Si è giocata l’ultima giornata del Top10, il massimo campionato italiano, che ci siano stati o no colpi di scena, momenti più o meno interessanti oggi non conta, è un giorno diverso, oggi è il giorno in cui dobbiamo dire grazie
Perché a questo finale quasi regolare di campionato, le dieci squadre ci sono arrivate tutte, era scontato? Niente di più sbagliato. Ci sono ancora pochi recuperi da giocare, tutti figli di una situazione difficilissima, di una annata spaventosa. In questa contesto tutti questi dieci club si sono cimentati, hanno fatto vivere il Top10: l’unico rugby italiano giocato in questa stagione.
Molti di voi si immaginano già i grandissimi sacrifici a cui sono andati incontro queste società, tutte, dalla prima all’ultima: i loro giocatori, il loro staff, le segreterie, dirigenti a tutti i livelli, i medici sociali. Tutte queste persone hanno “dato l’anima”, si dice così e per una volta forse non è nemmeno esagerato dirlo, per portare a termine questo impegno, per essere la bandiera del rugby del nostro stivale. Quando tutto era chiuso, quasi tutto proibito, il contatto prima di tutto, hanno fatto questo per far vivere il rugby.
Di fronte a tutto questo per mesi qui abbiamo fatto finta di nulla, lo abbiamo scritto fin dal primo giorno che avremmo “tirato innanz”, che avremmo guardato solo avanti e usato il Top10, questo spazio di rugby, solo per sorridere del nostro sport, per raccontare del nostro sport, per divertirci con il nostro sport, per ricordare a tutti del nostro sport. Ora è tempo di dire “grazie”.
A tutte queste Società che hanno organizzato campi e giornate, medici e tabelloni, allenamenti e poi…. i pullman per spostare i propri ragazzi da una zona rossa all’altra, nel silenzio, nel vuoto di quest’ultima stagione fatta di incertezza e tamponi. E ancora incertezza.
Grazie ai giocatori, che si sono allenati sempre o quasi. Su quel “quasi”, loro ed i loro Coach si sono giocati tutti qualche punto che mai è stato recriminato. Su questo c’è stato un silenzio ed un rispetto che ha fatto da esempio oltre che bene al cuore.
Tutto questo in un campionato fatto di vuoti, di recuperi continui, di dubbi sul fatto se il prossimo fine settimana si fosse giocato o meno. Insomma tutto quello che un giocatore, un allenatore, un dirigente, non vogliono vedere, in questa stagione è stato assunto come “normale” e gestito dai nostri Club.
Poi dobbiamo ringraziare la classe arbitrale, che è scesa in campo ogni turno con coscienza determinazione e preparazione.
Dirigenti, tecnici, giocatori, arbitri, tutti non-professionisti e tutti in campo quest’anno, anche con l‘idea di voler compiere qualcosa di straordinario. Beh, di questo fatto straordinario che si compiva ad ogni giornata, anche se abbiamo sempre fatto finta di no, invece lo abbiamo sempre saputo. Quindi, grazie.
Adesso arriveranno i play off, la fase finale deciderà chi vince davvero, chi è il numero uno, il campione di questo 2020-2021. Intanto una grande vittoria l’abbiamo portata tutti a casa: il rugby italiano c’è stato.
Grazie a tutte le società del massimo campionato italiano, a tutti i loro componenti a qualsiasi livello, agli arbitri e dirigenti dell’organizzazione. Grazie a tutti voi per la dedizione, per l’amore, per la concretezza con la quale quest’anno avete fatto letteralmente vivere il nostro sport. Di cuore, grazie.