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QUESTIONE D'ELITE

IL VERO PROBLEMA DI CASELLATO: L’ECCELLENZA E’ ALTRA COSA

Umberto Casellato Head Coach Benetton Treviso

Umberto Casellato Head Coach Benetton Treviso

Sessantasette a zero è una sberla che non si dimentica, una brutta pecca nel curriculum, un record che nessuno avrebbe mai voluto ma Umberto Casellato è, per sua e nostra fortuna, famoso anche e soprattutto per la sua tenacia, è un tipo tosto che si trova più a suo agio nei momenti di crisi che non in quelli di beatitudine.

Sessantasette a zero è un risultato che, come si era scritto in anticipo già qui da facile Cassandra, ci ha tirato addosso le critiche pesanti e feroci dei media inglesi che, avuta la testa di due terzi dei club italiani per l’ultima versione delle coppe europee, ora puntano alla eliminazione finale del rugby italiano, anche dal Sei Nazioni.

Umberto Casellato ha dovuto perciò spiegare a media e tifosi in questi giorni quello che neanche lui riesce davvero a capire, un rabaltone del genere meriterebbe sicuramente qualche licenziamento in tronco e certamente non il suo, ha così messo sul tavolo cose che si sapevano ma che oggi come oggi è stato un bene rileggere, per la Benetton Rugby e per tutti il rugby italiano.

Umberto ha affidato a Mattia Zanardo sul Gazzettino di Treviso del 16/12  la seguente riflessione:”Abbiamo preso 21 giocatori nuovi in meno di un mese. Molti dall’emisfero australe e molti dall’Eccellenza, dove si gioca un altro sport. Posso dirlo, perché anch’io vengo da lì“.

La distanza fra il rugby di Benetton e Zebre con quello della Eccellenza si è fortemente accentuata negli ultimi quattro anni, lo stesso rugby di Eccellenza di soli due anni fa con il quale il Mogliano di Casellato vinse lo scudetto non esiste più, il Campionato Italiano ha fatto passi indietro importanti in pochissimo tempo, esattamente il contrario di quanto sarebbe dovuto accadere. L’Eccellenza ha perso intensità, velocità, si gioca in spazi sempre più “ristretti”, i problemi di giocare  una mischia sono visibili e spesso tecnici, gli errori sui fondamentali e sugli skill personali si inseguono nel corso del match copiosamente, arbitraggio quindi ovviamente al ribasso, tanta indisciplina.

Un altro sport, così lo ha chiamato Casellato, e l’Eccellenza diventa per lui e quelli come lui un buco nel sistema, significa non avere un posto da dove prelevare nuove leve con un grado di preparazione se non finito almeno adeguato a partire verso il Pro12, L’Eccellenza oggi non è questo.

La FIR ha pensato recentemente, invece di spingere verso una riforma ed un sostegno alla crescita di Club e Campionati (qualcuno prima o poi si accorgerà quanto è importante anche la Serie A) di sostituire questo intervento con una miriade di Accademie dai costi milionari, una pletora di istruttori che formino giocatori ma senza che questi abbiano un posto dove giocare ad un livello adeguato anche perchè, se questo posto ci fosse e fosse un Campionato di livello buono organizzato con Club in grado di portare a compimento piani di lavoro di livello medio-alto perchè mai i ragazzi dovrebbero andare nelle Accademie invece di restare nel loro Club?

Casellato ha spiegato in un solo colpo che il nostro Pro12 è solo, che ha bisogno di una Eccellenza forte per crescere davvero, ma ci ha anche ricordato, in un colpo solo, che tutto questo accade perchè il nostro rugby non ha come obiettivo nemmeno il Pro12. La follia della FIR punta direttamente alla Nazionale, salta anche il Campionato celtico, quest’ultimo servirebbe solo da allenamento per i Nazionali ma,anche ponendo questa strategia tutta azzurra fosse corretta, non lo è, se i team di Pro12 non hanno spazi da dove attingere nuove risorse di adeguato livello a loro volta che livello di supporto potranno mai dare?

L’Eccellenza è un risorsa importantissima per tanti motivi ma in verità tutta la filiera del rugby dalle giovanili in su lo è, quello che negli ultimi due anni si è distrutto è il concetto di filiera, la sua stessa esistenza. Questa è la cosa grave.

Umberto Casellato dovrà porre presto rimedio ai suoi problemi, ne va della faccia del nostro sport e del suo futuro, anche in Europa.

Il Campionato di Eccellenza dovrà assolutamente crescere, tempo non ne abbiamo più, serve che i Club si muovano, si organizzino fra loro, serve una Lega di Eccellenza.

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