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QUESTIONE D'ELITE

IL DIECI D’ECCELLENZA E’ STRANIERO

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Ben Seymour, ottimo mediano di apertura del Calvisano

Effettivamente. Con questo avverbio siamo di fatto partiti dalla fine, è facile ammettere, parlando di numeri dieci eccellenti, che quel numero sulla maglia ce l’hanno soprattutto gli stranieri o almeno sono quelli che, ahimè, lo portano meglio.

Facciamo allora una rapida lettura delle “prime linee” di numeri dieci della nostra Eccellenza. Preparatevi… non ci sono colpi di scena.

Generalmente in campo non piace, ogni tanto, i suoi tifosi dicono “ogni troppo”, ne combina una delle sue, è Luciano Rodriguez, argentino da Tucuman, classe ’86, è il mediano di apertura del Rugby Rovigo, molto mobile, sempre adeguato al caso, fa il suo correttamente in un panorama che ha le sue stelle nel triangolo allargato.

E’ una soddisfazione vederlo giocare, Aristide Barraud, mediano di apertura del Mogliano, francese, classe ’89, proviene dal RC Massy ma il Mogliano lo ha preso dal Piacenza; ottimo al piede, rapido nello spostamento del gioco, ottima visione complessiva.

Nato a Napier, North Island, New Zealand, classe ’90 Ben Seymour è il mediano di apertura “top” di Calvisano, è bravissimo e qui ci andrebbe bene un applauso. Efficace al piede, mobilità straordinaria, è un riparatore di situazione critiche, Seymour è una ottima scoperta ed una chiave da match dei gialloneri.  Ancora un salto all’estero per andarsi a cercare le origini del mediano di apertura “top” della Lazio, Durandt Gerber, nato in Sudafrica nel 1982 gioca in Italia da quasi dieci anni, ha indossato anche la maglia azzurra, preciso al piede, grande valorizzatore del gioco. A San Donà quest’anno è caduta la manna dal cielo, Matt Cornwell è effettivamente approdato in biancoceleste in maniera un po’ rocambolesca e, possiamo dirlo, in campo vale moltissimo non solo per la precisione al piede, sia fra i pali che soprattutto nei calci di spostamento, ma anche perchè è il vero regista del team, capace di assumersi responsabilità importanti e portarsi dietro tutti gli altri quattordici. Classe ’85, viene da Leicester dove il prossimo anno tornerà per fare il Dirigente.

Viadana ha la fonte ispiratrice del suo gioco nelle mani del dublinese classe ’89  Ian Spencer McKinley, ottimo, talento notevole, gioca con un paio di occhiali speciali per compensare un brutto incidente all’occhio sinistro occorsogli in Irlanda. Sono quegli occhiali che lo hanno fatto tornare al rugby giocato, prima ad Udine ed ora a Viadana e le cose vanno molto bene, doppia felicità per Ian.

Per fare un salto in Italia bisogna arrivare al Petrarca, Andrea Mennitti-Ippolito, classe ’92, è croce e delizia dei suoi tifosi, a seconda del suo stato emotivo. Se la giornata è quella giusta è solo ottimo, avrebbe anche un ottimo piede ma generalmente l’uomo è fragile, buone doti tecniche ma troppo spesso inespresse.

Sono le Fiamme Oro invece che paiono avere in casa il giovane italiano che potrebbe fare un passo in più, è Carlo Canna, appartiene alla nota scuola campana del beneventano, classe ’92, già in ottica Zebre, ottimo piede, ottima vision, in campo fa la differenza, può farcela.

Pochi vero? In verità le panchine sono piene di italiani, molti accademici, modesti però rispetto ai loro “competitor” di squadra, alcuni, come Buscema, fanno le bizze per giocare ma poi quando tocca a loro non si vede la differenza.

Il “problema” è che la qualità dei mediani di apertura stranieri che giocano in Eccellenza è davvero molto alta, difficile da raggiungere ed è questo che deve far pensare.

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