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PRIMA LO SPORT

IL RUGBY INESTIMABILE

Non è Alto Livello è Broadcast , la nuova frontiera del Colosseo, dei leoni o dei gladiatori. Quello che tutti a livello internazionale chiamano Alto Livello è Broadcast: spazio in televisione, streaming, modellismo per le videoproduzioni, intrattenimento, spettacolo. Ma, attenzione, chi scrive qui è perfettamente d’accordo ci sia, che esista e che si espanda. Però non può essere l’unico rugby: non ha senso.

La federazione internazionale ci ha messo solo una quindicina d’anni, questi ultimi, cambiando regole e regolette al nostro sport, lo ha mutato in ogni sua forma ed in ogni suo gesto, ogni gesto tecnico che abbiamo visto agli ultimi Mondiali, aveva poco a che fare con quello di molte Coppe del Mondo precedenti e, per chi se li ricorda, tanto per fare un esempio significativo, con i Mondali del 2007  dove stile, regole, tattiche, movimenti, fisicità, erano già molto diversi. Eppure vinse il Sudafrica anche lì.

Insomma il rugby ha cambiato gesti e persone, come sport è cambiato, hanno detto che quello è “Alto Livello”, fin qui tutto bene, ma perchè? Perchè era il modello “broadcast” che era stato scelto. Insomma il rugby internazionale di Alto Livello  è il contrario del nostro sport di una volta; nei tempi trascorsi si diceva il rugby fosse uno sport per tutti, che ogni cultura , mentalità, fisico potesse avere un suo spazio, oggi è il contrario. Questo nuovo rugby è’ affascinate, è vero, chi scrive ne è un appassionato, ma è selettivo e molto “chiuso”.

Una delle polemiche che girano a livello internazionale vede una parte più tecnica (e meno culturismo-dipendente) del nostro pianeta ovale ricordare che le scelte di “gesti e persone” fatte per il nuovo rugby lo hanno reso, appunto per motivi di regole, cultura, gestualità piuttosto che di fisicità, improponibile  a più di mezzo mondo. Esattamente il percorso inverso fatto dal calcio negli ultimi trent’anni.

Però la scelta Broadcast ha portato fiumi di denaro, notorietà, spazi di visibilità, nuove arene dove far vedere il rugby; insomma, costruire un rugby che fosse prima di tutto intrattenimento e non per forza  accessibile ha avuto dei vantaggi immensi in termini economici e divulgativi. E’ un rugby i cui risultati possiamo stimare, è sicuramente verificabile in valore finanziario ed in ritorno di immagine. E’ un rugby largamente stimabile ed il risultato è senz’altro positivo

Ma non è il rugby che possono giocare tutti.

Il famoso rugby per tutti, anche la FIR aveva chiamato così un suo progetto, esiste ancora, in tutto il mondo, sono i campionati “domestici”, quelli di base, giovanili e non. Tra l’altro è da questi mondi dai quali ogni tanto parte una manciata di ragazzi destinato al cosiddetto “Alto Livello”, un numero sparuto di loro ci arriverà davvero.

Quindi perchè questo ragionamento oggi? Perchè chi scrive ha voluto dare il suo nome ad Alto Livello, “broadcast”?

Perchè c’è un rugby che un po’ scompare dalla vista, il “rugby broadcast” spesso non invita a frequentare lo sport ma solo a guardarlo. Questo è un messaggio sul quale si deve lavorare.

Perchè il rugby è anche un sistema educativo fortissimo , ha una proiezione ed una capacità di comprensione e di sviluppo del giovane molto bella, inclusiva, carica di significati. Il rugby è una scuola di vita, non possiamo rinunciarci per i nostri ragazzi. Certo il “rugby per tutti” non è “broadcast”,  ma non lo deve essere, il “rugby accessibile” sarà diverso dal “broadcast”, ma deve esistere, va apprezzato e va sostenuto perchè esercita la vera funzione dello sport, di quest’ultimo esegue, su vastissima scala, la sua vera mission per il ragazzo e per tutti i suoi praticanti di qualsiasi età: aiuta, educa.

Insomma, quello che anche in Italia si chiama “Alto Livello” deve esistere e deve rappresentare il nostro biglietto da visita nel mondo “broadcast”, vogliamo vincere e vogliamo esserci. Ma non può essere l’unico rugby, non deve essere così, chi crede in questo sport come modello lo chiede a gran voce, c’è un altro rugby, accessibile ed aperto che deve essere amato e sostenuto quanto e forse più dell’altro, perchè fa un mestiere prezioso, di un valore incalcolabile.

Questo è’ un richiamo forte, per il rugby di base, per il rugby domestico, per il rugby accessibile: il rugby inestimabile.

 

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