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QUESTIONE D'ELITE

AIRONI VERSO IL FALLIMENTO TECNICO. COSI’ NON PUO’ ANDARE AVANTI.

Rowland Phillips
Forse qualcuno un problemino è meglio che cominci a crearselo perchè la questione adesso si fa imbarazzante, una sconfitta degli Aironi da tempo non fa notizia ma ora non fa più notizia nemmeno che gli Aironi non racimolino dei punti seri. La franchigia più “federale” del rugby italiano ha senz’altro, l’ho scritto più volte, un merito ed un successo indiscutibile come approccio al movimento ed al territorio, un vero esempio in questo,  ma come risultati tecnici credo che siamo ben oltre il tollerabile, siamo al fallimento di un progetto. Forse è il tempo qualcuno cominci a dirlo, cominci a far dei conti in tasca al coach Rowland Phillips, cominci a raccontargli che i sette milioni che spende la FIR per il progetto Pro12 riguardano anche il suo team e sarebbe per questo il caso di  evitare le tristi figure tipo quella vista  in diretta tv su Rai Sport 2 (un 38 a 0 preso dai Blues e tanti saluti). 
In Celtic League, o Pro12 come si chiama da quest’anno, in entrambe le stagioni  gli Aironi hanno giocato fino ad oggi una trentina di partite vincendone due, neanche una fuori casa. Hanno racimolato complessivamente 359 punti subendone quasi 800, hanno realizzato 31 mete e ne hanno prese una ottantina. Detengono ovviamente il record di sconfitte consecutive (17)   e la presenza di spettatori agli ultimi match nello stadio di casa, lo Zaffanella, è più bassa di quella che aveva il Rugby Viadana quando militava in Eccellenza (Super10). Gli Aironi vanno di diritto in Heineken Cup dove hanno giocato fino ad oggi 8 partite vincendone 1. Nella coppa europea le statistiche dicono che hanno realizzato 80 punti e ne hanno presi 293, realizzato 4 mete e subite 41. Altro disastro. 
Il resto lo dice la pochezza vista in televisione questa sera, tanta volontà e tanta inconsistenza, uno spot amaro per la prima diretta tv del Pro12 italiano.
La avventura degli Aironi era iniziata con coach Franco Bernini alla guida, la società lo esonerò per destinarlo ad altri incarichi dopo poco più di due mesi di Celtic League, venne sostituito con il suo secondo, Rowland Philips.  Da quel cambio risultati se ne sono visti pochi, anzi pochissimi sparsi qua e la senza costrutto.
E’ venuto il momento di far uscire gli Aironi da quel limbo benevolo, da quella aurea visione di bravi ragazzi volenterosi, in cui l’immaginario del rugby li ha collocati, è invece il momento di ricordargli che devono competere, essere in partita, vincere. Per ora hanno solo riempito una parte del tabellino.
La dirigenza Aironi non può stare a guardare oltre, ci metta una pezza il bravo Presidente Melegari oppure si esibisca in un gioco di prestigio l’ottimo Franco Tonni,  così non può andare avanti.
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