Anche l’Irlanda e la sua Federazione sono alle prese con i “soldi”, i “danè”, i “schei”, però con quelli degli altri. Molti campioni irlandesi,prestigiosi giocatori della Nazionale in maglia verde, sono in scadenza dal contratto della Federazione (IRFU. Le offerte che arrivano dai soliti paesi dal rugby “ricco” (la Francia è in testa e si parla di cifre francesi doppie rispetto a quelle di IRFU) rende difficile che Leinster, Munster, Ulster e Connacht possano godere delle gesta di molti loro beniamini nella prossima stagione. IRFU è una di quelle Federazioni che adotta la linea che chi non gioca nei team irlandesi non può nemmeno giocare in Nazionale e quindi, dovessero essere molti i giocatori che si facessero conquistare dalle sirene del contratto-super-ricco, la stessa Nazionale irlandese potrebbe essere compromessa ed i Mondiali sono ormai alle porte.
Se Simon Zebo ha già firmato per il Racing Metro 92 la lista delle possibili partenze che Rugbymercato.it ci ha fornito parla anche di Rory Best, Tommy Bowe, Andrew Conway, Tadhg Furling, Iain Henderson, Rob Kearney, Jared Payne e Garry Ringrose. A questi va aggiunto anche il celebre capitano di Munster Peter O’Mahony che ha offerte importanti e poca voglia, a 28 anni, di lasciarsele scappare.
In passato la stessa diaspora fu contrastata dalla Federazione gallese (WRU), una aspra battaglia vinta solo parzialmente e che comunque ha fatto “danni” alla Nazionale dei dragoni ed al suo movimento. Il rugby locale fu costretto a lasciare andare talenti che alzavano il livello di gioco, garantivano esempio e livello di miglioramento a tutta la filiera del rugby locale, sostenevano qualche risultato economico ed anche tecnico in grado di far bene alla crescita e alla evoluzione del movimento. Perchè il danno maggiore alla fine è quest’ultimo, che è il più difficile da spiegare, il più duro da correggere.
In Europa è la Francia la vera protagonista di tutto questo movimento di soldi. In Inghilterra i budget sono ricchi ma non come quelli transalpini e la RFU per ora tiene bene in pugno la situazione dopo certi dispiaceri che le sono accaduti in passato. Per contro in Francia all’arrivo dissennato di “stranieri” si verifica un calo impressionante delle Nazionale che oggi come oggi vive essa stessa di stranieri resi eleggibili.
Mettiamo però i puntini sulle “i” e diciamolo subito: quella attuale non proprio è una guerra “poveri contro ricchi”. La Federazione irlandese non se la passa malissimo con i suoi circa 76 milioni di euro a bilancio economico di cui 37 dedicati al professionismo, va considerato che il rugby a XV in Irlanda non è il primo sport (lo sport più seguito è il calcio gaelico) e che l’isola non arriva a 7 milioni di abitanti. Tutto questo però non basta di fronte ad un TOP14 francese che solo di diritti TV incassa circa 70 milioni all’anno.
Il discorso sarebbe ancora lungo ma due considerazioni si possono mettere giù anche subito.
La Francia continua ad incassare tantissimi soldi con il suo campionato ma continua a spenderli all’estero, prima di fare i complimenti a questi geni della lampada biancorossoeblù facciamoci su una pensata.
Sul fronte celtico bisogna dire che una sconfitta irlandese troppo sonora in questa “campagna ingaggi” peserebbe indirettamente anche sull’Italia. La vittima designata della campagna francese è infatti il Pro14, una competizione sempre più scarna e che ha già i suoi problemi, se mancassero troppi campioni irlandesi sarebbe ancora più “complicata”.
Per ora il Pro14 ha cercato soldi in giro, per questo da quest’anno si è inglobato un po’ di Sudafrica ed capi del Board Pro14 ci raccontano di viaggi negli USA, per il futuro farebbe bene a puntare di più sulla qualità.