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PRO14

NEL PRO12 CHE NON SI SMENTISCE TREVISO PER UNA VOLTA CE LA FA

PRO12 14

Ne prendono cinquantadue da Leinster e ne fanno zero e Gianluca Guidi, Coach delle Zebre, rilascia ad OnRugby dichiarazioni di fuoco:” Oggi è mancato il tratto distintivo delle Zebre. Noi siamo una squadra tignosa e che lotta, quando vengono a mancare queste caratteristiche, una squadra come Leinster con i giocatori che ha ti fa sempre male. ….È un brutto passaggio a vuoto Ci sono molti modi per perdere, noi abbiamo scelto quello peggiore, senza lottare, e questo ci deve far riflettere, tutti…” . Forse è questo il segreto di Guidi, non si nasconde, non lascia perdere, non tira a campare. Avrebbe potuto celarsi dietro il fatto che ha ben 13 giocatori in Nazionale per il Sei Nazioni, invece no. Anche se il suo atteggiamento piace il risultato da commentare è molto duro, trattasi di solita sindrome da smarrimento tutta italiana? Forse si. Sta di fatto che le squadre italiane, fatto salvo un paio di anni fa un periodo della Benetton, non raccolgono risultati coerenti in Pro12 per più di due settimane, prima o poi arriva la scoppola che uccide tutto, spegne i sogni, ridimensiona le aspettative, ricaccia indietro il passo avanti apparentemente appena compiuto. Ecco, le Zebre che perdono senza lottare, che è come dire che non hanno giocato a rugby, è un brutto segnale. Dobbiamo guardare avanti, tanto avanti però.

E’ proprio per questa antica mancanza di “coerenza di risultati” che da queste parti non si riesce a guardare alla prima vittoria di Treviso con qualcosa in più che un compiaciuto sorriso. I biancoverdi battono un disastroso e disastrato Cardiff e portano a casa la prima vittoria dopo molti mesi, in tribuna a guardare questo primo successo c’era il futuro Coach trevigiano Kieran Crowley ed allora ci piace pensare porti fortuna e nulla di più.

Pro12 che, pur compresso nella giornata del Sei Nazioni, si scopre con tre irlandesi a guidare la classifica e non è un caso. Il nostro Pro12 invece non si smentisce: traballante ed insicuro il passo delle italiane e festeggiare la prima vittoria a metà febbraio è cosa da stropicciarsi gli occhi ma è andata così e già da un po’ sappiamo che noi dobbiamo solo… guardare avanti. Tanto avanti.

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