Foto: Il Petrarca festeggia l’ultima partita della stagione giocata in casa
Chi legge dalle terre del Granducato dei Medici sa che la minestra “sciocca” è semplicemente senza sale, insomma, non sa di nulla. Così è stato per i Play Off a sei squadre della Serie A Elite (su nove partecipanti il campionato, che follia) , alla fine non hanno saputo di nulla. Sciocchi.
Perchè dopo due giornate complessivamente modeste, senza grandi scontri e gran gioco, senza troppo pathos o rincorse, senza suspense o colpi di scena, si è arrivati che l’accesso alla finale se lo giocano la settimana prossima le squadre arrivate nelle prime quattro nella stagione regolare. Come un play off di tutti gli anni precedenti, uguale preciso in tutto, incluso le sfide: prima contro quarta e seconda contro terza, Et voilà, come se la formula di quest’anno, drammaticamente ingiusta, non fosse mai esistita.
Così, alla fine di questo giro di quattro partite, quello che resta sono due vere “semifinali”, di sola andata, nel senso che sono senza ritorno, in tutti i sensi: Viadana Vs Valorugby (sabato 11 ore 17 allo Zaffanella) ed il Derby d’Italia Rovigo Vs Petrarca (domenica 12 ore 17 al Battaglini). Chi vince si gioca, a Parma il 2 giugno, il titolo di Campione d’Italia. Evviva.
In due, quindi, escono di scena, Colorno e Mogliano.
IL COLORNO SALUTA MOGIO MOGIO Se c’è una cosa che, in questa uscita dei biancorossi, non si riconosce, è lo stile di Casellato. Il Coach trevigiano, in campo, non ha mai fatto nulla senza “clamoroso” furore o “dissacrante” pacatezza, insomma, nulla senza fuochi di artificio. Invece l’uscita di questo Colorno dai play off sa di nebbia al mattino presto, sa di mirto fuori dalla Sardegna, di cipressi bassi e larghi, perchè i ragazzi di Van Thonder non hanno messo giù un solo minuto dei play off nei quali potessero far pensare che ce la potessero fare.
Anche con il Valorugby potremmo dire tranquillamente “Colorno tutto bene”, bravi tutti, ma dove è stata la sfida? La cosa che punge di più di questa prestazione del Colorno sono i due cartellini gialli, per il resto tutto nei ranghi, la rincorsa finale, quasi impossibile, ha dimostrato che i biancorossi avevano ancora vita ma forse non abbastanza fame. La meta finale, inutile ai fini della qualificazione, è comunque un buon congedo.
Il congedo anche della coppia Casellato-Frati alla guida dei biancorossi, i due vanno separatamente per altri lidi dopo aver segnato il club parmigiano con una crescita organizzativa ed un livello tecnico (certi match rimangono memorabili) che mai aveva visto, portandolo ai vertici del rugby italiano e facendolo diventare uno dei top-club della Elite.
Il Colorno che chiude questa stagione non è uno qualsiasi, ha un paio di punti di domanda sulle spalle, bellissimi ma anche pesanti: si può davvero fare di più di così? Ma poi, si vuole fare di più?
MOGLIANO, DUE IN PIU’ Sono le partite in più giocate dai biancoblù in questa stagione, quelle dei play off. Due match interessanti che hanno dimostrato le ampie capacità dei giovani moglianesi (si dai, diciamo così, che se diciamo le parole “Benetton” o “Accademia federale”, qualcuno lì al Club si arrabbia e ti manda la letterina piccata).
Il Mogliano ha messo in campo, in entrambi i match, una voglia assoluta di fare il colpaccio, alcuni dei suoi ragazzi in campo hanno letteralmente “brillato” (Avaca G., Ceccato, Marini), contro il Petrarca un paio di loro (fra tutti al top Frizzarin) hanno fatto impallidire i pari ruolo avversari. Però la stagione non è passata invano ed il Petrarca, in formazione inedita o, come si direbbe, rimaneggiata, comunque vince bene su questo Mogliano che, mentre i tuttineri si prenotano per il prossimo turno di “Adige Cup” con il play off ancora in tasca, chiude (bene) il campionato.
