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AZZURRI

LA DIFESA DI BRUNEL NON REGGE, NE’ IN CAMPO NE’ FUORI

Jacques Brunel

Jacques Brunel

Quattro anni di Pro12 e tre di Jacques Brunel e per la Nazionale è buio pesto. Cinquantadue sono molti, l’Inghilterra è dilagata, nel mare silenzioso di una Nazionale azzurra rinunciataria e senza dimensione di gioco e li abbiamo presi senza aver tentato di meritarne neanche uno in meno, siamo sicuramente al capolinea.

E’ struggente come il Ct francese cerchi oggi il colpevole di questo disastro tecnico, perchè tale è, fuori da se stesso, Brunel attacca le franchigie, esprime giudizi duri sulle tristi diatribe FIR vs Benetton, si fa un sacco di domande e ci guarda, come se le risposte dovessero arrivare da noi. Dice tra l’altro il Coach francese:” A un anno dalla Coppa del Mondo dobbiamo decidere cosa vogliano fare, se vogliamo avere un ruolo nel torneo“. Eccoci qua, siamo al buio tecnico, siamo alla consapevolezza che bisogna ripartire da capo. Un fallimento.

Le dichiarazioni post Inghilterra di Brunel sono solo la ammissione di aver bucato completamente la fiducia della Federazione e dei tifosi, identificano la consapevolezza che c’è bisogno di uno scossone davvero forte ma non si capisce di chi, sono domande senza risposta e questo è oggettivamente grave.

L’Italia 2014 vista con l’Inghilterra è l’ombra di una Nazione del gruppo delle mitiche Sei, c’è da inorridire a pensare cosa potranno commentare i giornali inglesi di questa nostra Nazionale ma ci sta che insistano a chiedere l’espulsione dal Torneo di noi e della Scozia, il 4 Nazioni a loro basta ed avanza.

Del resto le prime “espulsioni” gli inglesi le hanno già ottenute, nella trattative per la nuova Heineken Cup una delle due squadre italiane farà le valigie e si accomoderà mesta nella inferiore Amlin Cup da dove sloggeranno le squadre della nostra Eccellenza che andranno a giocare con rumeni, georgiani, russi e portoghesi. Anche in questo Brunel ha una sua responsabilità: aveva ragione quando diceva, tre anni fa,  che questo Sei Nazioni era da vincere, aveva ragione quando diceva, due mesi fa, che con l’Inghilterra bisognava vincere, erano risultati tecnici ma anche politici indispensabili alla crescita del nostro rugby ed al suo corretto posizionamento nell’ambito europeo. Purtroppo la cura Brunel ad oggi ha prodotto, oltre al cucchiaio di legno,  la declassata posizione nel ranking internazionale.

Le scusanti di Brunel per il fallimento della Nazionale sono da rigettare ed addossare le colpe alla sola FIR è, visto il risultato tecnico in campo, insufficiente e fuorviante.

Jacques Brunel,  a differenza di Mallet ed ancora di più di Berbizier, ha goduto di una rosa di giocatori che da quattro anni milita in Pro12, lo stesso campionato da cui provengono i vincitori delle ultime tre edizioni del Sei Nazioni. Brunel ha avuto una rosa abituata a giocare insieme, ad allenarsi insieme, altra cosa che non avevano i Coach precedenti che pescavano Azzurri in giro per l’Europa, Bunel ha avuto a disposizione un gruppo di giocatori monitorabili giorno e notte con un giro in macchina fra Treviso e Parma. Una serie di condizioni che giustificherebbero da sole un risultato superiore. Poi c’è lo staff che lui stesso si è in buona parte scelto, una gestione tecnica esclusiva, un ambiente sempre positivo verso lui ed i suoi giocatori. Ecco perchè la scusante dei “giocatori scossi” perchè in cerca di contratto, espressa del Coach francese per giustificare le loro prestazioni in Nazionale, è ridicola; fare il sindacalista dell’ultima ora non servirà a Brunel a giustificare la totale assenza di un gioco tattico, di linee di gioco coerenti, la totale assenza di gioco d’attacco ed una difesa assolutamente deficitaria. Già, la difesa, ovvero l’unica cosa che secondo alcuni avrebbe funzionato in questa Italia, solo che prendere sette mete a partita non può raccontare di chissà quale difesa.

eng ita 14Il Sei Nazioni 2014 è andato male, ma quanto? Guardiamo indietro.

Pierre Berbizier, un francese, guidava la nostra Nazionale nel 2006, siamo arrivati ultimi pareggiando un match (Galles), la differenza fra punti fatti e subiti nell’intero Torneo era negativa di 53, sempre con lui, nel 2007, siamo arrivati quarti, abbiamo vinto con Scozia e Galles, differenza punti negativa sempre di 53.

Nel 2010 al Sei Nazioni arriviamo ultimi, allenatore è Mallet, vince il Torneo la Francia dalla quale perdiamo 46 – 20, , l”Inghilterra ci da solo 17 punti e noi ne facciamo 12, vinciamo con la Scozia (16 – 12) e la differenza punti nel Torneo è negativa di 68. Nel 2011, ultimo anno di Mallet, vince il Torneo l’Inghilterra che ci da 59 punti, noi vinciamo con la Francia (22-21) e la differenza punti fra fatti e subiti è sempre negativa di 68.

Nel 2012, primo anno di Brunel, arriviamo quinti, vinciamo con la  Scozia (13-6), con il Galles, vincitore della edizione, perdiamo 24-3; la differenza punti è sempre negativa di 68. Nel 2013 è un trionfo, siamo quarti, vinciamo con la Francia (23-18) e con l’Irlanda (22-15),  con il Galles, vincitore del Torneo, perdiamo 26-9, la differenza fra punti fatti e subiti è negativa di 36. Il 2014 il Sei Nazioni ci vede ultimi, con l’Irlanda, che lo ha vinto, abbiamo perso 46-7, la nostra differenza fra punti fatti e subiti è negativa di 109. E’ un punto di non ritorno.

Ci vuole discontinuità, forse non è Brunel che ci deve portare ai Mondiali.

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