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FIR E DINTORNI

TREVISO E FEDERAZIONE, LENTAMENTE

DELTA DEL PO

Guardate come scivola lento, come se ci fosse tempo, come se il fiume non fosse grosso, l’argine non vedesse il colmo. Ecco, la trattativa FIR- Treviso scorre esattamente così, fra meandri politici, riservatezze, indiscrezioni pilotate, silenzio intorno a se, che se c’è silenzio sembra tutto più maledettamente serio.  Chi sarà il Direttore Sportivo? Chi è già Direttore Generale? Chi sarà l’allenatore? Chi lo vuole fare alzi la mano! No, tu no,  mettila giù.

Scorre lento e lasciate perdere parametri e tecnicismi, tipo quelli per la scelta dell’allenatore, unico skill che ci è stato passato è che deve avere passaporto italiano, speriamo sia un allenatore di rugby, deve parlare francese? Forse basta la comprensione del dialetto bresciano, ma lasciamo tutto indietro,  guardiamo solo come scorre lento questo fiume.

Guardate come, nel silenzio che c’è, poche cose escano dalle onde: tutti si ostinano a chiamare “franchigia” la Benetton Treviso, mai stata tale, neanche un secondo su quattro anni, allora perchè? Forse nel fiume c’è un ciotolo che rotola e deve risuonare così? Che rotoli, ma lentamente, senza far danni, che ci sono quattro milioni da prendere ed un paio di cosette da condividere.

Lentamente che non è che si può fare tutto veloce, il fiume ha i suoi spettri, alcuni veri, altri posticci, da agitare davanti “all’amico” ma con lentezza, che non si impressioni troppo, perchè il fiume ha i suoi tempi, i suoi spazi. Soprattutto attenti agli spazi, da Calvisano a Treviso ci sono ben duecento chilometri, fino a Rovigo sono solo centocinquanta.

Il fiume trama riscossa, se sarà pioggia farà paura, altrimenti arriverà al mare. Come se niente fosse sarà mare, chissà se sarà ancora “terra”.

Ci sono cattivi esploratori che pensano che non ci siano terre dove approdare perchè non riescono a vedere altro che mare attorno a se” (F. Bacone).

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