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AFFARI ESTERI

IL MONDIALE FINISCE ED ANCHE L’EUROPA SE NON CRESCE

The Webb Ellis Cup

The Webb Ellis Cup

Questo fine settimana è l’ultimo “mondiale”, poi basta,se ne parla fra quattro anni e, per quello che abbiamo visto, chissà cosa sarà il rugby a quell’epoca. In attesa però del vincitore della Web Ellis Cup ci sono tanti altri vincitori che è giusto si siano presi un pezzo di podio. Vediamone alcuni.

Stampa e informazione web riportano i numeri della crescita ovale degli ultimi anni, +46% i giocatori nel mondo, +350% negli USA che sono il motorino della crescita. Gli USA, che poco hanno fatto vedere nel loro girone come gioco, sono però l’ingranaggio numero uno della cordata ovale, il Canada li vicino sorride, il binomio è fatto. Vincitori di futuro.

Se la World Rugby ha dato questi numeri poi ce ne sono altri che sono quelli venuti fuori direttamente dal Mondiale che fanno impressione. Il sold-out inglese ha fatto impressione, la tranquilla linearità con la quale tutto il Mondiale ha portato a termine la sua avventura, senza crepe e polemiche, rare le stonature, anche questa è stata una vittoria, della RFU che ha organizzato, la sua vittoria si è fermata lì ma questo è un altro discorso.

Ha parlato anche il campo, in finale ci vanno i soliti che verrebbe da dire che niente è cambiato ma, battuto il Sudafrica, quello che ha più impressionato del Giappone sono stati i suoi venti milioni di persone davanti alla tv per seguirne le gesta: queste sono vittorie da RWC2015. La piccola Scozia che non passa il turno per uno sbaglio e neanche suo, l’Argentina eroica e senza stranieri che si impone fino alle semifinali, il Sudafrica che cede il passo ai nemici di sempre in una finale prima della finale.  Verdetti del campo, ineludibili, che lasciano un segno, danno una strada.

Le potenze USA e Giappone, il vivaio argentino che punta interamente su se stesso, si fa Nazionale e decide di guardare in alto, la determinazione celtica degli eredi di William Wallace, gli inglesi in un modo o nell’altro, ecco i compari vincitori che accompagnano quelle del Tri Nations, sempre in testa loro, ecco il gruppo che, ci piaccia o no, è uscito da questo mese e mezzo con il vento in poppa, comunque sia andata. E’ questo il rugby del futuro?

Ci sono quattro anni per rispondere, quello che si vede senza dubbio per ora è come il Sud del Mondo sia assolutamente padrone della materia. L’Europa a questi Mondiali ha fatto generalmente una pessima figura, l’Italia non è nemmeno stata la peggiore se si pensa a Francia ed Inghilterra, loro si che hanno visto il baratro. Le celtiche mai come in questa edizione hanno mostrato la propria coperta corta per arrivare a Georgia e Romania che hanno fatto vedere belle cose in campo ma decisamente distanti dalle pretese che hanno poi sbandierato.

L’Europa ha bisogno di crescere, ogni Nation ha bisogno di una spinta nuova e diversa, le istituzioni continentali attuali sono state complessivamente sconfitte ed il tanto decantato modello anglo-francese è palesemente  un disastro.

Sei Nazioni, EPCR, Rugby Europe dovrebbero fare una cosa che di solito non usano fare: parlarne insieme. Così forse in futuro si  troverà meno necessario andare a giocare partite negli USA per trovare soldi, pubblico ed interesse, così forse in futuro qualcuno in Europa vincerà un Mondiale.

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