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FIR E DINTORNI

ARBITRI SOTTO INCHIESTA: TOCCA A FALZONE. ARBITRI ALLO SBANDO.

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Uno dei post attribuiti ad Alan Falzone

La finale scudetto fra Calvisano e Rovigo non è ancora passata del tutto, strascichi ce ne sono ancora ed i protagonisti, negativi, sono arbitri. Non è Carlo Damasco ad andare sotto inchiesta, l’arbitro che è stato in mezzo al campo in quel match facendo sembrare il peggio del peggio una quisquilia non subisce alcun processo anzi, forse qualcuno gli avrà pure fatto i complimenti.

La questione ha invece già toccato Stefano Traversi, arbitro rodigino recatosi in trasferta a Calvisano che, riconosciuto dagli arbitri in campo fra gli spalti  mentre offendeva Damasco, ha già preso sei mesi di squalifica. Ora tocca ad Alan Falzone.

In quella partita Alan Falzone era il TMO cioè colui sul quale, come scritto anche su “Il Nero Il Rugby” dopo la finale, il pessimo arbitro Damasco scarico’ le responsabilità di molte chiamate cruciali, chiamate che usualmente non vanno certo in cabina di regia e che hanno allora rappresentato per molti il primo sintomo di una gestione assolutamente politica della partita da parte di Damasco. Capita che il Falzone, evidentemente consapevole della bruttissima figura fatta dagli arbitri ed in un impeto di rabbia per il pessimo apporto dato alla causa del rugby abbia scritto un post su Facebook o su altri Social Media, presumibilmente simile a quello qui a lato, messaggio che, spedito in privato a qualcuno, ha poi fatto il giro del web. Per questo Falzone affronterà il gran giurì degli arbitri federali e ci si aspetta altra pesante sanzione anche nei suoi confronti.

Qualche osservazione? Molte, forse troppe, stiamo allora sul minimo e non vogliatene allo scribacchino se tanto rimarrà fuori ma, credo, non ci sono molte maniere di interpretare la cosa, una però è certa.

Arbitri lo si è sempre, non solo quando si mette la divisa e si va in campo, lo si è quando si va a vedere una partita, anche se non è di un campionato che generalmente si va a fischiare, lo si è quando si incontrano casualmente magari per strada dei giocatori o dei dirigenti e li si saluta, lo si è quando si va a fare allenamento al Centro Sportivo di una squadra, lo si è quando si parla con altri arbitri o con dirigenti di qualsiasi squadra dopo un match anche se non arbitrato da te, lo si è sempre. Un arbitro rappresenta l’imparzialità sempre, non a singhiozzo, rappresenta la regola di gioco sempre, non solo quando è in campo, un arbitro deve tendere ad essere esempio anche di fronte ai suoi errori. La sintesi di tutto questo sarebbe che un arbitro fuori dal campo generalmente tace, fa tesoro e tace, anche se ha ragione da vendere.

L’arbitro deve tacere perchè ha luoghi deputati ad ascoltarlo, così funzionerebbe, in tutte le discipline gli arbitri hanno organi indipendenti da qualsiasi altra struttura federale o di club, organi che li ascoltano e li guidano, che ne prendono le parti quando serve. Nel rugby però non è più così, gli arbitri dell’era Gavazzi sono sottoposti al Settore Tecnico della Federazione e la loro sede è stata trasferita a Calvisano, alle loro riunioni partecipano anche gli organi federali. Comunque sia il settore arbitrale del rugby non è libero ed indipendente, ha perso negli ultimi due anni la sua totale  e proverbiale  autonomia e la situazione è andata allo sbando.

Detto questo resta il fatto che il comportamento di Traversi, per come ci è stato descritto dalle cronache,  è di una gravità enorme, inqualificabile, chi si farebbe adesso arbitrare da lui? Il comportamento di Falzone, se è quello che si è visto, se limitato al poco che si sa, appare sbagliato, immaturo, fuori dalle righe, irragionevole, non da arbitro del suo livello.

Dietro tutto questo le sanzioni ci stanno eccome, faccia la commissione giudicante quello che deve ma prenda anche atto che tutto questo, a partire dalla prestazione di Damasco e dei suoi assistenti  in campo quel giorno, è l’apice di una situazione disastrosa che si è ormai radicata nel nostro rugby, dove una classe arbitrale sola e senza una guida autorevole sta dando segni di cedimento totale dai propri principi caratteristici.

La sanzione a Falzone è davvero l’unica cosa da fare?

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