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AZZURRI

IL GRANDE SKILL: LA LEZIONE CHE I GIOVANI DEVONO IMPARARE

Sergio Parisse, il Capitano.

Lo sprint finale di questo 2016 de “Il Nero Il Rugby” è stato dedicato ai giovani, del resto lo sport è dedicato a loro, è la loro formazione e la loro crescita che conta, a questo serve lo sport anche se capita spesso di dimenticarsene. Sono i giovani, poi, che fanno grande lo sport, anche il nostro sport.

Allora in queste ultime giornate prima dei “botti” si è messo il naso nelle “nostre cose” guardando alla componente più agognata e contesa, quella degli “ancora più giovani” o, come si dice che fa più figo, i “prospect“.

Si  è voluto lanciare un sommesso grido di allarme su questi “giovanotti” che stanno mancando di protagonismo nel nostro massimo campionato anzi, forse di più,  che non si vedono proprio. “Dove sono i giovanotti? (Latitanti d’Eccellenza). Insomma cosa accade?

Poi è toccato guardare al Pro12 ed alla smania di fondare un ulteriore livello di Accademie, una questione di staccionate, di reparti per “i migliori”, ancora una spinta su questa cosa di prendere i più giovani e, forse, i più bravi e portarli fuori dalla comunità del loro club per portarli altrove, dove si “impara davvero”. Pare adesso stia vivendo un nuovo livello di applicazione questa filosofia dei recinti per ragazzi, queste “aree doc” senza bandiera nel quale far crescere le capacità tecniche sperando insieme ad esse cresca anche il ragazzo.

A chiudere la serie, in perfetta sintonia proprio con la formazione dei giovani e la loro capacità di crescere con e, soprattutto, oltre il rugby, è arrivata una intervista di questi giorni su “L’Equipe”al Capitano, Sergio Parisse.

Sergio ha 33 anni, una gran carriera, un amore smisurato per il suo Club, lo Stade Francais, con il quale gioca del 2005 ed ha disputato 226 partite. Sergio ha 33 anni ed un contratto già firmato che lo porterebbe tranquillamente a chiudere la carriera nel suo Club e nella sua Parigi, tutto a posto. Invece no, lui cerca stimoli altrove, “sono competitivo” dice lui, si pone il problema di crescere ancora, lo Stade ridimensionerà i suoi piani ed allora Sergio potrebbe lasciare lo Stade? Ne parlerà con il suo Presidente.

Di questo parla l’intervista al Capitano che però in fondo ad essa ci lascia uno spaccato tutto destinato ai giovani, proprio a quei giovani dei quali spesso noi tutti ci preoccupiamo sappiano gestire un particolare skill dimenticandone un altro, ben più importante.

Dice a L’Equipe” Sergio Parisse:Oggi i giocatori fanno 2/3 buoni match ed iniziano a prendere baldanza, arroganza e possono mancare un po’ di umiltà. Non parlo per forza dello Stade Francais. E’ ovunque, lo vedo anche in Italia. Io malgrado l’esperienza resto umile mentre i giovani faticano ad accettare certe gerarchie.

Grazie Sergio.

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