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AFFARI ESTERI

LAPORTE NUOVO PRESIDENTE FFR, LA FRANCIA CAMBIA: I CLUB PROTAGONISTI

LAPORTE

Bernard Laporte, nuovo Presidente FFR qui con la divisa del Tolone.

Bernard Laporte, 52 anni, ex Coach del Tolone con il quale è arrivato sul tetto d’Europa vincendo la Heineken Cup ma anche ex Coach della Nazionale francese, per otto anni fino al 2007, con la quale ha vinto 4 Sei Nazioni e giocato due finali di Coppa del Mondo, quel Bernard Laporte lì, l’uomo di Boudjellal, l’eclettico Presidente del Tolone, è il nuovo Presidente della Federazione Francese di Rugby (FFR)

Ha vinto con il 53% dei voti lasciando il Presidente uscente Pierre Camou  al 35%, il resto è andato ad un altro “rivoluzionario” Alain Doucet.

Bernard Laporte ha vinto ma è come e perchè che ci deve far riflettere. La sua contrarietà al progetto Grande Stade è stato il simbolo della battaglia. Grande Stade è un progetto faraonico, la costruzione nella Capitale di uno stadio da 82.000 posti con tetto retrattile, vastissime hall, negozi, centri congressi, ampi spazi super chic, uno stadio destinato ad ospitare circa una ventina di eventi all’anno, meno della metà di rugby ma sicuramente tutte le partite della Nazionale.Un progetto varato, approvato e già finanziato dalla FFR, circa 600 milioni di euro, un progetto che adesso verrà chiuso, perchè le priorità sono altre: la priorità è il rugby.

Laporte aveva chiesto fin dallo scorso anno un permesso speciale al suo Presidente di club, fin dallo scorso anno i primi due giorni della settimana era allora libero dal suo Tolone e così lui si è recato a visitare club, ad ascoltare le loro ragioni ed i loro problemi, ha realizzato 120 incontri in giro per il territorio, i club li ha incontrati quasi tutti e sono 1865. Una girandola senza sosta di viaggi in giro per la Francia ad ascoltare idee e ragioni, la base conta, la base è il rugby. Pierre Comoue di incontri si dice ne abbia fatti meno di trenta.

Quello che adesso è il nuovo Presidente FFR lo ha detto e ridetto, senza la crescita dei club fin dal livello più basso il rugby non funziona, non va avanti. Appena eletto ha confermato le sue intenzioni, chiusura di Grande Stade, trasparenza assoluta nella gestione economica, immediata rielaborazione dei campionati di Federale 1, 2 e 3 che fin dal prossimo anno devono avere maggiore visibilità, il Top 14 potrebbe passare a 10 o 12 squadre e non giocherà più la domenica perchè “uccide” il rugby minore.  La Nazionale francese potrà/dovrà giocare in giro per la Francia, fin nei territori d’Oltremare, le società locali minori avranno il triplo di tecnici/consiglieri FFR a loro disposizione per la crescita e soprattutto per la loro formazione interna e soprattutto una cosa: i vantaggi economici tratti dal grande rugby francese dovranno arrivare fin all’ultima società del territorio nazionale. Seguono una serie di misure per il rugby di base che sono la vera chiave della futura gestione Laporte. Il potenziamento del femminile e la creazione di campionati giovanili di Rugby Seven sono la ciliegina sulla torta.

Al centro i club, tutti però, non solo i grandi elettori, la FFR che si affianca a loro per una riforma totale contro l’attuale rugby verticistico francese che assumeva stranieri con contratti milionari ricavati dai diritti TV e lasciava i club di provincia a gestirsi un altro rugby, un’altra dimensione.

L’elezione di Bernard Laporte rappresenta senz’altro una svolta per tutto il rugby europeo, abbiamo tutti guardato alla Francia come la patria del grande rugby ed in effetti i transalpini sono andati molto avanti, forse troppo, ora hanno forse riconquistato una nuova dimensione di futuro che deve far riflettere tutti noi. Loro sono più avanti? Allora qualcosa da insegnare ce l’avranno pure. Il rugby è un gioco, il rugby è prima di tutto sport, fare solo “vertice” non fa rugby, questo il messaggio chiaro che esce da questa elezione.

Per tutti questi motivi la Presidenza di Laporte è da seguire, con grande attenzione.

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