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FIR E DINTORNI

PROFANAZIONE MILLENNIUM FALSO PROBLEMA. QUELLO VERO E’ ALTRO.

Lo stadio simbolo del rugby gallese: Il Millennium Stadium o "Principality".

Lo stadio simbolo del rugby gallese: Il Millennium Stadium o “Principality”.

Nel trascorso fine settimana si è visto molto rugby ma anche un match che, per il luogo dove si è giocato, aveva fatto discutere molti rugbisti, soprattutto nostrani: la finale di Champions League, quelli della pallatonda insomma.

L’assegnazione del trofeo finale dell’UEFA si è giocata a Cardiff, nell’ovale Galles, nel tempio del rugby europeo: il Millennium Stadium. Il fatto che si giocasse in quello stadio, aveva sollevato i cori di coloro che hanno gridato alla “profanazione”: una pallatonda rimbalza sul sacro suolo ovale del Millennium, che scempio !

La cosa, va detto, aveva scaldato i cuori soprattutto di molti ovali delle nostre latitudini, il dibattito, non nuovo ma sempre attuale, aveva forse interessato più gente dello stivale che non sulle colline di Elenydd. Il motivo forse c’è.

Capiamoci. Ogni sport porta con se una carica emotiva e passionale sia in chi lo fa che in chi lo “segue” che genera naturalmente la idealizzazione e la “consacrazione” di giorni ed eventi, attimi e soprattutto luoghi. Ci sono giocatori di basket padovani che ancora “piangono” la scomparsa, per abbattimento diversi anni fa, del palazzetto dello sport meno attraente che si sia mai visto: il Tre Pini. Fosse per loro sarebbe ancora lì con tutte le sue inefficienze. Avete presente lo Stadio Flaminio a Roma?

Consacrato o no il Millennium Stadium ha fatto anche lo scorso fine settimana, mentre lo calcavano CR7 e soci, un bel servizio al rugby. Lo stadio di Cardiff è un’opera costata quasi 130 milioni di sterline, inaugurato nel 1999 e tutt’ora di proprietà della federazione gallese di rugby, la WRU, che dall’evento di pallatonda ha ricavato un bel po’ di soldini a vantaggio dei propri progetti ovali,  così come fa per altri eventi che vengono normalmente organizzati nello stadio ovale del Galles.

Un esempio italiano. Il bellissimo e funzionale Centro Sportivo Memo Geremia di Padova, casa del Petrarca Rugby, ospita da sempre eventi di altri sport, dalla corsa campestre alle partite o tornei di calcio, da molti anni sui suoi campi si allenano le giovanili del Calcio Padova ed ora anche la loro prima squadra.

Sono i soldi allora che possono “comprare” la avvenuta consacrazione sportiva di un luogo? Assolutamente no, anche se strutture importanti come quelle citate costano parecchio, aprirle a tutti gli sport è certamente una questione di etica sportiva ma anche di sopravvivenza e crescita. Ogni luogo di sport si consacra prima di tutto ai suoi giovani ed allo sport stesso, alla sua etica e quindi evviva il rugby che apre le porte a tutti gli altri sport, che si fa contaminare, che condivide spazi e risultati.

Profanazione & consacrazione, due termini comunque importanti, “alti”, erano loro i protagonisti di questa riflessione? Non tutti gli atteggiamenti sono però così “alti” e consapevoli.

Il Millennium è uno spazio “privato” ed è andato al calcio così come il prossimo anno a Bilbao il privatissimo Stadio di San Mames, casa dei pallatondisti dell’Athletic Bilbao, andrà al rugby per le sue finali di coppa europea. Parliamo di stadi e spazi privati a differenza dei molti stadi italiani che, assolutamente di proprietà pubblica, vengono negati in tutta Italia al rugby per le proprie partite, innanzi tutto per il mancato assenso da parte delle società di calcio che vi risiedono, quelle di Serie A in testa a fare da cattivo esempio. Questo è il vero problema. 

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