Connect with us

REGOLE ED ARBITRI

LA MAGIA POSITIVA DEL FISCHIETTO INCOERENTE (LA DOMANDA PERO’ RIMANE)

Ci sono troppe regole ormai nel rugby, sono poi cresciute a dismisura anche le interpretazioni, il risultato: non si possono applicare tutte, sempre , in ogni contesto.  Così ogni partita ha il suo focus e su quello si stabilisce il rapporto con le squadre prima di iniziare. Sembra una cosa assurda ma invece è sempre di più così, magari non nei campionati domestici minori ma è così in tutti i top.

Questa cosa poi esiste a più livelli a seconda del torneo che si sta giocando, c’è un modo di “fare focus” nel Sei Nazioni e altro, molto diverso, in URC, altro ancora nel “domestic” Serie A Elite. Tanto per far capire la complessità di questa cosa.

Volentieri e con la massima sincerità ci viene infatti  da sottolineare più che positivamente la prova del fischietto Andrea Piardi nell’ultimo Derby d’Italia, una direzione davvero quasi impeccabile. Ma quella direzione di Piardi è stato molto buona anche perchè ha fatto sue “una serie di regole” del nostro sport e le ha perseguite con coerenza. Per il resto “ha lasciato giocare”. Tutto bene, anzi benissimo ma se ritorniamo alle prime righe ci viene da strabuzzare gli occhi.

Perchè ormai è così, capita a tutti gli sport che sono in odor di crescita e di maturità: i suoi grandi capi cominciano a produrre eccezioni tecniche ed a trasformarle prima in raccomandazioni e poi in nuove regole. Fino a raggiungere l’incomunicabilità fra alcune di loro, specialmente se applicate in contesti diversi: perchè una partita di Top14 francese non è come una Serie A italiana ma, se è per quello, non ha nemmeno nulla a che fare con una francese di Federale 1.

Le regole però, quelle sarebbero tutte uguali, invece quella incomunicabilità diventa tale anche per effetto della trasformazione che il gioco assume di fronte alla possibilità che alcune regole, per il contesto gara vissuto in quel momento, non siano vive ed altre invece super-applicate. Chi sceglie?

Tecnici federali, alcuni di loro legati a contesti arbitrali, altri no, generalmente decidono nel pre-stagione su cosa alimentare il focus, fin qua tutto bene, messa così sarebbe una cosa uguale per tutti. Ma, sia per effetto della differente capacità e sensibilità di ogni singolo arbitro (che non è una macchina), sia per la valutazione del contesto del match, quella raccomandazione valida per tutti diventa più o meno applicata nella realtà.

La maggiore o minore intensità di applicazione si basa, si è detto, , anche sulle capacità e sensibilità tecniche del singolo fischietto. Così capita che queste caratteristiche dell’arbitro definiscano la possibilità di applicare la raccomandazione “generale” sul focus, circoscrivedola al contesto specifico della singola partita, così si sviluppano match più coerenti a loro stessi anche se meno coerenti con il contesto campionato. I complimenti a Piardi sono arrivati per questa sua capacità. 

Per quanto riguarda il contesto campionato rimane però la domanda: perchè Rovigo Vs Petrarca si dovrebbe arbitrare diversamente da un Vicenza Vs Mogliano?

Poi un’altra domanda, di gran peso, che vale per il nostro sport a livello molto globale, gira intorno alla evidenza che ci sono troppe regole e troppi interpreti, troppi focus diversi su contesti a volte pure simili,  beh, tutto questo è fonte di bellezza e crescita o di polverizzazione e sfilacciamento per il nostro sport ? E’ una bella domanda alla quale nemmeno la classe arbitrale, a tutti i livelli,  riesce da tempo a dare risposta.

A noi basti per oggi sottolineare questa dimensione, che sta sempre più avvolgendo il nostro sport, di questo dobbiamo fare  tesoro quando si guarda una partita.

Quindi è bene smettere di vedere un match di URC con gli stessi “occhi” di una partita del Sei Nazioni o una dei Mondiali vivendola come una di Elite italiana, per poi nascondersi dietro la teoria dei “livelli”.  Tanto meno è corretto pensare che il loro “livello” dipenda dai fischi fatti in campo, abbiamo capito bene che, non solo la preparazione tecnica è diversa, sono focus diversi. Rimane allora l’ultima domanda, forse provocatoria, forse solo realistica: quindi, tutti questi focus producono tanti rugby diversi? Sport diversi?  

Queste domande però rimangono lì sospese….. e forse va bene così.

 

More in REGOLE ED ARBITRI