Fine stagione per quelli del Mogliano: cosa resta? Il Mogliano, fra cambi societari ed incertezze varie, ha fatto quest’anno una cosa non usuale per un club di vertice: ha gestito con successo un gruppo di giovani di belle speranze, alcuni fra i migliori prospect della categoria. Li ha integrati in un contesto di club prima e di squadra permanente poi, li ha messi in campo molto bene. Ha vinto la sfida salvezza.
Anche al club biancoblù rimane il suo punto di domanda: è questa la vocazione del club anche per il prossimo anno? Dove vuole andare davvero il Rugby Mogliano?
L’INCOGNITA PETRARCA Il tema ricorrente sulle tribune padovane del Geremia durante il suo match di play off era “chissà perchè questa formazione”, che infatti era inedita e pure strana. Fosse stata una scelta tecnica? Magari in attesa del Derby con Rovigo. Oppure l’infermeria è piena? Ma poi chi c’è in infermeria? Chi torna per il match con Rovigo? Chi sta bene ma è comunque fuori? Al Battaglini chi ci sarà? Lo si chiede così, mica solo per il gusto di saperlo, dovrebbe essere già così, siamo in Elite ! O no?
Così, per il Petrarca, mentre tutti agitano il fantasma di Scott Lyle, per conoscere almeno in generale come vanno le cose nella squadra tuttonera, vista la solita totale usuale assenza di ogni forma di comunicazione e di condivisione per qualsiasi cosa, evidentemente ci si dovrà ingegnare, per sapere le condizioni dei giocatori magari ci si dovrà rivolgere ai loro parenti ? Alle fidanzate ed alle mogli, fermeremo i loro figli per chiedere loro “come sta papà?”.
Il Petrarca è spesso una incognita semplicemente perchè fuori dal campo non esiste. Però in campo è una gran bella cosa, è vero, con il Mogliano vederlo giocare un intero tempo, a tutto campo, aperto con mischia e trequarti, veloce e ritmico, vedere correre ali e centri in evitamento, saltando l’uomo, usando l’off load come tattica di non-impatto, muoversi rapidi con il pallone in mano e poi uno, due, tre anche quattro passaggi, cinque! Bello davvero. E poi maul, fasi statiche sempre buone (ordinata “strana” e quindi con qualche difficoltà in più). Tutto ok, forza Petrarca. E’ stato un gran bel Petrarca, divertente, ingegnoso, coeso. Anche con qualche fallo di troppo e stra-carico di errori di handling e similari ma era la prima o seconda volta in una stagione che giocava così, bello lo stesso.
Ma, per un club così importante, non può bastare. I tuttineri devono entrare negli anni duemila anche fuori dal campo, questo gioco al “riduzionismo” ed al “vintage è bello” sarebbe bene ci abbandonasse. Nel settantasette lassù sulla parte sinistra della tribuna Appiani io, bambino, ma c’ero, poi sono cresciuto.
Ho anche un bonario appunto per chi fa quel po’ di comunicazione social per i tuttineri: quella di ieri con il Mogliano non era una “semifinale”. Così per dire.
L’ULTIMO GIRO DA BRIVIDI Prossimo fine settimana dal gusto forte per questa Serie A Elite, si giocano tutto in ottanta minuti, favorite ovviamente le prime due della stagione regolare (?) ma uno è un super Derby d’Italia, l’altro una sfida fra ambiziosi, due tizzoni pronti ad incendiarsi.
Queste si che sono “semifinali” e visto che abbiamo citato il mondo dei Medici facciamo un passo indietro nel tempo e diamo nomi e soprannomi come all’epoca, perchè in campo ci saranno tre Coach navigati sul tema “finali” , Pavan Il Plurale, Lodi Il Freddo, Marcato Il Riflessivo, al quale si aggiunge Violi Il Giovane.
Ci vediamo allo stadio, ma davvero ! Vediamoci e salutiamoci con un bel “Forza rugby italiano“.