva, i veronesi cominciano ad aggiustare qualche meccanismo (soprattutto fra i primi otto). La lotta del fondo classifica deve ancora raccontare tutta la sua storia.

E’ Mogliano che cade sotto le grinfie dei padovani, i biancoblù, dopo i fasti iniziali, sono alla sesta sconfitta consecutiva e questa pesa davvero molto. Il team trevigiano ha infatti un calendario particolarmente favorevole in queste prime giornate perchè quasi tutti gli scontri con le top di classifica sono concentrate nella sua seconda parte. Per questo Mogliano, dopo questa sconfitta si è ufficialmente trascinato nella zona retrocessione e per tirarsene fuori ha a disposizione un mese fra la metà di febbraio e quella di marzo durante il quale  avrà quattro match durissimi e tutti in fila:  Viadana-Verona-San Donà- Lazio. I ragazzi del Terraglio hanno davanti un periodo di fuoco, forse una rosa così giovane e motivata non aspetta altro per poter crescere davvero. Allora forza ragazzi che l’occasione è arrivata. 

Se alla Caserma Gelsomini quel calcio di Biondelli all’ultimo secondo fosse entrato nessuno avrebbe avuto da ridire, quello di Gennari poco prima aveva centrato i pali. la differenza fra Fiamme Oro e Valorugby però non è tutta qui. Era un match dentro-fuori per entrare fra i primi quattro in cima al Top12, in campo c’era palese consapevolezza di questo ma i due team sono rimasti concentrati sul match  non solo regalando un ottimo spettacolo ma anche regalandosi una prova di maturità che deve far paura a tutti gli avversari.

Le Fiamme Oro hanno perso ma conquistato 2 punti, hanno portato a casa un gioco finalmente omogeneo per quasi tutti gli ottanta minuti, hanno dimostrato ancora di essere squadra molto fisica ma oggi anche di saper muovere la palla se proprio serve, hanno perso qualche mischia ma si sono rifatte con qualche touche ed una maul molto ben impostata, sanno riconquistare la palla ma ripartire da gioco rotto è fase da studiare meglio. Rullo di tamburi: i cremisi hanno dimostrato di poter avere fantasia nella impostazione dell’attacco, mai uguale. Questo è un risultato davvero importante degli uomini di Guidi, forse la progressione più bella che ci ha regalato questa partita. Queste Fiamme sono state davvero un bel vedere e per loro non è assolutamente finita qui. In campo brilla il talento spontaneo e la velocità di decisione di Marinaro, top-cremisi del giorno, il lavoro duro e determinante di un ottimo Zago e l’apporto in corsa di un Kudin molto buono.

Valorugby, posizione in classifica a parte, entra di diritto da oggi nel gotha del rugby italiano. Non basta arrivare in alto, difendere il punto è la vera prova ed adesso basta dimostrazioni, quelli di Reggio Emilia ci sono: il quadro tecnico è assolutamente conclamato, la capacità di visione di gioco è di alto lviello, la gestione degli skill avversari sufficientemente matura. Questo è un team da play-off ma non da sparring partner. I ragazzi di Manghi giocano un match al solito molto veloce, un rugby piacevole da vedere che ha nelle terminazioni sui centri il vero valore aggiunto. Così gli emiliani non sono mai distanti dalla palla, hanno la linea sempre in prossimità e sanno muovere gli avversari. In difesa i brutti ritardi nel ri-schieramento provocano qualche danno di troppo. Gran rugby, gran team, i mediani sono il top, Panunzi è davvero “OK” ma le mani di Rodriguez sono davvero d’oro, alcune mischie sono da manuale ed anche in giro per il campo si fa sentire un ottimo Muccignat. La squadra è in equilibrio.

Il Derby d’Italia n° 164 è stra-vinto da Rovigo. Vince in mischia alla grande, vince soprattutto in difesa: impenetrabile. Il risultato darà ragione della grande volontà dei petrarchini ma dalla tribuna non è mai parso davvero in bilico. Rovigo che sa fermarsi e ripartire, gioca il punto e ne esce con molte opzioni, gestisce mete su multifase che si concudono con corse da centometristi, muove un pick&go da manuale, vince gli impatti. Gioco-partita-incontro e forse anche qualcosa di più. Perchè Rovigo gioca solo un derby, gioca da derby, eppure non esce dalla partita, freddo e determinato come non si vedeva da tempo, la squadra pare aver raggiunto la quadra. Rovigo prende due meritati cartellini gialli che dimostrano il limite non sia ancora chiaro davvero per tutti ma era un derby, può accadere. Chillon e Ferro i “number one” ma da queste parti l’applauso più forte ci viene per Majstorovic che fa un lavoro a volte oscuro ma determinante.

Il Petrarca ha fatto il massimo che poteva. Nessuna recriminazione? Qualcuna piccola si. La meta subita dopo un minuto dimostra che qualcuno è rimasto a casa, esibire una nuova “ala” arrivata dal Pacifico, Leaupepe, mentre la mischia collassa ad ogni piè sospinto ha un sapore irreale da Star Trek. In genere il Petrarca ha fatto bene quello che era nelle sue corde anche se la difesa è scricchiolata pesantemente: vale anche qui che era un derby, di fuoco. Bettin di gran volontà molto buono, ottimo anche Saccardo, la palma del nero-top se la giocano Gerosa e Zini, la generosità e compostezza tecnica del primo contro la visione di gioco e sacrificio difensivo del secondo. Bravi. Sul Petrarca si dovrà ancora scrivere, c’è un progetto che non prende quota, solo sfortuna?

Il Derby d’Italia corre il pericolo di fangosità eccessiva  e di sparizione. Dopo gli sputi  e gli insulti razzisti di qualche settimana fa oggi gli striscioni di cattivo gusto in tribuna. Esibiti dalla tifoseria rodigina quei drappi genericamente insultanti (difficile ravvisarvi “goliardia”) sono il simbolo di una cattiva interpretazione della tradizione sia per chi li ha scritti che per chi all’opposto vorrebbe il derby del “voemoseben“. Fra l’inguria pesante ed il buonismo puritano il Derby rischia di perdere il suo vero clique di sfida fra due città che sportivamente non si sono mai amate ma sempre rispettate, per rintanarsi nel gretto conformismo del becero insulto o dei fiori nei cannoni. Urge le due Società si ritrovino e, senza nulla vietare, riscoprano e facciano riscoprire ai team ed ai propri tifosi il sano valore di una tradizione che altrimenti verrà perduta.

La responsabilità del recupero di questo modello sportivo ovale unico in Italia è in capo a Rugby Rovigo e Petrarca Rugby, solo alle due Società, chi dagli spalti e dal campo crede di poterlo fare proprio a suo modo deve avere il diniego che merita. Questo è l’appello de “Il Nero il Rugby” ai Presidenti Zambelli e Banzato. 

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