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SERIE A ELITE

ECCELLENZA PER NULLA SCONTATA, MAGARI DATATA

Non hanno avuto vita facile quelle di testa ad aver ragione di tre degne avversarie (San Donà, Mogliano e Fiamme Oro) che hanno voluto mettere prima di tutto in chiaro che il Campionato non è scritto per nessuno, che la strada non è spianata al di la ed al di sopra di ogni legittimo calcolo di classifica.

La dodicesima di Eccellenza è andata “in onda” in sordina, troppo rugby in giro per avere anche la sola speranza qualcuno se ne occupasse veramente ed allora se ne sono occupati con serietà certosina quelli che sono andati in campo. La Eccellenza ha forse rispettato gli 1X2 prevedibili ma San Donà e Mogliano hanno pure portato  in saccoccia il punto di bonus con punteggi che sanno di sangue e trincea; in fondo alla classifica è solo un punticino che salva la Lazio dal ritorno pesante degli abruzzesi, per i Crociati il punto di domanda si fa sempre più grande ma la risposta è rinviata agli scontri diretti.

Al minuto 19 del primo tempo Calvisano era già sopra di 14 punti (3-17) ma al minuto 25 del secondo il risultato era aperto: 20 -27. La rimonta dei cremisi passa, come sempre, per le mani esperte di Nicola Benetti e per il pilone classe ’89 Di Stefano. I bresciani allora spingono a più non posso e riescono a chiudere il match con tanta fatica e solo grazie al solito Griffen, ancora una volta man of the match e il fatto che il riconoscimento sia toccato a lui la dice lunga sulla partita dei gialloneri.

San Donà chiude il primo tempo in vantaggio 5-0, nel secondo tempo la partita si gira o forse si gira altro, alla fine i sandonatesi parleranno elegantemente di “troppi errori professionali in campo”, sta di fatto che Prato la porta a casa sul filo del rasoio. La cosa non riesce a Mogliano che subisce in mischia ma soprattutto non supera la linea di meta avversaria, Viadana sorride.

Chi non fa meta non vince“, me lo ha detto, parecchio tempo fa, un “old”, uno di quelli che di rugby ne hanno fatto tanto. Io sono stato immediatamente scettico sulla affermazione del vecchio rugbista pensando che alla fine una meta sono due calci, anche meno. Tempo dopo ho capito che il rugby non è così semplice, non si ferma alla banalità dei numeri, chi non supera la soglia dell’avversario ed ha già avuto violata la propria non ha la forza di portare a casa la partita. Già, la forza, non quella fisica ma quella mentale. Cosa credete che sia mancato a Mogliano e San Donà in questo fine settimana? Come mai le tre squadre con età media più alta sono in testa alla classifica? Vogliamo poi leggere quali sono stati i tre “man of the match”, gli uomini partita,  dei tre match di cui sopra? Uno l’abbiamo già detto, Paul Griffen (classe 1975), poi Gonzalo Padrò ( ’83), Aldo Birchall (’78). Qualcosa vorrà dire.

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