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AZZURRI

IL BUIO AL SEI NAZIONI

Greig Laidlaw

Greig Laidlaw, uno dei migliori in campo nel secondo turno di questo Sei Nazioni

Tutto bello e poi si è spenta la luce: stiamo intorno al 53′ e regaliamo la meta di intercetto a Jonathan Joseph ed allora “clic”, interrotto ogni collegamento con la radiazione luminosa, si passa al riverbero e poi al buio, vale per tutti o quasi. La partita è finita da un pezzo per gli Azzurri e gli inglesi, pensa un po’, continuano ad andare in meta. C’è però un particolare importante che va sottolineato: questa Italia che viaggia nelle tenebre è compatta, solida, unita, tutti al buio senza esclusione di nessuno. Questo dettaglio Parisse si dimentica di dirlo quando esce dagli spogliatoi per dirci in diretta tv quanto è arrabbiato per quei quaranta punti.

Eppure il Capitano dovrebbe sapere che i “ragazzini” in campo da qualcuno l’esempio lo dovrebbero pur prendere, magari da un senatore, uno che dovrebbe sempre avere a portata di mano una abat-jour di riserva, ops il francesismo, volevo dire un “paralume”, insomma una pantalla. 

Comunque fino a che c’è stata luce, a differenza del passato, ci si è pure divertiti, persino illusi, in campo c’era dinamismo ed idee sufficientemente chiare, sicuramente c’era una gran voglia di esserci anche la volta dopo.  Il male da “posto fisso” pare non essere più l’elemento centrale della nostra Nazionale, tutti hanno gambe per la maglia che la prossima volta altrimenti c’è un altro pronto. In questa dimensione non viene voglia, per questa volta, di fare nomi, basta quello del Capitano e, per quanto riguarda il problema della oscurità, per una volta possiamo dire che siamo in ottima compagnia.

E’ infatti una immagine davvero struggente quella della Francia che sta in cima alla classifica del Sei Nazioni, uno scherzo del cattivo gusto che presto avrà il suo ridimensionamento perchè ha ragione quel nonno che una volta diceva che “non si sta in Paradiso a dispetto dei Santi“. Brutta la Francia che, a proposito di luce, viaggia ad  intermittenza, imbarazzante la mediana Sebastien Bezy & Jules Plisson che se il nuovo rugby-champagne deve partire da li allora ci vogliono ancora parecchi Kwatt per uscire dalla oscurità. Buio per buio quello che nel secondo tempo circonda l’Irlanda è fitto come la notte polare in Antartide. Quelli in verde sono stanchi, in questo match passano poco e placcano molto, questo già dice tanto.

A proposito di tenebre avrete visto quelle che hanno circondato l’arbitro Clancy nel match Galles vs Scozia, nonostante lui  è questa la miglior partita della seconda giornata del Sei Nazioni 2016: va guardata e riguardata prima di essere troppo ottimisti per il prossimo match azzurro dell’Olimpico. Quelli in kilt hanno uno stramaledetto paralume sempre nascosto da qualche parte. 

Ne abbiamo prese quaranta dagli inglesi? E’ un prurito sopportabile per questa volta, ha ragione chi dice che i super-giovanotti che sono andati in campo vanno intanto sostenuti ed i senatori vanno sopportati. Del resto è palesemente un Sei Nazioni sperimentale per molti, per questo in campo spesso scende il buio, questo è infatti il Sei Nazioni dei Coach non dei giocatori.

Sono Gatland e Jones, Noves e Vern Cotter i veri protagonisti del torneo 2016, loro stanno costruendo la squadra del futuro. Loro. Noi abbiamo il coach a fine mandato e non sappiamo se quello che fa oggi un domani poi …. chi … se …. quali giocatori ….. domani ….  . Questo è l’unico buio che oggi dà un po’ fastidio.

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