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FIR E DINTORNI

CONTINENTAL SHIELD: A COSA SERVE IL RISULTATO?

Alcune immagini dei match di Continental Shield di questo turno ed un articolo stampato in Portogallo per la vittoria in Italia

E’ stato tempo di Continental Shield, 4 team italiani di Eccellenza contro georgiani, tedeschi, portoghesi e rumeni per vedere chi arriva più in alto ed accedere mica direttamente alla Challenge Cup, ma agli spareggi per andarci. Insomma quasi un film di Stephen King. Non è andata come si voleva ma come si sapeva andasse. A cosa è servito tutto questo? Vediamo però prima le partite.

Il Petrarca quasi ce la faceva, solo 4 punti sotto i temutissimi Timisoara Saracens dove il loro giocatore che ha fatto più punti si chiama Samoa. Perchè quella squadra rumena è in verità una conosciuta dependance della più nota di Premiership inglese che in giro per il mondo di centri formazione e/o di parcheggio di questo tipo ne ha diversi. Il finale 29 – 25 racconta di una partita solida.

Viadana ha macchiato di inchiostro rosso il proprio pedigree andando a perdere in casa contro i “nessuno” del rugby del CDUL Lisbona, da oggi anche questi qui sono qualcuno ed hanno un ricordo memorabile da cullare nella loro Club House. Il Frati fa dichiarazioni di fuoco contro i suoi giocatori che avrebbero preso con sufficienza la partita. Se il Coach dei mantovani ci teneva così tanto al match poteva mettere in campo i titolari. Ah che idea!! Il risultato è stato di 19 – 14.

Anche Brunello da Calvisano rimugina seccato sulla sconfitta con i tedeschi del Heidelberger RK il club dell’ultra milionario tedesco Hans Peter Wild, colui che si è comprato lo Stade Francaise per intenderci. Wild è appassionato di rugby e si è pure costruito una accademia tutta ovale a fianco del suo club chiamata Wild Rugby Academy. E’ lui quello che sta studiando per mettere il rugby tedesco sul piedistallo al posto di quello italiano. Anjche Calvisano ha perso per i tanti assenti nella sua formazione ma ha detto Brunello:” Una squadra, i tedeschi, che non era affatto paragonabile a quella affrontata l’anno scorso”. In giro il rugby cresce. Risultato? 23 – 19.

Rovigo ha vinto contro dei georgiani, il Club Batumi. La cosa piace per la annosa questione del Sei Nazioni e del replacement che anche questi qui del Caucaso ci propinano ogni volta che i  nostri due paesi si incrociano. Se questo tipo di ragionamento, partite di club fra georgiani ed italiani, c’entra quando noi italiani perdiamo con i georgiani allora c’entra anche quando noi vinciamo. Risultato 31-27 e niente Sei Nazioni per loro.

A cosa serve questo turno di Continental Shield? A poco o nulla. Al massimo serve alla FIR ed al Presidente Alfredo Gavazzi per lamentarsi di non aver vista accettata la sua recente proposta di presentarsi ai cancelli di questa competizione con delle franchigie e non con i club. Lui voleva far su una quaterna di team, idea non per forza sbagliata, ma sapendo il metodo che usa la Federazione ci saremmo trovati 4 squadre raffazzonate su con qualche sottopassaggio politico e clientelare. Cosa sarebbe cambiato? Al massimo a rafforzare lo strapotere della FIR e dei suoi dirigenti verso il movimento ed a derubricare i club ancora di più al ruolo di male-necessario.

Le sconfitte di queste squadre di Eccellenza che hanno, quasi tutte, budget ancora meno importanti della passata stagione ed ambizioni di sopravvivenza prima che di chissà quale panorama europeo, sono oggi come oggi quasi comprensibili o forse si è stanchi di aversene a male. Queste sconfitte sono il frutto della distruzione del campionato nazionale da parte della FIR ed anche di questo magari siamo stanchi di avercene a male ma non lo saremo mai di raccontarlo. Forza Rugby!

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