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FIR E DINTORNI

LA GUERRA DEI CENT’ANNI E LA RAREFAZIONE DELLA SOPPORTAZIONE

– Guerra dei Cent’Anni – La battaglia di Crecy (1346)  –

L’ex-Presidente delle Zebre Michele Dalai, dopo la sua sostituzione al vertice delle Zebre,  si  è affidato ad una intervista a “Il Foglio”, che da queste parti è sembrata un copioso ed inutile piagnisteo, ma, fra le altre cose, ne ha detta una giustissima:” …È che se lo guardi da lontano il rugby italiano è bellissimo, il mondo dei valori. Da vicino è una specie di guerra dei Cent’anni o forse solo un monologo di Aldo, Giovanni e Giacomo in cui tutti odiano tutti per sempre e da sempre, tanto che qualcuno ci ha costruito una carriera al momento molto felice e quest’odio insensato è l’unica benzina per andare avanti.…“. 

Detto da chi è rimasto due anni dentro il meccanismo è cosa “grave” ma  da fuori l’ìmpressione è esattamente quella. Quello che si vede infatti è che i nostri “dirigenti” a tutti i livelli, federali e non, sono lì che se le danno a più non posso, molti di loro, anzi moltissimi, lo fanno da una vita e dimostrano palesemente la loro prospettiva di smettere…. mai. Per amore del rugby ovviamente.

Lo stesso Dalai ha fatto così, le ha date e le ha prese, anche dopo le sue dimissioni non ha lesinato la partecipazione (inopportuno lui ora faccia l’anima candida) a quella Guerra dei Cent’anni che lui stesso cita che, per chi non sa di storia, è una cosa che c’è stata fra la fine del Trecento e l’inizio del Quattrocento e distrusse mezza Europa per la contesa di una Corona. Mai parallelismo fu più azzeccato.

Una “guerra” strisciante e senza quartiere che coinvolge tutto e tutti,  fra i Consiglieri federali che si prendono a capocciate, Società di Serie A Elite che fanno tutto ed il contrario di tutto, se le fanno fra loro e soprattutto per/contro la FIR, le polemiche azzurre, quelle arbitrali, i dirigenti che scompaiono e ricompaiono a seconda dell’aria che tira, i proclami delle strutture FIR attesi, disattesi, silenziati ad arte, fedelissimi del presidente che fanno e disfano a volte pare anche un po’ a casaccio, oppositori che disfano e disfano, disfano tutto quello che possono (a volte sembra puntino allo sfascio totale, ma cosa se ne faranno poi di una FIR in macerie?).  Ogni situazione si verifichi nel nostro rugby, anche la più ovvia o scema, è occasione per far polemiche il più delle volte durissime.

Sopra tutta questa cosa c’è il Presidente, figura certamente per nulla accomodante, perchè questo Presidente, ancora una volta, come il precedente, è una figura di scontro, sembra gli piaccia tanto tirar ceffoni in giro. Divisivo e poco diplomatico, gestisce un clima che si fa sempre rovente, ma dà l’impressione di farlo con il lanciafiamme.

E’ guerra stabile, i nostri dirigenti, federali e non, si fanno dispetti di tutti i tipi ma se cerchi chi è stato, se cerchi chi questa guerra la fa e la alimenta, se chiedi spiegazioni….ti guardano dall’alto in basso e ti parlano della meta di Aaron Smith, della nuova tecnica di placcaggio, della gestione delle ruck. In effetti, dirigenti mediocri a far guerra, bravissimi a dissimulare di farne parte.

Carissimi dirigenti federali e non, dirigenti societari e di contorno, carissimi plenipotenziari del rugby italiano, amici e nemici, semplici conoscenti, state superando il limite della sopportazione, vedervi così, con le cotte di ferro e lo sguardo arcigno, sempre intenti a studiar mosse tattiche invece che far cose vere, vedervi che vi mandate a quel paese fra ipocriti silenzi e finte convergenze… ecc… ecc….ecc… beh, non vi si regge più.

Questa cosa della guerra eterna è l’unica verità che tutti non potete fare a meno riconoscere esista. Su questa inoppugnabile et argutissima verità volevo darvi la mia altissimamente inutile opinione: avete rotto gli zebedei.

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